Ha diretto ieri il primo allenamento in gialloblù sull’isola di Ischia. Ed al termine, si è presentato ai cronisti, raccontando le sue sensazioni dopo aver vissuto le prime ore da tecnico dell’Ischia. Nello Di Costanzo sarà chiamato ad un difficile compito, quello di salvare un’Ischia ridimensionata da esigenze di budget. Ma non per questo già condannata al ruolo di agnello sacrificale.
Primi giorni in gialloblù per Lei. Quali le sue prime sensazioni?
“Le sensazioni sono positive. Ci sono delle difficoltà che mi hanno fatto temporeggiare nei giorni precedenti la firma. E poi spazzate via”.
Quindi il ritardo nella firma del contratto è dipeso dal suo volersi prendere qualche giorno di riflessione?
“Sì, ci siamo confrontati in questi giorni, fino ad avere fiducia l’uno dell’altro ed a sposarci, nella consapevolezza pur della esistenza di alcune difficoltà oggettive”.
I suoi dubbi a cosa erano legati?
“I miei dubbi riguardavano l’organico e la composizione numerica della rosa. Nella squadra dell’Ischia Isolaverde vi sono ottimi giocatori, però, la rosa non è abbastanza ampia. Pertanto, sarà necessario completare la squadra. C’ è la volontà da parte di tutti di impegnarci al massimo per raggiungere l’obiettivo prefissato”.
Oltre Nicola Mancino, sempre più distante dall’Ischia Isolaverde, i giocatori che si sono allenati ai suoi ordini in questi due giorni resteranno o ci potrebbero essere ulteriori partenze?
“Dovrei iniziare a ragionare su alcuni aspetti che preferirei evitare a 48 ore da una partita importante come quella col Messina. In questo periodo, in tutte le squadre vi saranno giocatori che probabilmente andranno via mentre qualche altro arriverà. Accadrà ciò anche qui. La speranza, naturalmente, è che diversi giocatori bravi rimangono, perché non possiamo indebolirci troppo. Qualcuno andrà via, perché ha richieste; qualche altro arriverà. Sono sicuro che, alla chiusura del mercato, l’Ischia avrà una rosa che le permetterà di lottare. Vi è stata una riflessione da parte della società, le spese devono essere di un certo tipo per evitare di correre il rischio di non poter onorare gli impegni. E’ encomiabile: se tutti si comportassero così, nessuno fallirebbe. Ciò vuol dire anche che non potremo permetterci grandi nomi o giocatori che avanzano pretese di un certo tipo. Qualche calciatore con un buon contratto, probabilmente andrà via, perché ha delle richieste. Però, nel complesso, l’impegno è quello di costruire una rosa con giovani e giocatori esperti che ci permetta, pur sgomitando fino all’ultima giornata, di conquistare la salvezza. Poi, tutto potrà succedere. Con un bilancio sano, si potranno porre le basi per un discorso diverso ed ambizioso. Questa è stata la sintesi del discorso fatto. Ora, però, dobbiamo concentrarci sulla importante gara di domenica”.
Fermo restando che alcuni andranno via, dopo aver visto i giocatori al lavoro in questi due giorni, ha già una idea tattica precisa?
“Sto cominciando a conoscere i giocatori. Ho già delle idee, ma c’ è bisogno della partita e dei prossimi allenamenti per avere il quadro completo della situazione”.
Piccolo segno del destino: Domenica ritrova subito il Messina.
“A Messina raggiunsi, in serie B, una salvezza miracolosa, con ben sette giornate di anticipo. Ma fu tutto inutile: successivamente la squadra non fu iscritta al campionato. Sono tornato in giallorosso l’anno scorso, la squadra era in grande difficoltà, ciononostante siamo riusciti ad arrivare, al termine del campionato, quintultimi”.
Vi è qualche analogia tra la difficile esperienza a Messina dello scorso anno e l’attuale, appena iniziata, con l’Ischia Isolaverde?
