Cristian Messina | Sconfitta meritata ma anche nel segno della sfortuna per l’Ischia Isolaverde, che ieri si è arresa per la prima volta in stagione al Mazzella contro un Akragas cinico e ordinato. Prova deludente degli uomini di Bitetto, troppo leggeri in attacco, a corto di idee e incapaci di fare fronte all’assenza pesantissima di Ameth Fall. Come nella stagione precedente, gli infortuni tormentano i gialloblu: durante la gara gli isolani hanno dovuto rinunciare prima ad un elemento cardine come Liberato Filosa, colto da un malore nel primo tempo, e poi hanno dovuto fare a meno dell’attaccante Yaye Kanoute, costretto ad uscire dal campo nella ripresa per un sospetto stiramento.
A tutto questo, si è aggiunta la distorsione alla caviglia che – sul finire di gara – ha costretto il neoentrato Antonio Porcino a lasciare la squadra in dieci. Un’Ischia in ‘giornata no’, in tutti i sensi. Un’Ischia che non ha convinto sul piano del gioco: quella di Bitetto è apparsa squadra disunita e incapace di mettere in campo lo stesso gioco all’insegna di verticalizzazioni al fulmicotone, scambi veloci e gioco efficace (e letale) sulle fasce. Niente spettacolo, quindi, con il match che è risultato per lunghi tratti soporifero, soprattutto nel secondo tempo: dopo l’infortunio di Kanouté, i siciliani hanno preso coraggio e prima si sono visti negare un rigore netto e poi, con Vicente, hanno sfruttato una incredibile disattenzione della difesa gialloblu e, soprattutto, del portiere Mirarco.
SQUADRA SNATURATA, AKRAGAS SUPERIORE. Aldilà delle colpe dei singoli e dell’epidemia di infortunati, in casa Ischia Isolaverde non possiamo non considerare le attenuanti del caso. Perché quella vista ieri in campo era a conti fatti una squadra letteralmente snaturata, nonostante – in termini di nomi – l’unica novità aveva il volto di Fabio Meduri, in sostituzione di Fall. In assenza di alternative valide, Mister Bitetto ha confermato il solito 4-3-1-2, ma ha deciso per tre spostamenti tattici che non hanno sortito gli effetti sperati: evidente l’involuzione di Nicola Mancino, schierato da punta vera e che si è così ritrovato lontano dalla zona nevralgica del gioco, lui che ama inventare dalla metà campo e lontano dalle difese avversarie. Alla prova opaca dell’ex Casertana vanno aggiunte quelle tutt’altro che perfette di Nicolas Izzillo (meglio da mediano e mai pericoloso nel ruolo di trequartista) e di Yaye Kanoute, meglio da seconda punta, incapace di fare salire la squadra e che forse più di tutti ha sentito la mancanza del connazionale Ameth Fall.
Per demeriti propri ma anche per meriti degli avversari, l’Ischia in realtà la partita l’ha persa soprattutto a centrocampo, e questo non solo perché orfana delle invenzioni di Mancino e dell’ordine di Izzillo. Chi è venuto a mancare, ieri, è stato il volto nuovo di giornata, quel Meduri che è giunto in gialloblu per rinforzare il centrocampo e che ieri non è stato mai capace di entrare in partita. Calamai e, soprattutto, Armeno hanno provato a metterla sul piano fisico, ma difronte hanno trovato un’ Akragas efficace nel pressing e brava, come ha ammesso lo stesso Bitetto a fine gara, a non fare giocare gli isolani. E pensare che sulla mediana gli agrigentini hanno dovuto fare a meno di uno come Sergio Almiron: Salandria e Zibert, però, hanno dimostrato di essere giocatori di categoria, e forse anche qualcosa in più.
Davanti agli occhi dell’ex presidente Carlino e del sindaco Ferrandino, l’Ischia – ritrovatasi in campo senza punti di riferimento – non è riuscita a ripetersi, tanto da rendersi pericolosa solo in due occasioni nel primo tempo, con Kanouté e Mancino. Parla da sé, poi, il dato che parla di zero tiri nello specchio, nella ripresa, da parte dei gialloblu. Merito, tutto questo, anche delle mosse tattiche dell’ex Juventus Nicola Legrottaglie, che a sorpresa ha schierato una difesa a cinque, guidata non tanto dall’esperto (ed eccessivamente polemico) Capuano, ma da un sontuoso Daniele Marino. Stesso discorso non si può fare per la retroguardia gialloblu, che anche con Filosa in campo ha fatto vedere ancora una volta qualche sbavatura di troppo (vedi la disattenzione sull’incredibile occasione non sfruttata da Di Piazza). Moracci e Patti insufficienti, unico a salvarsi – ancora una volta – è Filippo Florio, mai domo e sempre più a suo agio nel ruolo che gli ha disegnato addosso Mister Bitetto. È dallo spirito di questo ragazzo che bisogna ripartire, e al più presto: mercoledì c’è il Messina, squadra arcigna pronta ad approfittare di un’Ischia orfana della sua coppia del gol.