sabato, Marzo 22, 2025

Io sto con Luciana. E con la giustizia (quella giusta) | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 21 marzo 2025



Con profonda amarezza, nell’ambito delle duplici grane giudiziarie che stanno toccando molto da vicino sia Giosi Ferrandino che Fulvio Martusciello, ho appreso la notizia dell’arresto di Luciana Simeone, segretaria storica di Fulvio, coinvolta in un’indagine che si preannuncia lunga e complessa e che certamente ha ancora molto da rivelare. Non posso nascondere il mio rammarico per il trattamento che le è stato riservato, convinto che la misura cautelare in carcere sia del tutto sproporzionata rispetto al suo potenziale ruolo nella vicenda. Luciana sta pagando un prezzo altissimo per una situazione che meriterebbe di certo una valutazione più equilibrata in relazione alle sue effettive responsabilità.  
Conosco Luciana come una persona perbene, professionista seria, corretta e scrupolosa che ha sempre svolto il proprio lavoro con dedizione e senso del dovere. La sua esperienza al fianco di Fulvio l’ha portata a muoversi ad alti livelli e sempre con competenza e discrezione, senza mai dare adito a sospetti o comportamenti sopra le righe. È per questo che la notizia del suo arresto mi lascia incredulo e profondamente colpito.  
Sappiamo tutti che la giustizia deve fare il suo corso e che le indagini sono fondamentali per l’accertamento della verità. Tuttavia, in uno Stato di diritto, le misure restrittive dovrebbero essere adottate con criterio e proporzione, nel pieno rispetto della dignità delle persone coinvolte. In questo caso, ho l’impressione che la severità con cui è stata colpita Luciana superi di gran lunga quanto necessario per garantire il normale svolgimento dell’inchiesta. Le istituzioni e i loro collaboratori meritano rispetto, per carità, ma ogni indagine dovrebbe sempre bilanciare il diritto all’accertamento della verità con la tutela della dignità personale.  
A mio avviso, ciò che sta accadendo non è un caso isolato, né un punto di arrivo. Credo che Luciana rappresenti solo una delle pedine di una scacchiera molto più ampia, che di qui a breve ci rivelerà ben altri colpi di scena. La sua vicenda ricorda da vicino quanto accadde durante le inchieste di Tangentopoli, quando si iniziava col colpire i gregari per arrivare, passo dopo passo, ai leader. Allora come oggi assistiamo a un meccanismo che sembra seguire una logica precisa: partire dai livelli più bassi per poi risalire la catena di responsabilità, in un percorso che potrebbe presto portare a rivelazioni ben più clamorose ed obiettivi impensabili per noi comuni mortali.  
Non posso fare a meno di chiedermi, a tal proposito, se non sia in atto una strategia già vista, in cui le prime persone toccate finiscono per subire un trattamento più duro del necessario, forse nella speranza che il loro coinvolgimento contribuisca a spingere le indagini sempre più in alto attraverso la rivelazione di chissà quali segreti e dettagli. Un copione già noto, che abbiamo visto ripetersi più volte nella storia del nostro Paese, e che spesso ha portato a processi mediatici e giudiziari dagli esiti imprevedibili e spesso politicizzati.  
Mi auguro che il quadro si chiarisca rapidamente e che Luciana possa dimostrare la sua estraneità alle accuse che le vengono mosse. Spero che la giustizia segua il suo corso con la massima trasparenza e senza forzature, evitando di trasformare questa vicenda in un gioco al massacro in cui la verità rischia di passare in secondo piano rispetto alla necessità di trovare colpevoli a ogni costo. Confido che la verità emerga nella sua interezza e che venga ristabilita una valutazione equa e oggettiva della sua posizione, senza pregiudizi e senza eccessi punitivi. La giustizia deve essere giusta, prima di tutto. E in questo momento, più che mai, mi auguro che lo sia davvero.

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