giovedì, Dicembre 5, 2024

Ischia festeggia nonna Nerina: 106 candeline per Caterina Massaro

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Elena Mazzella | Si può vivere fino a cento anni se si rinuncia a tutte le cose che ti fanno desiderare di vivere fino a cento anni.

Non sappiamo quale sia il segreto di Caterina Massaro, Nerina per tutti coloro che la conoscono, ma sappiamo che oggi Ischia festeggia la sua cittadina più longeva.

Arrivare a spegnere ben 106 candeline non è da tutti e non accade tutti i giorni. Ma è quanto basta per suscitare tantissima emozione nel cuore di tutti i suoi concittadini.

Una vita semplice, vissuta con forza e tenacia, quella forza che ti viene spontanea quando la vita mette a dura prova il tuo cammino ma che l’amore per essa fa superare tutte le prove difficili. Perché se la vita non fa sconti a nessuno, non ne ha fatti nemmeno a Caterina, classe 1914, che sin da bambina ha dovuto fare i conti con la miseria provocata dalle due guerre. Era giovanissima quando la vita le riserva il più lancinante dei dolori: la perdita della mamma. Ma le cure e l’affetto della sua amata nonna Concetta le inietta nelle vene il vero senso della famiglia, dal quale deriva la forza che ha sempre avuto e dimostrato nel rialzarsi a testa alta durante il corso della sua esistenza come ha dichiarato lei stessa in diverse occasioni: il suo porto sicuro sono stati la sua famiglia, suo marito Carlo Piro che ha salutato per l’ultima volta oltre trent’anni fa, i suoi quattro figli Amedeo, Carla, Giovanni e Luisa, e i tanti nipoti e pronipoti che oggi si stringono intorno a questa piccola grande donna che ci ritroviamo tutti ad ammirare.

“Mia mamma ha sempre avuto una cura particolare e minuziosa del suo aspetto, fino a pochi anni fa andava dall’estetista ogni quindici giorni e una volta a settimana dal parrucchiere.

Ad oggi, al compimento del suo 106esimo anno di vita sta abbastanza bene, prende pochissimi medicinali, è mentalmente ludica anche se qualche colpo lo ha perso, nel senso che dimentica le cose, e per questo capita che mentre racconta qualcosa si perde e chiede di cosa sta parlando.

Il suo vestire era ed è tutt’oggi sempre molto accurato non mancando mai di aggiungere dettagli ed accessori che la valorizzassero” ci racconta Amedeo, uno dei quattro figli che, oltre a raccontarci preziose chicche storiche, ci fornisce in esclusiva la storica foto di famiglia in cui vediamo Caterina più bella che mai insieme ai suoi quattro figli. “E’ sempre stata molto attenta ai fatti di attualità e cronaca che accadevano intorno a lei e sin da quando ha avuto la possibilità di andare alle urne, avvenuta per il referendum tenutosi nel lontano 1946, il suo voto non è mai mancato. Per lei si tratta di un diritto irrinunciabile, una responsabilità”.

E’ considerata la memoria storica vivente più preziosa di Ischia, ha vissuto i difficili anni conseguenti il dopoguerra, e mentre era impegnata a prendersi cura della sua casa e della sua famiglia, vedeva scorrere, come diapositive davanti ai suoi occhi, le trasformazioni graduali della sua Casamicciola e dell’intera isola. A tal proposito accogliamo con affamato interesse un aneddoto storico legato alla permanenza di E. Ibsen a Casamicciola: “Mi ha sempre raccontato di E. Ibsen, spiegandomi che sua nonna (la sua seconda mamma, nonna Concetta) aveva vissuto nella sua epoca, lo aveva conosciuto, perché lei ed il marito Crescenzo Pisani possedevano la Pensione Europa, “villa Pisani”, oggi villa Ibsen. Questi era stato ospite della pensione. Mia madre con lucidità racconta che sua nonna ogni mattina serviva ad Ibsen la colazione in giardino nella zona detta “la Punta” da dove si vedeva il mare. La nonna di mia madre di tanto in tanto gli chiedeva “prufesso’ come mai anche con il tempo freddo fate colazione alla “Punta”? E lui rispondeva, in perfetto italiano: “eh, cara signora io normalmente amoreggio con il mare”.

Ibsen fece anche una recensione nel libro su cui gli ospiti dell’albergo lasciavano i loro commenti sul soggiorno e raccomandava a tutti i forestieri del Nord di andare con fiducia in quella pensione perché c’era gentilezza e ospitalità”.

Ricordiamo qui con piacere che lo scrittore nichilista, arrivato sull’isola nel lontano 1867, trasse qui sull’isola l’ispirazione dell’errabondo eroe Peer Gynt. Attratto dal mare di Ischia, Ibsen amava passeggiare in solitaria sulla spiaggia, tra pescatori, reti, barche e vele dove i pescatori cercavano spesso di parlargli e di scoprirne i pensieri invano. Questo gli valse l’appellativo “il fantasma”.

Ha vissuto il periodo del boom turistico nonna Nerina, ha visto ingrandire porti, arrivare piroscafi; ha visto arrivare la modernità che pian piano arrivava anche sull’isola, ed ecco che le carrozze trainate con cavalli si trasformavano in simpatiche motorette a tre ruote, ha visto i carrettieri diventare autisti di rumorose macchine e furgoni. Ha vissuto il boom edilizio vedendo spuntare case e alberghi giorno dopo giorno, ha visto arrivare il mondo sulla sua isoletta e non si è mai fatta trovare sorpresa o impreparata davanti all’avanzare della modernità.

Purtroppo per le restrizioni anticovid non ci è stato possibile andare a trovarla nella casa di riposo, il Don Orione, dove alloggia da qualche anno dopo che la sua casa andò a fuoco. Per ora ci accontentiamo di ammirarla: la vediamo infatti brillare più bella e radiosa che mai, dalle preziose foto che uno dei figli, Amedeo Piro, ha reso pubbliche sui social con queste parole “Un particolare ringraziamento va allo staff del Don Orione villa Joseph, per il festeggiamento a mia madre Caterina ed anche per la cura che hanno di lei. Grazie grazie!” Con gli occhi pieni di infinito, con il suo stiloso ed irrinunciabile cappellino, vezzosa con le sue pantofoline colorate al piede, splendente tra palloncini e dolcini, amata tra i suoi angeli custodi della casa di riposo che ora è la sua casa e la sua famiglia con la promessa di andare ad ossequiare la nonnina degli ischitani al più presto. E’ lei la nostra nonnina, custode non solo della nostra storia, ma soprattutto un esempio da seguire, la forza da cui trarre gioia di vivere, la saggezza che a noi più giovani di lei manca, la direzione verso cui andare, la nostra biblioteca vivente.

Dalla redazione i nostri migliori auguri a Nonna Nerina e alla sua famiglia.

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