Siamo alla frutta, cari Lettori e Concittadini! Con Enzo Ferrandino il nulla cosmico diventa evento e, come d’incanto, la gente partecipa. O meglio, ne approfitta, perché è tutto gratis, quindi… via tutti a mo’ di gregge belante a onorare l’evento che non c’è.
Dopo lo show inverecondo dell’autoesaltante ejaculatio præcox in occasione dell’accensione dell’albero di Natale, ieri pomeriggio il traffico in Piazza degli Eroi verso Piazzetta San Girolamo era in modalità stop motori già dalle tre del pomeriggio, perché -udite udite- c’era l’inaugurazione nientepopodimenoché… de “Il Bosco Incantato”: l’ennesimo piatto vuoto di un programma di eventi natalizi decisamente ridicolo, fatto di atmosfere fritte e rifritte e una selezione musicale assordante e di pessimo gusto che, vuoi o non vuoi, si è sentita da un capo all’altro del territorio.
Torniamo alle solite considerazioni: questo avete scelto, questo meritate! Enzo Ferrandino e i suoi sono la perfetta proiezione dei loro elettori, un popolo credulone, opportunista ed egoista, pronto a piegarsi alle logiche di un’amministrazione comunale totalmente incapace pur di assicurarsi quel rapporto clientelare per soddisfare i cazzetti propri e rendersi protagonista di quella bassa cucina che alimenta il consenso di tanti personaggi in cerca d’autore.
Intorno al nulla rappresentato da eventi del genere e che, a loro volta, rappresentano il nulla di chi li pianifica e li esalta orgogliosamente, c’è sempre un paese dai problemi atavici, che non guarda al futuro e che, soprattutto, si trincera dietro opere di edilizia scolastica finanziate dalla Regione e progettate da un autore già da lungo tempo ripudiato dalla maggioranza (giusto perché la parola d’onore e la riconoscenza non appartengono a questa generazione di fenomeni da palazzo) senza riuscire a dimostrare di saper impastare qualcosa di buono con la farina del proprio sacco, ormai inutilizzabile perché da sempre insufficiente e infestata dai “pàppici” dell’indifferenza e dell’incapacità.
Il Comune di Ischia, purtroppo per chi ancora ci crede, resta in totale balìa delle pessime abitudini di chi (speriamo ancora per poco) ne detiene lo scettro e di chi ancora si illude (ma non ne sono più tanto convinto) di ereditarne il trono. Ma la cosa più grave è l’inaccettabile condivisione di questo stato di cose da parte di chi, alla fine, non si rende neppure conto di pagarne le conseguenze, direttamente o indirettamente, prima o poi. Io non mi preoccupo più di tanto, perché a quasi cinquantotto primavere non è certo grazie a una buona Amministrazione che posso cambiare in meglio o in peggio gli anni che il Buon Dio mi lascerà da vivere. Ma i nostri figli, almeno loro, perché dovranno subire gli effetti di tanto scempio e, magari, puntare il dito contro di noi, maledicendoci per non averli protetti e tutelati?