mercoledì, Novembre 27, 2024

In Italia oltre la metà dell’elettorato delegittima l’UE imperialista

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Gianni Vuoso| Il PMLI ha pubblicato un ampio documento che commenta il voto europeo. Ne abbiamo raccolto ampi stralci che evidenziano con chiarezza, la posizione dei marxisti-leninisti italiani. Oltre la metà dell’elettorato italiano ha inequivocabilmente delegittimato l’Ue imperialista realizzando il record storico dell’astensionismo alle elezioni europee svoltesi nel nostro Paese l’8 e 9 giugno 2024. Quasi 28 milioni di elettrici ed elettori, pari al 54,4% degli aventi diritti, hanno per la prima volta sfondato il tetto del 50% disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco. Si tratta del 6,9% in più rispetto alle precedenti elezioni europee che si erano tenute in una sola giornata il 24 maggio 2019. Anche la diserzione dalle urne, il voto più esplicito e coraggioso con cui l’elettorato astensionista può esprimere la sua volontà, passa in Italia dal 43,9% al 50,3% (+6,4% rispetto alle precedenti europee), che sale al 51,8% se includiamo anche gli elettori all’estero.

Ancora una volta la percentuale più alta di astensionismo viene dalle aree più povere del Paese, da quelle regioni tra le più povere e arretrate d’Europa, con gli operai e i lavoratori vittime delle ristrutturazioni e delle delocalizzazioni industriali ad opera anche di multinazionali europee, con gli agricoltori e gli allevatori gettati sul lastrico da una politica agricola comune iniqua, delle quote e della messa a riposo forzata delle terre. Da tempo, molti studi sull’andamento dell’astensionismo hanno provato che esso è strettamente legato alla povertà, alle diseguaglianze, alla disoccupazione, alla desertificazione industriale, ai redditi più bassi, alla condizione economica svantaggiata, ai servizi sociali, scolastici e pubblici più disastrati. Non ha fatto eccezione questa consultazione. Alla Sardegna il record delle provincie dove è stata registrata la percentuale più alta di diserzione. Anche in Sicilia percentuali che vanno dal 52% di Caltanissetta (dove però si tenevano anche le elezioni comunali) a Ragusa col 68,9%. Merita una menzione particolare il comune in provincia di Napoli, Caivano, eretto a vetrina e simbolo della politica del governo neofascista e della Meloni in prima persona dove la diserzione dalle urne è stata del 65%L’astensionismo ha punito e penalizzato tutti i partiti del regime capitalista neofascista, compreso il partito neofascista della ducessa Meloni che pure canta estasiata vittoria.

Il Movimento 5 stelle precipita al 10% sui voti validi, oltre 5 punti percentuali in meno rispetto a quelli che gli assegnavano gli ultimi sondaggi. Una vera e propria doccia fredda per l’ambizioso trasformista liberale Giuseppe Conte che solo un paio di anni fa, di fronte all’evidente crisi del PD, si proponeva come il nuovo leader della “sinistra” borghese. Oggi non gli resta che prendere atto che il M5S ha dimezzato i propri voti sia rispetto alle europee 2019 che alle politiche 2022. Resta il quarto partito (dopo l’astensionismo, FdI e PD) ma rappresenta appena il 4,5% dell’intero corpo elettorale. Fuori dal parlamento europeo per non aver superato il quorum, i partiti degli ambiziosi politicanti Renzi e Bonino e Calenda. Gli Stati Uniti d’Europa di Renzi e Bonino si ferma al 3,8% dei voti validi (1,7% del corpo elettorale) e Azione – Siamo europei di Calenda lo segue a ruota col 3,4% dei voti validi (1,5% del corpo elettorale). Un vero e proprio flop dei partiti che avrebbero dovuto dar vita al cosiddetto “Terzo polo” morto ancora prima di nascere. Al palo anche il partito di Michele Santoro, Raniero La Valle e sostenuto fra gli altri anche dal PRC di Acerbo, Pace terra libertà, nonché il partito di Marco Rizzo, Democrazia sovrana popolare (DSP).

