La protesta di Giuseppe Mazzella
Sto rileggendo – con attenzione questa volta – ” La disobbedienza civile” di Henry David Thoreau ( 1817-1862) con la prefazione di Dario Antiseri. E’ un testo del 1849 posto a base dei movimenti di protesta non violenti da oltre un secolo che Gandhi nel 1921 definì ” un’opera monumentale”. Thoreau sostiene il primato della ” coscienza del cittadino” rispetto alla ” maggioranza politica” del Governo e così il ” rifiuto” di pagare una tassa ingiusta non è ribellione anarchica ma una applicazione dei principi fondamentali della Dichiarazione di Indipendenza americana del 1776: la Vita, la Libertà ed il Conseguimento della Felicità. Lo spunto per andarmi a rileggere la ” disobbedienza” è l’ applicazione dell’ IMU alla ” seconda casa” del cittadino anche se questa casa è data in comodato d’ uso ai figli ed è documentato semplicemente dallo stato di residenza. Questa ” seconda casa” viene considerata un privilegio del cittadino ed il Governo non tiene in alcun conto il fatto che questa ” seconda casa” è stata costruita con enormi sacrifici ed è stata ” data” in comodato ai figli che l’ abitano non potendo ” regalarla” o ” donarla” ai figli non solo per la difesa di se stessi dai pericoli della vecchiaia ,che a sua volta non viene protetta adeguatamente dal Governo che per effetto della diminuzione della spesa pubblica diminuisce o distrugge lo ” Stato Sociale”, ma per la considerazione – ancora più tragica – è che questi figli hanno un ” lavoro precario, stagionale, ” ambulante” tale che hanno ancora bisogno dell’ aiuto finanziario dei padri. Una simile imposizione così ingiusta – contraria allo stesso principio Costituzionale della progressività delle imposte – meriterebbe una ” disobbedienza civile”. Ma qualcosa si muove e l’ esenzione dal pagamento dell’ IMU per i proprietari di una seconda casa che sia stata data in comodato d’ uso ai figli è un’ipotesi a cui sta lavorando – informano i giornali – la maggioranza in Senato secondo quanto riferisce una delle relatrici del ddl stabilità, Federica Chiavaroli che dichiara che secondo quanto riferito dall’ ISTAT l’ 8 per cento degli italiani ha l’ abitazione in comodato d’ uso gratuito da parte di un familiare. Se l’ ISTAT rileva l’ 8 per cento degli italiani la situazione ” di fatto” è certamente più grave. E’ evidente che una casa data in ” comodato d’ uso” ai figli è di fatto ” prima casa” di chi ci abita ed il formale proprietario – pur non avendo formalmente stipulato dal notaio l’ atto di donazione che deve essere in ” piena proprietà” cioè ” nuda proprietà” ed ” usufrutto” per essere ” perfetto” – ” di fatto” non ne dispone. Non dovrebbe il principio dell’ imposizione tributaria basarsi sulla situazione ” di fatto” anziché di formale diritto? non è dovere della Repubblica eliminare gli ostacoli che ” di fatto” impediscono il pieno sviluppo della persona umana? non hanno i Padri Costituenti insistito sul principio ” reale” anziché formale? Ed allora o il Governo – alla luce della situazione economica e finanziaria delle Famiglie – equipara la ” seconda casa” data ai figli – di fatto – o è il caso di una ” disobbedienza civile” con il non pagamento dell’ IMU per questa seconda casa perchè ” ingiusta” ponendo la questione non solo nelle sedi della Giustizia Tributaria ma in quella suprema della Corte Costituzionale.