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Indipendenza un par di ciùfoli! | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 22 luglio 2023

Troppo facile rivendicare l’indipendenza dopo tutto quanto fatto, finalmente in modo serio e concreto, senza inutili e sterili proclami, per liberarlo. Oggi Patrick Zaki, dopo aver ringraziato -va detto- il Governo e la diplomazia italiana per quanto ottenuto, rifiuta il volo di Stato e l’accompagnamento diplomatico dedicato, affidando -guarda un po’- ad Amnesty International (che di certo non c’entra un fico secco con la sua liberazione, ascrivibile ad unico merito della credibilità e della capacità relazionale di Giorgia Meloni) le spiegazioni di questa sua decisione. Eccole, riportate fedelmente dal Corriere.it: “La reputazione dei difensori dei diritti umani si basa sulla loro indipendenza dai governi. Ringraziano e apprezzano quando si fanno delle cose per loro, come sono state fatte e infatti Patrick ha ripetutamente ringraziato governo e ambasciata. Decidere di viaggiare su un volo di linea non è un gesto di opposizione politica, ma un gesto di indipendenza. Chi sta montando le polemiche in queste ore -afferma il portavoce di AI- lo fa senza fondamento, sta solo cercando di rovinare la festa ed è un peccato. Domani sarò a Bologna a fine mattinata per riabbracciare Zaki: non vedo l’ora.”

A Zaki e ad Amnesty International, è chiaro a tutti, manca la chiarezza del concetto di “indipendenza”. Si è indipendenti quando si sceglie di andare in un paese dove i diritti umani non sono una certezza, pur di rappresentare le proprie idee o schierarsi a favore di questo o quel movimento, assumendosi le proprie responsabilità e, soprattutto, il rischio di poter perdere anche la vita (come successo a Giulio Regeni in un silenzio tuttora assordante), senza fare ricorso all’aiuto della politica o, comunque, dove questa appare incapace e inerte. Il discorso cambia allorquando è sotto gli occhi di tutti quel che proprio la politica sia riuscita a fare per ottenere la grazia rispetto ad una condanna inappellabile a tre anni di reclusione, in un sistema carcerario come quello egiziano, in cui un periodo del genere non passa certo come una villeggiatura.

Questo personaggio, che certamente ci ritroveremo candidato col centrosinistra nella prima tornata elettorale utile, meriterebbe una lezioncina di vita di una certa portata. Un po’ come Roberto Saviano, che da dipendente della tivù pubblica dovrebbe cominciare a rendere conto delle sue reiterate e offensive dichiarazioni contro un esponente del Governo in carica.

1 COMMENT

  1. A prescindere da tutto è vergognoso che Noi paghiamo x liberare un egiziano…… È stato l’ennesimo errore di un governo che al momento ha tradito in toto il suo mandato.

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