mercoledì, Gennaio 8, 2025

“Io positiva per due volte in tre mesi chiedo maggiore tutela a Scuola”

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Pandemia | La testimonianza di una ragazza colpita dal Covid

Ida Trofa | “Non mi dicano che non è vero, io ho contratto il virus per due volte in tre mesi per colpa della scuola e voglio che non accada mai più. Che d’ora in avanti si intervenga per tempo per prevenire ogni forma di contagio. Ho passato mesi infernali, mio padre e mia nonna in terapia intensiva covid, noi in famiglia isolati. Quando cominciavamo a rivedere la luce in fondo al tunnel il COVID è ripiombato nella mia vita. Così siamo di nuovo con tutta la famiglia in isolamento, separati e costretti a rincorrere le istituzioni per i nostri diritti. Ho già protestato a scuola e con il dirigente scolastico. A volte sento che si minimizzi troppo e non è giusto”.

Ne parla al “Il Dispari” una giovane studentessa isolana di un istituto superiore, positiva e in isolamento dal 3 dicembre, che garantisce: “Non voglio più rischiare, ho paura e chiedo maggiore sensibilità. E’ assurdo che una mia compagnia sia risultata positiva il 26 novembre ed io, pur sottolineando alla preside, al responsabile della sicurezza la necessità che la scuola e la classe venisse messa in sicurezza e sanificata, sia stata messa in un angolo e non garantita per poi scoprire il 3 dicembre, soltanto, di essere positiva. Tutti dicevano di non sapere nulla e che l’ASL non aveva dato esiti ufficiali. La mia compagna ha scoperto la positività facendo un tampone antigenico”. Conclude la studentessa evidenziando timori e paure.

Va da sé che, timori o meno, senza l’intervento della azienda sanitaria e dei vertici responsabili del COVID, il dirigente scolastico non può assumere alcuna iniziativa straordinaria oltre la normale routine. In ogni caso, l’ansia del contagio serpeggia tra i banchi, a torto o a ragione, alimenta polemiche e malumori: “Io avevo paura, so cos’è il virus in forma grave. Tutta la mia famiglia si è ammalata e mio padre ha rischiato la morte. Mi sono ammalata per la seconda volta perché chi doveva non ha agito e ha sottovalutato il rischio. Sono un soggetto fragile. Per fortuna ho sintomi lievi, ma non voglio che accada mai più! Invece vedo che c’è molta leggerezza anche da parte dei miei compagni a cui viene consentito di occupare la scuola, di fare assembramenti per motivi a me incomprensibili che mettono a repentaglio la sicurezza e la salute con il rischio reale e concreto della Pandemia, per fare chissà cosa, invece di sottolineare le classi pollaio, la mancata igienizzazione degli spazi, le omissioni in termini di sicurezza, il mancato riscaldamento degli ambienti perché i termosifoni non funzionano. E non è colpa loro, ma di chi glielo permette”. Questa modalità di interpretare la sicurezza , stando al racconto dalla ragazza, oltre ad essere discriminatoria è lesiva della sanità pubblica, di fatto, comunque, risponde ad un direttiva imposta dalla norma che impone specifici step prima di ammettere chiusure, DAD e sanificazioni.

Doglianze e forme di dissenso che, in ogni caso,danno il senso dell’attuale situazione di ansia e caos.
Insomma, spesso, oltre la legge, ad imperare è il senso delle cose, la prospettiva che si vuole dare alle questioni. Questo e solo questo resta la strada maestra, a ben vedere, e leggendo tra le righe i paesaggi della studentessa, dettasi intenzionata a non transigere dopo che la sua salute, la sua sopravvivenza, sarebbe stata messa, a suo dire, a repentaglio, con l’assunzione di iniziative poco drastiche da parte di chi è deputato a vigilare.
L’unica certezza in questa vicenda è che la questione riapertura scuole in presenza continua ad esser alimentata dalle polemiche. Su tutte, in queste ore, continua ad essere stringente il nodo sulla responsabilità dei vertici scolastici in materia di sicurezza negli ambienti di scolastici e di lavoro, in materia di contrazione del Covid-19. I nodi su come e quando agire.