Il partito pacifista dell’imbroglione Santoro ottiene 516 mila voti e si ferma al 2,2% dei voti validi (1% del corpo elettorale) e non supera il quorum. Stessa sorte per il partito sovranista e rossobruno DSP del sedicente “comunista” Marco Rizzo e del cattolico destrorso Francesco Toscano, nonché del leader fascista della “destra sociale” Gianni Alemanno, che ha ottenuto nella circoscrizione del centro Italia (l’unica dove era presente) 36 mila voti pari ad appena lo 0,2% dei voti validi. Discorso a parte merita il risultato di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) che è l’unica lista che incrementa i propri voti anche in termini assoluti, sia rispetto alle precedenti europee che alle politiche del 2022. Ha ottenuto oltre un milione e mezzo di voti, 500 mila voti in più rispetto alle politiche, e 960 mila voti in più rispetto alle precedenti europee. Non c’è dubbio che la lista è stata premiata dalla candidatura della carcerata antifascista Ilaria Salis, che ha ottenuto ben oltre 170 mila preferenze. AVS di fatto ha assunto il ruolo di copertura a sinistra del PD che in passato avevano ricoperto partiti e formazioni che mettendo la falce e martello nel simbolo o sventolando la bandiera rossa hanno drenato l’astensionismo di sinistra, illuso e incatenato importanti forze nel pantano istituzionale e parlamentare per poi rifluire nello stesso PD o sparire dalla scena politica una volta finita la loro funzione. Prova ne è che AVS è pronta a stringere con il PD un’alleanza strategica per raggiungere il potere governativo nell’ambito del regime capitalista neofascista.

Per noi marxisti-leninisti, come ha ben chiarito il Documento del Comitato centrale del PMLI del 25 Aprile 2024 dal titolo “Delegittimare l’Unione europea imperialista, astenersi”, solo “L’astensionismo è un voto pesante, che colpisce al cuore l’UE, la delegittima, le fa venire meno il consenso delle masse, la isola, la mette completamente a nudo di fronte all’opinione pubblica europea e mondiale e ne smaschera il disegno economico, politico, istituzionale e militare”. Ma astenersi non basta. Occorre abbandonare le illusioni europeiste e lottare per l’uscita dell’Italia dall’Ue. Prosegue infatti il documento del CC del PMLI: “Il punto focale è capire che solo il socialismo è in grado di realizzare l’Europa dei popoli, di abbattere tutte le barriere siano esse fisiche o economiche. È questa la proposta che rinnoviamo all’elettorato. Battersi per l’Europa socialista rimane un dovere per la classe operaia, le masse lavoratrici e popolari, le ragazze e i ragazzi rivoluzionari e per chiunque si professi antimperialista e aspiri ad un’Europa senza più sfruttati e sfruttatori. Noi faremo fino in fondo la nostra parte perché un giorno venga instaurata la Repubblica socialista d’Europa.

Ma sarà impossibile passare pacificamente e elettoralmente a questa nuova Europa se non si realizzerà prima il socialismo nei singoli paesi dell’UE, a cominciare dall’Italia. Fuori l’Italia dalla UE. Solo così, svincolandosi da ogni vincolo associativo, compreso quello militare, che rischia di coinvolgerci in nuove guerre imperialistiche, l’Italia riacquisterebbe la sovranità e l’indipendenza nazionale, almeno in riferimento alla UE. Ciò creerebbe migliori condizioni per lo sviluppo della lotta di classe contro il capitalismo, per il socialismo e per la conquista del potere politico da parte del proletariato”.

1 COMMENT

  1. MA PERCHÉ IN ITALIA NON C’È QUALCUNO CHE ABBIA GLI ATTRIBUTI PER CHIEDERE L’ USCITA DELL’ ITALIA DA QUESTA UE CRIMINALE DELINQUENZIALE E SERVA DELLA MASSONERIA E DELLE MULTINAZIONALI

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