Pasquale Raicaldo | Accomodati pure. Ti abbiamo dato il tempo di arrivare, sistemarti, guardarti un po’ intorno. Ora, però, abbiamo un taccuino bello pieno. Auspici, domande, interrogativo. Sei pronto?
«Lo sono. Mi aspettavate, vero?».
Altroché. E’ che sono un po’ di anni che speriamo che quello successivo sia quello buono. Sai com’è: la crisi che si protrae, quel famoso tunnel…
«So tutto. E so anche che con il mio predecessore non è andata granché bene».
Sottile eufemismo. Diciamo pure che è andata maluccio. Negozi sfitti, boutique in difficoltà, numeri che parlano di un turismo che regge, ma che spende molto meno.
«Altolà. Una cosa sono le congiunture, di cui mi assumo ogni responsabilità, insieme con gli anni che mi hanno preceduto . Un’altra è il libero arbitrio, questione tutta vostra».
Iniziamo bene. Parti già con lo scaricabarile.
«Mannò. E’ che se voi state immaginando un’isola che si apre alla massa, con tariffe low cost tutto incluso e svendendo la risorsa termale, quasi fosse un surplus, non lamentatevi se i flussi non portano ricchezza all’indotto. Ma questo in fondo lo sapete già: i miei predecessori dovrebbero avervi già insegnato qualcosa».
Ecco la paternale. Ma non sei tu a dover rispondere alle nostre, di domande?
«Certo. E ho 366 giorni per farlo».
Anno bisestile, già. I numeri dicono che 20 è la festa e 16 il sedere. Potresti essere un anno fortunato.
«Questione di interpretazione. La festa potrei farvela io, quanto al sedere…».
Non essere volgare.
«Scherzavo, naturalmente. Avrò luci e ombre, come chi mi ha preceduto. Più luci che ombre».
Questa è una notizia.
«Il 2015 mi lascia in dote molte incognite, ma anche qualche ottimo spunto. Il Patto strategico per lo sviluppo dell’isola, voluto da Mimmo Barra, che è riuscito a mettere insieme i sei sindaci con l’obiettivo di presentare progettualità in grado di intercettare i finanziamenti europei. E allora vi dico che sarò un anno importante per le infrastrutture, il porto di Ischia in primis, e per i depuratori».
Lo avevano promesso anche i tuoi predecessori. Siete tutti della stessa pasta.
«Noi creiamo opportunità, siete voi che dovete coglierle».
Chi saprà cogliere le tue, di opportunità?
«Beh, sono un anno di transizione per il Comune di Ischia: questo lo sapete. Politicamente, saranno sempre più chiare le mire di Domenico De Siano e Gianluca Trani, potenziali competitor di Enzo Ferrandino, successore designato nello scacchiere di Giosi».
Giosi, a proposito. Il suo 2015 è stato un’ecatombe.
«Questo sarà l’anno del processo, invece. E della possibile ripartenza».
Bella forza, sin qui. Non ci hai svelato nulla di imprevisto ed imprevedibile.
«Volete nomi nuovi, lo so. Certezze. Ma io giro sensazioni e percezioni. Vedo bene Maria Grazia Di Scala, consigliere regionale che tiene realmente a cuore le vicende delle isole. Ce n’era bisogno, in passato chi si è seduto su quella poltrona ha troppo spesso pensato più al proprio tornaconto che al bene dell’isola. Trasporti e sanità le priorità, ma questo lo sapete».
Già che lo sappiamo. E tu, piuttosto, sai che vorremmo una Caremar che funzioni e il ripristino della Sir, la struttura psichiatrica residenziale sottratta nel nefasto 2015.
«Il governatore De Luca ha investito sulla questione Caremar, interverrà in prima persona. Sulla Sanità, ci sarà da lottare. Ma so che vi siete attrezzati. Anzi, complimenti al Comitato di Cittadinanza Attiva: ha insegnato che anche partendo da posizioni ideologiche fortemente divergenti, la Chiesa e Rifondazione Comunista, si possa lottare per obiettivi comuni. E’ una bella lezione, che per quanto mi riguarda proverò a premiare».
Ambiente.
«Dovete convincervi della necessità che l’isola torni isola. Liberandola dal traffico, che è uno dei problemi più sentiti. Ecco, rimboccatevi le maniche. Anche con misure impopolari, allargando le zone a traffico limitato, optando per i taxi collettivi, tornando al bollino estivo per la circolazione.
Poi, con me sarà la volta buona perché riparta l’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno”, dopo il commissariamento. Stavolta, la politica dovrà decidere di investire passione e competenza, dopo il flop degli anni scorsi. Ma io, intanto, darò una nuova opportunità. Non mi sembra poco».
Torniamo al turismo e all’identità dell’isola. Possiamo abbozzare un sorriso?
«Potete, potete. Un po’ perché, diciamolo, non è che di questi tempi la gente abbia voglia di girare troppo il mondo, con questi chiari di luna. Un’isola come la vostra, a un tiro di schioppo da Firenze, Roma, Milano e Torino, è certo una soluzione turistica vantaggiosa e appetibile. Poi, però, c’è un altro ragionamento da fare. Vi state in un certo senso svegliando».
“Svegliando”?
«Mi spiego: i miei progenitori, gli anni Sessanta e i Settanta, gli Ottanta e i Novanta, vi hanno fatto crescere nella bambagia, arricchendo gli ischitani con il minimo sforzo e convincendoli che potevano avere la botte piena e la moglie ubriaca. Così, si sono riempiti il portafogli devastando la bellezza dell’isola. Abusivismo e ingordigia, invidie e divisioni. Oggi, il vento è cambiato. Giusto così. Vi rimboccherete le maniche, come avete iniziato a fare negli ultimi tempi. “I love Ischia”, amate scrivere sui social network: è giunto il momento di dimostrarlo».
Sicurezza stradale.
«So che chi mi ha preceduto vi ha fatto versare lacrime amare. Ma so anche che la strada intrapresa – controlli serrati sulla guida in stato d’ebbrezza, grazie a Carabinieri e Polizia – è la strada giusta. Per troppo tempo avete pensato di essere al volante di bolidi, su vie anguste e complicate. E’ ora di smetterla, non trovate?».
Cultura.
«Sarò un anno importante. Perché chi mi ha preceduto vi ha già mostrato che una formula intelligente è quella che vede il privato soccorrere il pubblico. Come La Mortella che aiuta Villa Arbusto. Un format estendibile ad altre realtà, visto che le amministrazioni – Lacco Ameno in primis – non navigano in buone acque».
Sport.
«Sarà un anno di grandi risultati per Sydney Saturnino, la bella ginnasta isolana, e per Gianni Sasso, che può entrare nella storia. L’Ischia tornerà ischitana. Con qualche sofferenza di troppo sul campo nella stagione in corso».
Chiesa.
«Uff, pensavo di essermela scappottata. Il tema è caldo, confesso. Lotte intestine, antipatie. E la vicenda dei due parroci silurati, per la quale avrete novità. Il vescovo Lagnese avrà bisogno di lucidità e polso fermo, non v’è dubbio. E anche di un pizzico di misericordia, più o meno divina».
Non essere blasfemo.
«No, blasfemo no. Sarò sorprendente, a tratti. Interlocutorio, certamente. Fortunato, per qualcuno. Ma sfuggerò alle etichette, come chi mi ha preceduto. E soprattutto lascerò molto a voi, cari ischitani. Ne riparliamo da un anno, nel frattempo – però – rimboccatevi le maniche».