Cosa è stato fatto concretamente dal Governo, le istruzioni per il rilancio della scuola? In due anni: nulla. Questo atteso il panorama di incertezza che ci riconduce sempre al punto di partenza.
In troppe situazioni i nostri governanti hanno gestito male, avrebbero dovuto puntare alla rimessa a norma. In molte circostanze si è arrivati a negare l’inadeguatezza delle classi, il contagio, a minimizzare il ritorno delle infezioni e l’avanzata inarrestabile del Coronavirus. Solo scelte di comodo ed equivalenti nel lassismo imperante in cui viviamo. Un costante lavarsene le mani l’incapacità ad agire concretamente, il voler solo aggirare l’ostacolo finché va bene, se va bene lasciano il comparto, la popolazione scolastica, dai dirigenti, agli insegnati fino all‘’ultimo attore, abbandonati a se stessi. Da qui il costante sorgere di equivoci e malintesi.
Insomma, è evidente che non si può pretendere da un dirigente scolastico, per quanto affiancato da un responsabile del servizio di prevenzione e protezione e da un medico competente, il possesso e l’esercizio quotidiano di competenze che spaziano oltre l’immaginabile.
Purtroppo la questione degli infortuni, il contagio, subito dagli studenti, l’omessa o meno valutazione di un rischio esistente, rappresenta un addebito di responsabilità per il dirigente scolastico, ma anche dei compiti specifici di ciascun personale docente e amministrativo all’interno dell’istituto, in virtù dell’esistenza dell’obbligo di vigilanza nei confronti degli allievi, al fine di evitare che quest’ultimi possono recare danni a terzi o a sé stessi. Trattandosi di covid, però, questo non può transigere da specifiche disposizioni indicate dalle autorità sanitarie. Altra cosa, oltre le regole, è la convinzione di ognuno di noi che si debba intervenire a prescindere solo sentendo la parola Coronavirus.

La verità e che nonostante gli appelli, i fiumi di parole l’invocazione alla ragionevolezza ed al buon senso ancora non abbiamo imparato a convivere con la Pandemia.
La polemica sul contagio tra i banchi (in verità mai sopita) nel giorno dello sciopero nazionale della scuola e sindacati per protestare sui temi economici e contrattuali legati al comparto.
Tra le motivazioni della protesta ci sono “l’impoverimento costante” di cui è “vittima” la categoria: “Dopo decenni di tagli alla scuola e due anni di emergenza, l’esecutivo Draghi prosegue, in linea con i governi precedenti, nell’attacco al diritto all’istruzione e ai lavoratori/trici della scuola” gridano i piazza gli esponenti di categoria.

4 COMMENTS

  1. 6 ragazzi positivi al mennella di lacco ameno plesso fundera tutti della stessa classe e nessuno ne parla. Giovedì in mattinata tutti i genitori di quella classe sono stati chiamati per recarsi a scuola è riprendersi i propri figli causa cluster in classe. ASSURDO ! La Asl ad oggi non si fa sentire, mio figlio ha già fatto 2 tamponi a pagamento per eccesso di zelo e paradossalmente è libero di girare dove gli pare, anche se non li avesse fatti. Intanto la classe è in DAD, ma la lentezza della pachidermica macchina statale è imbarazzante. Ma come vogliamo sconfiggere la pandemia con questi presupposti? Inoltre mi chiedo per starci 6 contagiati in una classe vuol dire che qualcosa non ha funzionato? Mandiamo i ragazzi a scuola ma lo esponiamo a rischi enormi la cosa non mi sembra proprio normale

  2. Francesco dovresti chiederlo a quelli che vogliono le scuole aperte perché non sopportano di avere i figli a casa .
    Dovresti chiederlo a chi ha acconsentito questo . Dovresti chiederlo ai commercianti ristoratori e quant altro che per papparsi 2 soldi in più non fanno rispettare le più elementari norme anti covid.
    Dovresti chiederlo a coloro che entrano nei luoghi pubblici senza disinfettarsi le mani e senza misurarsi la temperatura. Saranno gli stessi che dopo aver pisciato non si lavano le mani? Ma di che ti lamenti, che come dice qualcuno : tanto stamm a Ischia.

  3. Gennaro sono d accordo con te solo un appunto il problema non è ischia è l italia perché le norme sono redatte da uno stato fatto da 4 incompetenti ed è ovvio che Lena si è le scuole debbano attenersi a queste leggi mal scritte. Dovremmo ricordarci di queste cose quando andremo a votare. SI SALVI CHI PUÒ

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