Un giovanissimo dell’isola d’Ischia ha visto finire il suo calvario. Un calvario, senza tregua e senza soluzione, considerando le offese e le ingiurie che subiva dai suoi presunti amici. Finti amici che ieri mattina, alle 7.00, hanno ricevuto la visita dei Carabinieri che hanno effettuato 10 perquisizioni domiciliari e sequestrato i cellulari dei singoli che, al momento, sono indagati dal dott. Regine del Tribunale dei Minori di Napoli per il reato di diffamazione.
Una indagine che deriva da una intricata operazione di polizia giudiziaria svolta dai Carabinieri di Forio e protrattasi per mesi. Almeno sei.
I 10 ragazzi intercettati ieri mattina e ai quali sono stati sequestrati i cellulari avevano formato un gruppo WhatsApp in cui la vittima subiva insulti e intimidazioni. Immagini irrisorie, collage, offese e altro materiale che sarà recuperato dagli esperti della Procura della Repubblica dalle analisi che seguiranno ora che i dispositivi sono stati messi sotto sequestro.
La cronaca. A dicembre, preoccupata per la situazione di stress e timore del figlio, la mamma va dai Carabinieri – come ha ricostruito Il Dispari – e presenta una denuncia dettagliata con screenshot, registrazioni e documenti scaricati. La denuncia viene trasmessa al Pubblico Ministero e da essa scaturisce la prima fase di questa indagine. Un’indagine approfondita che ha permesso di individuare le utenze segnalate e i minori coinvolti.
Sulla base di questi primi indizi, sono state avviate le perquisizioni e il sequestro dei dispositivi con la notifica dell’avviso di garanzia a carico di sei ragazzi del comune di Ischia, due di Barano e due di Casamicciola che sono stati indagati del reato di diffamazione anche se è molto probabile che dopo le analisi dei telefonini potranno cambiare le accuse a carico dei giovani che, al momento, sono minorenni.
La situazione della vittima di questo gruppo WhatsApp potrebbe influire anche sulle accuse che dovranno affrontare. Da tempo, infatti, dicono alcune persone che la conoscevano, la vita di questo giovane studente ischitano era stata sconvolta. Un cambiamento di vita che potrebbe costituire un’aggravante per le accuse che potrebbero rientrare in altre ipotesi di reato. Tuttavia, c’è un aspetto ancora più grave nella vicenda, che rivela una sfrontata malvagità. Alcuni conoscenti ci hanno riferito che lo stesso spregevole gioco era già stato fatto qualche anno prima, quando i ragazzi erano più giovani. In quella circostanza, però, nessuno aveva denunciato il fatto, forse per via della tenera età degli autori delle offense e delle ingiurie. Senza voler fare alcuna accusa, riteniamo importante sottolineare, in attesa che le indagini facciano chiarezza e gli avvocati applichino le singole strategie difensive, come sia necessario monitorare l’uso di certi mezzi di comunicazione. Il cyber bullismo, di cui si parla spesso, è una realtà molto pericolosa. Bisogna stare molto attenti soprattutto ai segnali che possono venire dai figli, come cambiamenti di amicizie, isolamento nei rapporti e cambiamenti di vita. Più che controllare gli smarphone, serve il dialogo e la relazione.