lunedì, Gennaio 13, 2025

Inchiesta rifiuti, torna libera Giulia Di Matteo

Gli ultimi articoli

Iscriviti alla nostra newsletter

Resta informato e non perderti nessun articolo

 

E’ arrivata inaspettata la decisione del giudice per le indagini preliminari Claudia Picciotti che su parere contrario dei pubblici ministeri Graziella Arlomede e Maria Sepe ha disposto la revoca della misura della custodia cautelare dell’obbligo di presentazione disposta nei confronti di Giulia Di Matteo. La segretaria comunale indagata per turbativa d’asta e corruzione. Un provvedimento che era stato sollecitato dal suo difensore di fiducia, avv. Amedeo Bucci De Santis, il quale aveva già ottenuto dallo stesso gip analogo provvedimento questa volta in favore dell’ex sindaco ed ex parlamentare Francesco Iannuzzi. Anche lui sottoposto alla firma nella caserma dei Carabinieri del comune di Monte di Procida. In quella circostanza il giudice aveva ritenuto che fossero del tutto cessate le esigenze cautelari dato che (come dimostrato da copiosa documentazione) non ricopriva più la carica di sindaco di Monte di Procida e dall’ottobre scorso non era più un funzionario della Regione Campania essendo andato in pensione. Perdendo di fatto la qualifica di pubblico ufficiale che era stato l’elemento centrale su cui il gip ne aveva basato i provvedimenti coercitivi.

Nell’ordinanza cautelare nei confronti della segretaria comunale Di Matteo, il gip ha ritenuto che anche per lei le esigenze cautelari possono definirsi cessate, seppur rimanendo inalterata la presenza dei gravi indizi di colpevolezza. Ma spiegando subito dopo che avendo avuto un ruolo strettamente collegato allo Iannuzzi, definendola in un certo modo succube delle scelte dell’allora esponente politico, e non svolgendo quest’ultimo alcun ruolo politico, non c’è più il pericolo della reiterazione. Un ragionamento che tra l’altro era stato affrontato dall’avv. Bucci De Santis nella sua istanza per scardinare le esigenze cautelari. Non entrando nel merito della questione, e quindi sui gravi indizi di colpevolezza, perché è un aspetto, questo, affrontato dinanzi al tribunale del riesame.

E sempre ieri si è discusso il ricorso dinanzi ai giudici della “libertà” per quanto riguarda la posizione della Di Matteo. La quale è coinvolta nell’inchiesta sui rifiuti, solo ed esclusivamente per la parte inerente l’appalto di Monte di Procida, che ha visto protagonista la società “Ego Eco” di Vittorio Ciummo. Nessuno si aspettava una presenza così massiccia dei due pubblici ministeri per discutere sull’ordinanza di “firma” per un’indagata che possiamo facilmente definire non di primo piano, ma collaterale a tutti gli altri. E invece i sostituti procuratori Arlomede e Sepe hanno voluto presenziare e dire la loro sulla sussistenza delle esigenze cautelari. Battendo soprattutto sui gravi indizi di colpevolezza che, se valutati in uno spettro più ampio e più riflessivo rispetto alla originaria richiesta del proprio ufficio, hanno “sentenziato” la sua totale partecipazione alla presunta associazione. Reato che non le è stato contestato sia nella richiesta che nell’ordinanza del gip. E a quanto pare non sarebbe iscritta per l’ipotesi prevista all’art. 416 del codice penale. Si sono battute come due leonesse per mantenere fermo l’obbligo di presentazione ai carabinieri. Una misura ben diversa da quella che era stata scritta nella richiesta, che prevedeva gli arresti domiciliari. Non accolta dal gip, che ne ha applicato una meno afflittiva.

Il difensore avv. Bucci De Santis ha richiamato l’attenzione del collegio presieduto da Pina Casella sugli atti che sono stati depositati ed in particolare sulle intercettazioni telefoniche. Sottolineando in più di una circostanza durante l’intervento che all’indagata non può essere addebitato il reato di turbativa d’asta. E specificandone i motivi. Le varie intercettazioni che sono intercorse in particolare con Ciummo per motivi strettamente burocratici sono avvenute dopo l’aggiudicazione della gara. E non prima. Il che sta a significare per la difesa che non c’è stata da parte della Di Matteo alcuna azione illecita, né per favorire, né per danneggiare la “Ego Eco” o altra impresa partecipante. E da questa vicenda non ha ottenuto alcuna utilità, si è mantenuta come si suol dire alla larga. Conoscendone i pericoli che si possono incontrare nello svolgimento delle prerogative di un segretario comunale in appalti delicati quale è la nettezza urbana. Si attende la decisione del riesame che dovrebbe avvenire al massimo nella mattinata di oggi.

