domenica, Dicembre 22, 2024

Ischia, difesa colabrodo ma la salvezza non è un’utopia

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Allarme gialloblu. Subire la bellezza di 12 gol in appena 3 partita non è certamente il migliore dei biglietti da visita per una squadra che punta senza mezzi termini alla salvezza diretta. L’involuzione della retroguardia gialloblu, o per meglio dire dell’assetto difensivo degli ischitani (partendo dunque dal centrocampo), non lascia certamente dormire sonni tranquilli ai tifosi e allo staff isolani. Tifosi che sabato al termine del match, e sembra un ritorno al passato, hanno chiamato “a rapporto” società e giocatori chiedendo loro maggiore impegno. Forse, però, non è l’impegno ad essere mancato nell’incredibile debacle al cospetto del Matera: subire ancora una volta tre gol su calci piazzati ci racconta non solo le lacune tecniche di una squadra ma ci mostra anche dei limiti in fatto di concentrazione. Il momento è difficile, il -4 si fa sentire, ma si fa sentire soprattutto il numero incredibile di infortunati e acciaccati dell’ultima ora. Numeri incredibile che meriterebbero un’analisi più approfondita, partendo dai campi di allenamento utilizzato fino a finire alle metodologie di lavoro messe in pratica: perché è chiaro che dopo gli ultimi casi non è veramente più possibile parlare di maledizione o di sfortuna, per quanto l’Ischia si per certi versi “abbonata” a situazioni ad altro grado di difficoltà. Basti pensare che il 2015 si è aperto con l’infortunio di Ciotola a gennaio, è proseguito – per fare qualche nome – con quelli di Millesi, Massimo, ancora Ciotola, Fall, Kanoute per finire con i vari Mancino, Orlando e ultimo ma non meno importante Nicolas Izzillo. Per quest’ultimo, elemento imprescindibile dello scacchiere di Mister Bitetto, si prospetta uno stop tutt’altro che breve: quel che è certo è che a Catanzaro non sarà della partita.

Qualunque sia la causa principe di questa serie incredibile di infortuni, le attenuanti per l’Ischia non mancano. Certamente, però, non giustificano un’involuzione che si spiega con le due batoste, in termini di reti, subite a Castellammare e sabato al Mazzella: se contro la Juve Stabia il refrain è stato il classico “ne abbiamo presi cinque, ma ne abbiamo fatti altrettanti”, contro il Matera il malato si è palesato senza mezzi termini. Ma c’è una contraddizione in termini anche nella gara di sabato: nel primo tempo l’assetto difensivo gialloblu si era dimostrato nuovamente in grado di tenere testa anche ad un attacco sbarazzino come quello del Matera, squadra tra le più difficili da affrontare perché abile a non dare riferimenti di sorta. I problemi si sono palesati nella ripresa: prima l’errore inaspettato di Rino Iuliano, in fase calante come già dimostrato contro la Juve Stabia; poi le incredibili disattenzioni sul medesimo schema di calcio d’angolo, con Ingrosso e Piccinni che – come hanno fatto una settimana prima Nicastro e Migliorini – hanno messo a nudo l’inadeguatezza dei gialloblu sui calci piazzati. Inadeguatezza che fa prorompente in situazioni di grande pressione e questo soprattutto in concomitanza con l’assenza di Liberato Filosa, vero leader della difesa e vero uomo in più dei gialloblu.

Nonostante una crisi che si fa sempre più difficile da gestire, l’Ischia può dirsi tutt’altro che tirata fuori da qualsiasi discorso legato alla salvezza diretta. La situazione, insomma, appare diversa dall’anno scorso, quando i giochi sembravano ormai fatti e l’Ischia poteva al massimo ambire ad una posizione agevole per i play-out. I gialloblu, adesso, si trovano infatti ad appena due punti dalla zona “salva-tutti”: la speranza, insomma, è che si tratti della classica crisi passeggera e che il Natale riesca a portare consigli all’interno della società, non solo in merito agli allenamenti sull’isola ma anche circa il calcio mercato. Perchè adesso, in attesa della gara di Catanzaro, i punti sono ancora 2 ma a lungo andare, senza un intervento massiccio in sede di campagna acquisti la squadra rischia sempre di alternare momenti positivi con la rosa al completo (o quasi) ad altri all’insegna dell’incertezza pura quando a scendere in campo sono alternative che, inutile girarci intorno, nono possono affrontare un campionato di terza serie.

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