mercoledì, Dicembre 25, 2024

Ischia da sogno, il Catania si inchina

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Davide batte Golia, la storia si ripete. La piccola grande Ischia, in un Mazzella finalmente all’altezza della Lega Pro, annichilisce la corazzata Catania e torna alla vittoria dopo quasi tre mesi e mezzo di astinenza. La squadra gialloblu mette in campo la classica prestazione perfetta, all’insegna di una difesa granitica (Moracci superlativo e decisivo) ma anche di un gioco che inizia ad avere una sua identità, con i registi Spezzani e Di Vicino in grande spolvero e una coppia d’attacco, quella formata da Kanoute e Gomes, che sembra già funzionare alla grande.

Al cospetto dei gialloblu ecco il Catania che non ti aspetti: incapace di fare gioco, convincente solo nei primi minuti e negli scorci finali della gara, la squadra etnea è lontana parente di sé stessa e fa registrare un clamoroso passo indietro dopo la vittoria interna con il Matera. Merito, e su questo non ci sono dubbi, anche e soprattutto di un’Ischia gagliarda e mai particolarmente in difficoltà, brava a rispondere alla sconclusionata pressione avversaria con le giocate in velocità di Kanoute e Armeno. I gialloblu imbrigliano così una delle squadre meglio attrezzate del girone e conquistano tre punti meritatissimi e che sanno di svolta in ottica salvezza diretta. Tre punti che sanciscono la definitiva pace con il pubblico di casa, alla luce degli ottocento spettatori presenti (si può e si deve fare di più) e di una vittoria che torna al Mazzella dopo il lontanissimo 1-0 sul Melfi datato 11 ottobre 2015.

GLI SCHIERAMENTI. Nemmeno inizia il match e già ci sono le prime sorprese: nell’Ischia Giampaolo Sirigu è costretto al forfait per i problemi alla coscia sinistra riscontrati in settimana; al suo posto c’è Antonio Porcino, che torna ad agire da laterale di difesa dopo le ultime gare a centrocampo. Per i gialloblu nemmeno panchina per il fiore all’occhiello della campagna trasferimenti, quel Manuele Blasi che fa sognare i tifosi isolani. In casa Catania, invece, la grande sorpresa è l’utilizzo del giovane Matteo Pessina al posto di Musacci sulla linea mediana; in attacco, poi, spazio ad Elio Calderini che vince il ballottaggio con il nuovo acquisto Arturo Lupoli.

Guardando agli schieramenti in campo, l’Ischia si presenta con l’ormai collaudato 4-4-2, marchio di fabbrica di Mister Nello Di Costanzo: in difesa Bruno ancora una volta giostra da esterno destro (scelta sempre più azzeccata), a centrocampo confermati Armeno e Florio sui laterali. Il Catania, invece, si schiera con il 4-3-3 d’ordinanza: Calil funge da perno dell’attacco, con Falcone a sinistra chiamato a scalare a centrocampo in fase di non possesso.

LA PARTITA PERFETTA. La gara, come da copione, parte in sordina: le due squadre si studiano, con l’Ischia che sin dai primi minuti sembra più in palla degli etnei. I gialloblu, però, non riescono a sfondare, tanto che le prime azioni a finire sul taccuino parlano di un tiro ampiamente a lato e di un colpo di testa telefonato di un volenteroso Alberto Gomes, che con la sua fisicità mette in grande difficoltà Bergamelli e compagni. Se l’Ischia – almeno all’inizio – non riesce a pungere, il Catania fa decisamente peggio: sintomatico che la prima azione ragionata dei siciliani si concluda, al 25′, con un tiraccio dai 20 metri di Falcone. Inizialmente poco incisivi, i gialloblu si fanno certamente preferire sul piano del gioco e dell’intraprendenza, e al 28′ si ritrovano in vantaggio meritatamente: a timbrare il tabellino è Moracci, che – aldilà dei demeriti evidenti del portiere Liverani – mostra ancora una volta che il suo sinistro può fare veramente male sui calci da fermo. A questo punto, il Catania cerca di mettere la testa fuori, costringe l’Ischia nella propria metà campo ma non riesce a sfondare una difesa gialloblu questa volta insuperabile.

Inizia la ripresa e Pancaro prova subito il tutto per tutto: fuori un deludente Pessina, dentro il nuovo acquisto Lupoli. Gli ospiti si schierano così con un iper-offensivo 4-2-4 che però, come vedremo, non dà i frutti sperati. Nei primi minuti del secondo tempo il Catania sembra più convinto, con Falcone che cerca di metterla sul piano della velocità: nonostante questo, i siculi non riescono proprio a mostrarsi incisivi.
La squadra di Pancaro soffre maledettamente le fiammate dell’Ischia con il solito Kanoute, che si conferma incontenibile nelle ripartenze: al 64′, è proprio il senegalese a siglare il raddoppio, ed è significativa quella corsa sotto le gradinate del Mazzella, a sancire il ritornato feeling con i tifosi dopo la “lettera d’addio” e il dietrofront dell’attaccante senegalese. Dopo il raddoppio gialloblu inizia un’altra fase della gara, con gli isolani che difendono il risultato e il Catania che cerca l’assalto all’arma bianca. I rossazzurri, però, si confermano in “giornata no”, tanto che al gol sfiorato da Falcone fanno seguito due occasioni d’oro a tinte gialloblu. Nei minuti finali Di Costanzo si copre e l’uscita di Kanoute per Pepe (all’esordio al pari di Acampora e De Clemente) costringe gli isolani ad abbassare vertiginosamente il baricentro. Il Catania, però, non riesce ad approfittarne e solo negli scampoli finali, con Calil, sfiora il gol che in via ipotetica (e forse in ritardo) avrebbe potuto riaprire il match. Al triplice fischio finale il Mazzella scoppia di gioia: il periodo buio sembra alle spalle.

ADESSO INIZIA UN ALTRO CAMPIONATO. Poco importa se Monopoli e Akragas hanno vinto, riportando così a tre i punti di distanza dalla salvezza diretta. Con questo successo, stupendo e prestigioso, l’Ischia Isolaverde si candida per un campionato diverso, per un cammino lontano dalle sofferenze vissute l’anno scorso dai 300 di Aversa. “Chi non cede non retrocede”, cantano i tifosi: l’Ischia vista ieri in campo, capitanata dai Bruno e dai Kanouté, ha dimostrato con i fatti che ha tutta l’intenzione di vendere cara la pelle. Contro tutto e tutti, aldilà del blasone.

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