“E’ possibile. Anche il Messina subiva tanti gol ed era in una situazione di classifica precaria. Creammo un bel gruppo e raggiungemmo la quintultima posizione in classifica che, in seguito a quanto accaduto in estate alla Vigor Lamezia, ha permesso ai peloritani di essere ripescati in Lega Pro. Qualche analogia c’ è”.
Il tallone d’Achille dell’Ischia Isolaverde è rappresentato dai troppi gol subiti su palla inattiva. Lavorerà anche su questo aspetto? Ha già avuto modo di vedere la squadra gialloblù all’opera?
“E’ così. Oggi abbiamo disputato il primo vero allenamento, anche se abbiamo lavorato bene anche ieri. La pecca che richiamavi è da superare e stiamo lavorando su questo aspetto”.
Secondo Lei è un problema di reparto o di singoli calciatori?
“Se dicessi di reparto potrei essere critico nei confronti della gestione precedente, che invece ha lavorato bene. Stimo molto mister Bitetto, ci conosciamo da anni, ha fatto bene e rispetto il suo lavoro e la sua decisione. Se dicessi, invece, che il problema è legato agli individui sarei critico nei confronti del singolo calciatore. E non mi sembra il caso. Forse vi è un po’ dell’una e un po’ dell’altra. Oggettivamente sono stati subiti troppi gol su palla inattiva e stiamo lavorando affinchè vi sia più attenzione ed organizzazione in modo da, come dicevo ai calciatori, di diminuire la probabilità di subire reti in quel modo. Credo che con un buon lavoro mentale ed organizzativo durante la settimana si potrà migliorare”.
Si dice che tra le condizioni che Lei avrebbe richiesto alla dirigenza vi sarebbe anche quella dell’Ischia ad Ischia, ovvero del ritorno della squadra gialloblù sull’isola verde?
“Ho auspicato il ritorno. Ho compreso subito che anche da parte loro vi era l’intenzione, in accordo con la tifoseria, di tornare prevalentemente a lavorare sull’isola. Certo vi sono anche delle questioni di natura oggettiva: se nascesse tutto all’inizio, come accaduto negli anni scorsi, logisticamente si sarebbero create delle condizioni di un certo tipo. Adesso, invece, vi sono alcuni aspetti di natura logistica da superare. L’idea del Presidente e della società di tornare ad Ischia, la sposo in pieno. La squadra deve stare accanto ai tifosi. Oggi (ieri per chi legge), ad esempio, al “Rispoli”, vi era un bel gruppo di supporters che ha fatto sentire la propria presenza in modo positivo, senza puzza sotto al naso ed incitando i giocatori. Questi aspetti non potrebbero esserci con la squadra ad allenarsi da una altra parte. Pertanto ritengo sia utile stare ad Ischia, ma dobbiamo risolvere alcuni problemi legati alla logistica. L’idea di tornare, per lo più di svolgere gli allenamenti sull’isola, mi trova d’accordo”.
Il suo staff tecnico è completo o nei prossimi giorni arriverà qualche volto nuovo?
“Sì, vi è il mio primo collaboratore, Aldo Silvano. Poi, vi è Pasquale Pastore, il preparatore dei portieri. Invece, per il preparatore atletico stiamo valutando alcune figure, proprio perché vi è l’idea di tornare sull’isola. Se qualcuno non ha la possibilità di venire ad Ischia, non fa per noi. Dovrebbe arrivare anche un altro collaboratore”
Inoltre, mister Di Costanzo ricorda, nel parlare dei tifosi presenti al “Rispoli”, le battaglie giocate in passato nello struttura di Via dello Stadio
“Il “Rispoli” è stato teatro di tante battaglie anche quando io giocavo. Nell’ 82 – 83 militavo nel Gladiator e ci giocammo il campionato ad Ischia. Alla fine trionfarono i gialloblù, mentre noi fummo promossi l’anno successivo. Ricordo certe sfide sulla terra battuta del Rispoli. All’epoca lo stadio era davvero pieno”.