lunedì, Novembre 25, 2024

Ischia, il terremoto e la ricostruzione in 11 domande semplici semplici

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Troppa confusione. Gianni Vuoso mi ha chiesto di rispondere ad 11 semplici domande per provare a fare un po’ di chiarezza. Un esercizio-giochino che serve a focalizzare, meglio, tutta la bagarre politica tra fake news e cose vere. Nelle riposte ho semplificato, al massimo, la risposte. Sperando di essere stato abbastanza chiaro.

Per ricostruire le case distrutte o appena colpite dal terremoto si parla di condono. E’ necessario?
L’esame dell’istanza di condono, qualsiasi sia il suo esito, favorisce la ricostruzione. Continuare ad avere immobili fuori legge, infatti, bloccherebbe anche una ipotetica delocalizzazione. Inoltre, l’accoglimento dell’esame della istanza di condono è requisito fondamentale per l’accesso al contributo statale.

Il condono è richiesto dal cittadino per sanare un abuso?
Il condono, in diritto, è un provvedimento emanato dal legislatore o dal governo, tramite il quale i cittadini che vi aderiscono possono ottenere l’annullamento, totale o parziale, di una pena o di una sanzione (es. condono fiscale, condono edilizio ecc…).

Può essere chiesto per una casa costruita ovunque?
Certo, ma non è detto che venga rilasciato. Ci sono luoghi dove non si può costruire e quindi l’istanza viene rigettata. E questo vale per tutto il territorio nazionale.

Anche nella zona rossa dove nessuno avrebbe potuto costruire una sola pietra sull’altra?
La zona rossa non indica una zona dove è vietato costruire, ma una zona colpita da una calamità (nel nostro caso il terremoto) caratterizzata da un alto rischio ambientale, sociale o d’altro genere. La Zona Rossa sarebbe stata istituita anche se tutte le case fossero state antisismiche, legittime o condonate.

C’è chi sostiene che non si tratta di condono, ma sanare non è condonare?
E’ la stessa cosa. Stupidità politiche per non affrontare il problema.

Che legame c’è fra la richiesta di sanatoria e la richiesta di sanatoria legata al condono dell’85?
Nessuna.

Quelli che potranno aspirare ad un condono entro i prossimi 6 mesi sono quei cittadini che hanno presentato domanda in quale anno?
“Aspirare ad un condono”, in ogni caso, equivale a dire che il cittadino sana il proprio abuso e che il suo abuso è cancellato e la sua posizione “sanata”. Che sia una casa o una multa non pagata. Stando alla legge appena approvata, potranno “aspirare al condono” tutti quelli che hanno presentato istanza di condono nei termini previsti dalle tre leggi emanate dallo stato rispetto ad immobili che abbiano avuto danni dal terremoto del 21 agosto 2017. Il termine dei 6 mesi è una “balla” inserita dal governo. Il termine “non perentorio”, infatti, incide solo mediaticamente. Nei fatti non cambia nulla.

Il PD  è contrario ad ogni condono ma per ogni tipo di abuso (la piccola tettoia la finestrella e la villa)?
Il condono è uguale per l’ecomostro statale come la Caserma dei Carabinieri a Forio e per la “finestrella” a Piazza Maio. Ci sono delle diversità nella trattazione e nel rilascio della successiva sanatoria, ma entrambe si contano nel numero delle 28mila istanze da esaminare! Su cosa sia contrario il PD, però, bisogna chiederlo al PD.

Gli abusivi degli altri comuni che hanno presentato istanza di condono già 30 anni fa devono aspettare altri 30 anni o una scossa di terremoto che arrechi un danno ma dia anche la possibilità di vedere esaminata la sua domanda?
Chi vieta al singolo di chiedere l’esame della propria pratica di condono? Nessuno. Se ha le carte in regola e i soldi per il pagamento dell’oblazione, il cittadino può chiederla subito. Casamicciola come Forio, ad esempio, hanno iniziato ad esaminare le istanze di condono con la procedura semplificata dell’articolo 9 da qualche anno. Ben prima del terremoto! Il vero motivo che blocca l’analisi dell’istanza di condono, però, è per metà colpa dell’istituzione, per altra metà, invece, del singolo che sa bene di aver bluffato e che è a rischio di rigetto. Inoltre, con le prime due leggi, la sola presentazione dell’istanza di condono consente la vendita dell’immobile e blocca l’azione demolitoria.

Alla fine tutta la vicenda non è comunque un gran pasticcio?
Assolutamente si!

In tutte queste polemiche si è parlato di una legge speciale per Ischia?
E’ una battaglia che, fin dall’inizio, abbiamo caldeggiato solo noi de Il Dispari. E abbiamo proposto un modello di sicurezza per affrontare la ricostruzione. La legge per Ischia dovrebbe superare il taglio “ambientale”  ma avere una più ampia applicazione che parta dal riconoscimento dello status di “zona disagiata”

 

 

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