E venerdì è il giorno della verità. Per l’indagato più eccellente, per colui sul quale si è abbattuta un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Un provvedimento meno grave rispetto a quello “sponsorizzato” dalla Procura con la detenzione in carcere. Venerdì i giudici del riesame si riuniranno per affrontare nuovamente il nodo rifiuti e questa volta per quanto è accaduto sull’isola d’Ischia. Saranno i difensori del sen. Domenico De Siano a prendere la parola. Per cercare di scardinare il mosaico accusatorio. E quasi sicuramente all’ora prefissata compariranno come dal nulla anche le due sostitute, più determinate che mai a difendere il provvedimento. Speranzose che il Senato accolga la richiesta che è stata formulata dal gip del tribunale di Napoli che ha trasmesso gli atti. I magistrati dell’accusa sono sicuri che la commissione delle immunità parlamentari si esprima per l’arresto, avendo dalla loro un cospicuo margine di probabilità avendo già ricevuto il via libera dai parlamentari. E’ ovvio che questa scelta dovrà essere poi avallata dall’aula, che potrebbe votare diversamente.

Per De Siano i difensori dovrebbero essere personaggi di primo piano dell’avvocatura napoletana: Salvatore Pane e Vincenzo Maiello. Per scardinare soprattutto quella infelice accusa di associazione per delinquere di cui rispondono, oltre a De Siano, Oscar Rumolo e Vittorio Ciummo. E si batteranno soprattutto nell’evidenziare che tra tutte queste intercettazioni telefoniche che sono state fatte, non ce n’è una in cui discutano del problema rifiuti o di altro Ciummo e De Siano. Ce ne sono diverse, invece, tra De Siano ed Oscar Rumolo ed il senatore si guarda bene dall’esporsi più di tanto. Chiede al suo dirigente di Lacco Ameno se ci sono novità, se ha parlato con tizio e caio, se soprattutto si è attivato durante le votazioni per scegliere i delegati per il congresso dell’allora Pdl. Veri e propri colloqui compromettenti non ci sono, si fa una valutazione da parte della polizia giudiziaria ritenendo che Rumolo sia la longa manus di De Siano in determinate operazioni. E si collegano questi due al vero capo corrente per Napoli e provincia, l’on. Luigi Cesaro, che aveva tutto l’interesse ad avere una cospicua pattuglia per il congresso, per contare di più. Un ragionamento che molto probabilmente non accetteranno le signore della Procura. Che evidenzieranno certamente che siamo di fronte a colui che di fatto è il vero burattinaio della gestione dei rifiuti a Lacco Ameno e Forio, anche se c’è un particolare non del tutto insignificativo, e cioè che il Cesaro quale capo corrente non sponsorizzava la “Ego Eco”, bensì la “CITE”. La società che di fatto poi è rimasta fuori nell’appalto di Forio.

La partita non è chiusa per i giudici della “libertà”. Dovranno discutere e decidere su altre posizioni. E quella che interessa maggiormente il nostro territorio è dell’ex dirigente finanziario del Comune di Forio, Vincenzo Rando. Se ne discuterà dopo il riesame di De Siano. Avendo il suo difensore presentato istanza con qualche giorno di ritardo. Molti hanno atteso per capire come si sarebbero messe certe situazioni, dopo che per altre indagini si sono avute disparità di decisioni anche per singoli fatti, ma per indagati diversi. La posizione di Rando non è certamente agile, se così la possiamo definire. Il suo nome ricorre precipitosamente in più di un’occasione allorquando i coindagati parlano liberamente al telefono. Discutono dei problemi che si frappongono per la composizione della commissione giudicatrice della gara, sulla rinuncia del presidente Iacono e la sua sostituzione. Poi avvenuta con Oscar Rumolo. Su proposta proprio del Rando con una richiesta esplicita al sindaco di Lacco Ameno Tuta Irace. Quest’ultima, nel riferire alla polizia giudiziaria questo particolare, non è apparsa affatto precisa. Anzi, non ricorda bene come sia avvenuta questa “cortesia” del Comune di Lacco Ameno verso quello confinante di Forio. Non ricordando se ci fosse stata una richiesta ufficiale o una più amichevole da parte del suo omologo di Forio. Molto vaga perché i tempi, si sa, diluiscono i ricordi.

Di Rando si parla anche durante le intercettazioni che intercorrono tra Rumolo e Ciummo e tra quest’ultimo e Di Maio, consigliere comunale di Forio e delegato alla nettezza urbana. E Rando, quando capisce che ci sono problemi e c’è il serio rischio di finire in un vortice, cerca in tutti i modi di non avere contatti con i rappresentanti della “Ego Eco”. Arrivati al punto di piazzarsi fuori l’abitazione del Rando per marcarlo stretto ed attenderlo sul marciapiede per potergli parlare e chiedergli spiegazioni in ordine ad un appalto che interessava moltissimo al Ciummo.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos