Editoriale | Sembra un incubo, eppure, la nostra sicurezza sismica è legata ad una pennetta USB. O ad un telefono fisso. L’appello di De Natale, come al solito puntuale e vicino alle popolazioni è perfetto: «Se però avvertite la scossa e telefonate in sala monitoraggio dell’OV per dirlo, l’osservatorio è obbligato ad emettere il comunicato. Perché indipendentemente dalla magnitudo, se un terremoto è avvertito deve emettere il comunicato».
Vorremmo che questa diventasse l’ultima spiaggia. Si, un consiglio da tenere bene a mente ma da usare come ultima chance, non come la prima!
Non possiamo pensare di andare avanti con i segnali di fumo da Ischia a Napoli. E’ allucinante pensare che ad ottobre 2017, dopo il 21 agosto, ci siano ancora delle stazioni che registrano in locale e che attendono un tecnico dell’INGV che vada vicino e scarichi i dati per poterli analizzare.
Non ce lo possiamo permettere! Non lo possiamo consentire.
Sembra davvero un incubo. Sembra una tunnel che non finisce mai nel quale ci troviamo e dal quale non riusciamo a venir fuori.
E’ arrivato il tempo di reagire e di farlo con l’unione delle forze. Sei primi cittadini che amano sedersi e ascoltare questo o quell’altro relatore e nessuno che, in maniera serie, affronti il problema con l’Osservatorio Vesuviano. Una istituzione che sembra aver perso ogni credibilità e che continua a procedere senza tenerci (come tante altre) in debita considerazione.
Vogliamo continuare nel nostro “pettinare le bambole” o vogliamo iniziare a chiedere chiarezza come veniamo monitorati. Chi ci deve rispondere? Chi ci deve rassicurazioni? Chi deve essere il nostro interlocutore? Domande legittime che non possono aspettare altrove.
Gaetano Di Meglio