sabato, Febbraio 1, 2025

Ischia Calcio, quo vadis? Il work in progress che preoccupa. L’editoriale

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L’editoriale di Gaetano Di Meglio, dall’edizione di Venerdì 31 Gennaio 2025 | Partiamo da un punto: se l’Ischia non avesse perso – anche giocando male, come è accaduto spesso – oggi la piazza gialloblù non vivrebbe nessun problema. Sarebbero tutti contenti e felici, e chi provasse a usare la testa non come un semplice divisorio per le orecchie correrebbe il rischio di essere etichettato, come ci è capitato in passato (e non sto qui a rinvangare il passato).
Se l’Ischia non avesse perso e la classifica le fosse più amica, saremmo rimasti solo noi de Il Dispari e Mister Daniele Serappo a interrogarci sulle scelte – alcune cervellotiche – di Mister Corino e della società.
Se l’Ischia non avesse perso e non si fosse ritrovata nelle sabbie mobili di febbraio, ad oggi, i vari passaggi di mercato risulterebbero meno impattanti di quanto, invece, sono.

Caos mercato e scelte discutibili
La storia di Padulano e di Maiorano è emblematica. I due calciatori sono stati ritenuti non più idonei al progetto Ischia ma, tuttavia, resteranno a Ischia e a carico dell’Ischia fino alla fine del campionato. E il problema non è quello economico: alla fine, Carlino (o chi per lui), con i suoi soldi, può e deve fare quello che vuole. Ma questa decisione incide su quella che è la credibilità del sodalizio gialloblù. All’esterno, stando a quella che dovrebbe essere la grammatica del calcio, questi due giocatori resteranno fermi per diversi mesi e ricorderanno la loro partecipazione (per Maiorano con più alti che bassi e per Padulano solo con bassi) per essere stati messi nelle condizioni di non poter lavorare. Già, perché è questo il punto: certe volte il gioco diventa lavoro. (Mentre andiamo in stampa, tuttavia, l’Ischia Calcio ha comunicato la rescissione contrattuale con Maiorano, ndr)

Così come resta emblematica – almeno per questa stagione sportiva – la vicenda legata alla scelta dei portieri. Il fallimento con i 2006 e le scelte successive ci hanno mostrato una tranquilla fase di confusione che diventa davvero difficile da comprendere. Il ritorno di Mimmo Re, la prova in questi giorni del nuovo 2004 ex Catanzaro e l’utilizzo non chiaro di Trani e Delizia (inclusi nel fallimento Juniores!) si sommano all’infortunio di Mirko Gemito (uagliò, riprenditi presto!) e alle prestazioni opache di Paduano.
L’altro dossier caldo è quello degli under. Dopo aver lasciato che Luca Quirino e Alessandro Gadaleta andassero dove li portava il “cuore”, dopo il sistematico non utilizzo di Matteo Arcamone, dopo il benservito comunicato ad Armando Pellino, ora si aggiunge anche quello di Giovanni Vito Ballirano. Senza voler andare troppo indietro nella storia, ci piace ricordare come Enrico Buonocore, parte integrante fino a novembre scorso dell’Ischia degli ultimi anni (inteso come gruppo dirigente in generale), avesse lavorato affinché gli under dell’Ischia potessero crescere. Al netto delle singole prestazioni, in quella fase tecnica tutti abbiamo potuto apprezzare la costante crescita dei calciatori “piccoli”. L’Ischia di oggi si è ridotta a Desiato e Mollo. Sì, certo, ci sono anche D’Anna, Bianchi e Bisogno a completare la rosa, ma ci terrei a tenere separati i due gruppi.

Quale direzione per l’Ischia?
Ora, senza nascondere l’influenza delle serie crime che mi fanno compagnia durante la notte, vorrei provare a collegare i fili. Ischia, dove vai? È chiaro che, oltre alla delubranizzazione della rosa e dei rapporti economici collegati alla passata gestione “sportiva”, è in atto una trasformazione in casa Ischia. Una trasformazione che, però, non riusciamo a leggere nel suo complesso.
Non molti anni fa, dopo la scelta di Emanuele D’Abundo di creare una squadra tutta made in Ischia, il dibattito si è soffermato sulla necessità di avere una buona base di calciatori isolani, da completare con alcuni innesti dalla terraferma per avere quel quid in più per vincere. L’apertura è arrivata con lo storico campionato di Eccellenza di tre anni fa e i risultati si sono visti. Da questa fase si è passati a una fase di mantenimento, come è stato lo scorso anno nel Girone G di Serie D. Quello che non si capisce, però, è quale sia la fase di oggi. Verso quale direzione si sta muovendo l’Ischia?


Quello che è chiaro è che la società sta cambiando volto partendo dalla rosa e sta facendo scelte che, forse, singolarmente non riescono a dare indizi sulla meta. Tuttavia, chi osserva e commenta prova a colorare gli spazi neri dove si trovano i puntini, come avviene sulla Settimana Enigmistica nel tentativo di risolvere il quadro. Quello che ne viene fuori, al momento, però, è un fake di Picasso, tra l’altro fatto male. Lo so, se l’Ischia ottiene risultati, tutto questo termina. Guardiamo la classifica che sorride, titoliamo sulla vittoria con la destra e con la sinistra “arronziamo” la polvere sotto al tappeto. Ma sono convinto che così non faremo il bene della maglia dell’Ischia, che, come diceva Domenico Di Meglio parlando di Guglielmo Buonocore: “nonostante tutte le vicissitudini negative che l’hanno coinvolta, è sempre una maglia onorata.”

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