Insalutato ospite. Così, senza fuochi pirotecnici, senza grandi colpi (se non quello degli accosti per i residenti a Ischia Ponte) il sindaco Giosi lascia Ischia. Si fa calare il sipario sulla scena e il mattatore unico della politica locale degli ultimi 10 anni prova a rientrare nei camerini della politica sapendo, però, di continuare ad essere il protagonista.
Chi scrive è convinto che, se avesse avuto la possibilità di candidarsi, ancora una volta, avrebbe stracciato le elezioni. Meriti suoi? Maggiormente demeriti degli altri.
Il tempo di Giosi sindaco ad Ischia si può dividere in grandi aree. Il primo mandato, il caularone, il flop europeo, l’arresto e il ritorno e in mezzo tanti figuranti della politica locale, anche storici, che hanno fatto da comparse nel grande circo che il sindaco venuto da Casamicciola ha diretto e che, statene certi, continuerà a dirigere.
Avversato e amato da tutti, Giosi Ferrandino, ha conservato nel tempo lo stile, la cazzimma (forse nell’ultima fase l’ha aumentata), la coerenza con se stesso e la capacità di raggiungere l’obiettivo che si è prefissato.
Questa mattina diffonderà sul web, a campagna elettorale ufficialmente chiusa un video dal sapore virale. Un video velocissimo, dal ritmo tribale per scadenzare un messaggio, magari fin troppo sintetico ma adatto alla circostanza: “Dieci anni insieme per fare di Ischia un comune moderno. Ambiente, turismo, grandi opere, grandi temi, relazioni, famiglie, servizi e diritti al centro di ogni scelta. Dolori, gioie e soddisfazioni indimenticabili! Vi lascio un buon paese, un buon governo, una buona speranza, una buona vita. 10 anni di te e di me Ischia. Grazie!”
Giosi esce di scena e porterà con se, la colpa (questa volta raddoppiata perché sulla falsa riga di Casamicciola) di non aver saputo lasciare al suo comune e alla sua politica un successore. Per qualcuno è un bene, per altri una sconfitta. Per il paese, sicuramente un bene. L’alternanza, il cambiamento, la diversità sono opportunità di crescita per il comune. Il diverso, in questo caso, serve per fare il paragone e, soprattutto, per comprendere bene il valore di ciò che si possiede. Come si dice, apprezziamo il valore delle cose quando non le teniamo più. Con questo voglio dire che già ci manca Giosi? Eh, cari signori, si.
Ci manca Giosi soprattutto perché siamo piombati in un film già visto 11 anni fa. Siamo tornati al 2007 in tutto e per tutto.
Abbiamo vissuto un periodo, 10 anni, e oggi, all’improvviso, ci svegliamo sul set di “Ritorno al futuro”, con un salto nel tempo che fa paura.
E la mia valutazione non è riferita a Gianluca, a Enzo o a Gennaro, bensì alla società ischitana che, dopo questi dieci anni di gestione para-casamicciolese, si ritrova tale e quale. In questo nefasto mese di campagna elettorale, personaggi come Pierino D’Ambra tornano al centro dell’agone politico. Gente come il Capitano Riccio, Luciano Venia e altri walking dead (zombi!) di qua e di la si presentano all’elettorato. Senza nessun filtro. Senza nessuna vergogna. Senza nessuno che gli abbia detto: resta dove sei.
Capisco i redivivi e quelli che senza politica non riescono a vivere e anche quelli che hanno fatto del “posto al comune” da consigliere o assessore un motivo di vita reale e di professione (c’è gente che altrimenti non farebbe neanche o col bicchiere!) ma queste elezioni hanno rappresentato la sconfitta della società civile ischitana. Quella composta dai quarantenni come me (anche se io non mi arrendo e resto dell’idea che svolgere il mio ruolo, così come lo faccio, sia un impegno per il paese), dalle energie di Ischia e dai tanto reclamati giovani.
E’ verissimo, ci sono ragazzi candidati di qua e di la e di la che hanno tante belle idee, che si impegnano e che, possono garantire un ricambio, almeno sulla carta. Ma quel che conta è che la società civile ischitana è rimasta al pre-Giosi. Siamo al pre Giosi per modo di fare, per modo di pensare, per i protagonisti, per gli equilibri da rispettare, per gli schieramenti che si sono generati e, per i problemi che restano da affrontare.
Domani, il popolo di Ischia sarà chiamato a eleggere la sua nuova classe dirigente e la speranza, molto remota, che molti “noti” non vengano eletti, ancorchè remota, resta viva. E’ una fiammella piccola piccola, ma spero faccia luce.
Ma torniamo a Giosi. E’ questa la sua colpa grande. La sua vera responsabilità. Aver lasciato il paese senza una chiara classe dirigente.
Dopo l’arresto, è inutile continuare a usare eufemismi, Giosi ha avuto la capacità (sempre tenendo ben presente il minus degli altri!) di riacquistare il ruolo da leader della politica locale. Ha ristabilito l’ordine nella sua coalizione, ha portato a compimento il suo secondo mandato interamente (e questo gli va riconosciuto come merito, nonostante tutto) e oggi e a continuato a dettare il ritmo. Anche di questa campagna elettorale.
La morale è molto triste. Abbiamo lo stesso vuoto politico del 2007. E Gianluca? E Enzo? E Gennaro? Chi vincerà avrà il compito di riempirlo. Nel frattempo, ciao sindaco Giosi.
Comunque vada…..passeremo dalla padella alla brace.
Non lo rimpiangeremo