domenica, Novembre 24, 2024

Ischia, dopo 2 anni è una pacchia di terremoto

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Gaetano Di Meglio | Oltre gli occhi orgogliosi di Franc ‘e Curaggio’, oltre gli occhi di tanti amici che vedo ogni giorno, oltre i drammi personali di cui sono testimone e oltre i drammi di un paese che si trova a fare i conti con decreti schifezza e scelte assurde, devo dire che il terremoto è una vera pacchia

Una pacchia per i suoi protagonisti, per le sue vittime. IL POPOLO DEL TERREMOTATI

Una pacchia per chi, grazie ai soldi stanziati ha potuto veicolare appalti e appaltini. GLI AMMINISTRATORI

Una pacchia per chi doveva dare risposte ad una intera comunità. IL GOVERNO

Una pacchia per chi ha subito danni collaterali. L’ISOLA NON TOCCATA DAL TERREMOTO.

E, dopo due anni, siamo tutti qua, sereni a dirci che va tutto bene.
Nessuna polemica, nessuno strazio, nessun grido. Nessuna necessità di tenere i riflettori accesi. Nessuna necessità di richiamare le telecamere e i giornaloni nazionali. Nessuna necessità di fare chiasso perché, forse, il terremoto non è un’emergenza da affrontare.
In parte i miei conati di vomito rispetto alla scena indegna di ieri sono stati fermati dalla considerazione che se alla gran parte del popolo di Casamicciola e di Lacco Ameno va bene così non vedo perché, poi, dovrebbe andare male per me.

Ma per dormire sereno e per non aver rimorsi inutili è opportuno dirci, in faccia, quello che, secondo alcuni, non va.

Siamo un popolo che non ha bisogno di protestare. Dopo due anni dal tremendo 21 agosto 2017, Ischia o meglio, il cratere sta zitto. E se il decreto che abbiamo avuto grazie a Genova è una schifezza nessuno, tranne noi, parla.

Se ci hanno RUBATO sei mesi di emergenza non fa niente. Abbiamo gridato da soli. Abbiamo perso da soli. Il paese ha perso soldi e opportunità.

Ma non continuo a fare la conta del passato. Mi fermo a ieri.

Un popolo che non si trova neanche il 21 agosto è un popolo che non ha problemi. Un popolo che non vive il post terremoto ma che, invece, vive come una pacchia. Non mi sembra che ieri in piazza c’erano 2045 sfollati. Ma forse sbaglio io.

Un popolo che non si merita presenza degli altri sindaci e non si indigna è un popolo che non ha problemi.

Ieri, infatti, Enzo Ferrandino, Dionigi Gaudioso e Rosario Caruso hanno deciso di inviare i rispettivi vicesindaci. Si, cari terremotati, i sindaci di Ischia, Barano e Serrara Fontana vi hanno “schifato. Vi hanno trattato da serie B.

La morte di due donne, Lina Balestrieri e Marilena Romanini, non meritava la presenza del sindaco dei comuni limitrofi. Il loro ricordo, il ricordo della scossa che ha messo in ginocchio l’intera isola meritava la presenza di Cesare Mattera, Raffaele Di Meglio e Luigi Di Vaia. Con tutto il rispetto per gli amici Mattera, Di Meglio e Di Vaia, credo che i sindaci Ferrandino, Gaudioso e Caruso abbiano sbagliato alla grande.

Ma questo è un popolo che non si indigna. Che non protesta. Che non rivendica rispetto. Che resta muto, zitto, e continua a vivere la sua pacchia come se niente fosse. E, soprattutto, fa in modo che gli altri possano fare del suo dolore e della sua tragedia quello che meglio credono: offenderla, deriderla, sminuirla, trattarla da serie b, ignorarla o, peggio ancora, mandargli il vice.

Che scuorn!

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