Sempre più giù. A digiuno di vittorie dal primo novembre scorso, l’Ischia conosce la terza sconfitta consecutiva al cospetto di un Cosenza cinico ma tutt’altro che irresistibile. Sarà rimasto deluso chi pensava che la sosta natalizia fosse giunta nel momento più opportuno, per consentire ai gialloblu di ricaricare le batterie dopo un finale di 2015 disastroso. Nonostante i zero punti, comunque, qualcosa da salvare c’è, anche perché non ci ritroviamo a scrivere della pesante debacle interna con il Matera e nemmeno dello sconcertante black-out in terra calabrese. Tutto vero, ma l’Ischia vista ieri lascia ancora una volta l’amaro in bocca. Ancora una volta gli uomini di Bitetto riescono a reggere l’onda d’urto di una squadra di alta classifica, fanno intravedere le giocate veloci di inizio stagione, ma pagano l’assenza di una prima punta di peso e, soprattutto, l’inadeguatezza sui calci piazzati, almeno in fase difensiva. La prestazione non è da buttare via, dicevamo, ma servono punti e questo aldilà delle tante assenze che continuano a complicare i piani del tecnico Bitetto: l’allenatore barese, già orfano degli attaccanti Orlando e Fall, deve rinunciare anche a Nicola Mancino. Beccato dai tifosi nonostante si trovi in panchina, il fantasista è vittima del riacutizzarsi di un problema muscolare a pochi minuti dall’inizio della gara: non a caso, il numero 10 fa prima parte delle formazioni ufficiali e poi viene sostituito da Antonio Porcino, uno che ieri ha fatto la sua parte, confermandosi un ottimo esterno di centrocampo.
IL MATCH. L’approccio dei gialloblu nei primi minuti non è per niente malvagio. In campo con il 4-4-1-1, con Calamai alle spalle dell’unica punta Kanoutè, gli isolani giocano alla pari con una squadra arcigna come il Cosenza di Mister Roselli. La prima fase è di studio, ma i gialloblu mettono in difficoltà i silani con le giocate in velocità, con Kanouté che – come già successo a Catanzaro – crea qualche grattacapo di troppo a due centrali di difesa massicci, ma lenti e macchinosi, come Blondett e Tedeschi. La gara del Mazzella è godibile, con l’Ischia che fa il gioco e gli ospiti che ripartono in contropiede grazie ad uno Statella in giornata di grazia. È proprio una sgroppata dell’ex Pavia che dà il via all’azione del rigore che poi Raimondi tirerà nelle braccia di Iuliano. Il pericolo scampato sembra rinvigorire l’Ischia, che si riversa in attacco e recrimina per l’occasione clamorosa non sfruttata da Kanoute: come ammesso dallo stesso Bitetto a fine gara, il senegalese avrebbe potuto fare qualcosa di più a tu per tu con Perina. Gol sbagliato, gol subito, ancora su calcio piazzato: il piede fatato di Arrigoni, su corner, trova la testa di Tedeschi, che sfrutta la sua fisicità ed è facilitato da una retroguardia gialloblu oltremodo statica.
Nella ripresa l’Ischia conferma i progressi rispetto alle terribili gare di dicembre. Gli isolani ci provano, ma il Cosenza sfrutta l’inerzia della gara e – con le solite ripartenze veloci – si affaccia costantemente dalle parti di Iuliano. Statella è sempre imprendibile e viene supportato dall’altro lato anche da un intraprendente Criaco; a rovinare tutto ci sono Arrighini e Raimondi, protagonisti del festival degli errori sotto porta. L’Ischia piano piano inizia a macinare gioco, nonostante uno Spezzani a mezzo servizio e un Izzillo irriconoscibile e condizionato dagli ormai atavici problemi alla caviglia. Il Cosenza inizia a sentire la stanchezza (il Mazzella è terreno pesante per tutti) e gli isolani ne approfittano: prima sfiorano il gol con un siluro da fuori area di Calamai, poi pervengono al pareggio con il sinistro perfetto di Porcino. Il pareggio potrebbe accontentare (relativamente) l’Ischia, ma di certo non il tecnico Roselli: l’allenatore dei silani schiera i suoi con un 4-3-3 iper-offensivo, mettendo in campo Giovanni Cavallaro, vera e propria bestia nera dei gialloblu. Il cambio non sortisce particolare effetto, ma il Cosenza riesce comunque a conquistare i tre punti grazie alla rete su punizione di Andrea Arrigoni, che fa il bis dopo il gol siglato sempre al Mazzella l’anno scorso e sempre con la maglia rossoblu. La reazione degli isolani porta veramente a poco e al triplice fischio i (pochissimi) tifosi presenti fanno sentire tutto il loro disappunto per un 2016 iniziato all’insegna della sconfitta. Adesso è arrivato il momento dell’inversione di rotta: con la Lupa Castelli serve la vittoria, per riscrivere la storia di un campionato iniziato bene e proseguito nel peggiore dei modi. Vincere per tornare a stupire e sognare quella salvezza diretta che, nonostante una crisi nera come la pece, appare tutt’altro che una missione impossibile.