lunedì, Dicembre 23, 2024

Ischia, neanche le badanti

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Gaetano Di Meglio | “Credo che il CUDAS, dopo il flop odierno, debba fare una seria riflessione interna. Ed è un consiglio, non una polemica”. E’ questo l’inizio del mio editoriale, quello del giorno dopo, che su facebook ha raggiunto già qualche polemica. Sorrido leggendo che alcune scuole hanno aderito all’evento in maniera morale e che hanno “garantito il regolare e normale servizio scolastico” e, ancor di più, sorrido quando leggo che i genitori “degli studenti che intendono partecipare all’iniziativa potranno giustificare l’assenza indicando come motivo la partecipazione all’iniziativa in parola ai sensi dell’art.68 lettera L del vigente Regolamento d’Istituto, anche in caso di assenza collettiva della classe”. Sorrido e basta.

In silenzio, l’isola assiste alla morte del movimento studentesco che abdica il suo ruolo ad una idiota dittatura dei presidi che decide di aderire a questo o quell’altro evento e sventola questo o quell’altro picchetto d’onore in divisa.

Il diritto civico di protestare non può e non deve essere sottomesso alla necessità di garantire “il regolare e normale servizio scolastico”. Sono due cose diverse.

Una presa in giro confermata dalla numerosissima presenza di studenti al corteo di ieri. Una presenza che ne ha drogato la riuscita e che ha falsato, in maniera estrema, l’effetto. E, nonostante, gli sforzi del comitato di aver formato le giovani “classi” alla fine, la presenza degli studenti al corteo di ieri, si è conclusa in piccoli, stupidi, cori da stadio. E non è una contraddizione. Si, affermo che ieri c’erano tanti studenti in piazza e che se non ci fossero stati loro, il corteo si sarebbe ridotto a poco più di 100 adulti più qualche avvocato.

Ciò non toglie che la massiccia partecipazione sia una cosa positiva. Per chi crede nella protesta e nel diritto dei cittadini di scioperare ieri è stata una sconfitta. Non credo che gli attuali presidi, ai loro tempi, avrebbero accettato di sfilare con la giustifica di mamma o perché l’istituzione li mandava, con tanto di camicia bianca e stendardo, a dire no in piazza! Ma ognuno è libero di mentire a se stesso. Mi chiedo, ma i genitori dei ragazzi (secondo alcuni maturi e consapevoli della protesta) dove erano? A lavoro? A casa? Tutti impegnati come gli altri assenti? Domande che dobbiamo porci per non mentire a noi stessi.

Il corteo di ieri è stato una sconfitta. Lo è stato per Pietro Lagnese, il vescovo presenzialista alle grandi occasioni (e muto sui grandi argomenti). Questa volta la chiesa non ha partecipato. L’effetto “me lo ha detto il prete” si è esaurito il 28 luglio.

Ma credo che la grande sconfitta sia degli ischitani. Se ogni ischitano avesse voluto inviare la badante del proprio anziano malato a protestare, ieri avremmo avuto una partecipazione di adulti molto più ampia. Così come non si sono visti in piazza i rappresentanti di quanti hanno parenti che vengono curati dalla Oncologia di Ischia. Tutti assenti.

Assenti i tanti disabili. E non parlo di tutti quelli che, avrebbero potuto non lavorare usufruendo della loro “104” e sfilare con tanto di malato al seguito.

Lo striscione con 3 rappresentanti per associazione dimostra il fallimento dell’associazione stessa e la sconfitta di chi, ieri, invece, avrebbe dovuto, stare in piazza. In prima fila.

I tanti ischitani che si lamentano delle lunghe file presso il CUP di Ischia Ponte, dov’erano? Tutti quelli che si lamentano perché alle 12 finiscono i numeri, dov’erano?

E queste cose ce le diciamo perché il 29 luglio abbiamo titolato “brava Ischia”, avendo avuto la sensazione di partecipare ad una manifestazione di protesta vera. Di stare con il target giusto. I ragazzini di ieri, dite quello che volete, erano solo tanti. Ma non erano quelli a cui dovrebbe stare a cuore la salute. Certo, la salute dovrebbe stare a cuore a tutti, ma sono testimone che fino ad una certa età, non ci avevo mai pensato.

Sono totalmente convinto che le manifestazioni di protesta per la nostra sanità devono continuare e devono aumentare la loro efficacia. Devono iniziare ad essere scorrette e devono iniziare a creare, davvero, problemi a chi amministra la nostra salute. Come? Beh, questo è un compito del CUDAS che oggi, nel day after del secondo corteo deve interrogarsi sulle cose che non sono andate.

C’è da prendere atto che il percorso era sbagliato e che la tanto invocata serrata dei negozi sul Corso di Ischia non c’è stata. Una inutile passerella attraverso una ZTL che non ha prodotto nessun disagio.

E sia chiaro, la protesta crea disagio. Se il comitato non comprende questo concetto è, tutto, davvero inutile.

Credo che questa volta, sia affidato all’effetto scuola e all’effetto chiesa il risultato della protesta. La chiesa è venuta meno. La scuola, per questa volta c’è stata e alla prossima? Al prossimo corteo? Quale altro aggregatore cercherà il CUDAS per movimentare le folle? Per quanto tempo ancora il CUDAS vorrà astenersi dal creare una coscienza di protesta vera?

Il corteo di ieri è la dimostrazione, senza polemica alcuna, che il Comitato, ha bisogno di rinnovarsi. Siamo onesti e analizziamo la protesta di ieri al netto della partecipazione delle scolaresche. Eravamo pochi. Vogliamo parlare del corteo silenzioso? A momenti sembrava un corteo funebre che è sfilato per le strade del comune di Ischia garantendo il normale deflusso delle auto.

Due megafoni (di cui uno con le pile scariche) che dovevano rivendicare le motivazioni della protesta e che nessuno sentiva.

Certo, c’è qualcuno (ieri colpevolmente assente) che quando sfila in 4 o 5 grida al successo. O c’è la visione distorta del “motivatore” del corteo, Venia, che ha contato 5000 partecipanti in strada.

Ci può stare tutto, ma senza auto ingannarci. Oggi con maturità, bisogna prendere atto che neanche le badanti hanno protestato per la sanità.

Il compito che Gianna Napoleone e gli altri deve assumere, secondo me, un significato diverso. Ahimè, viviamo in un’isola dove ci diciamo che la poca partecipazione ad un corteo di protesta è legato agli orari di lavoro delle persone. Ma in quale paese si sciopera nel tempo libero? La verità è che stiamo ancora troppo bene. Gianna e gli altri sono chiamati ad effettuare il next step: lasciare l’autorefenzialità che non ha prodotto buoni risultati e iniziare un percorso, più difficile, di sensibilizzazione dei problemi. Sommessamente, come consiglio, credo sia necessario una nuova valutazione dei problemi da affrontare. Valutare le esperienze del passato, considerare quelle attuali e progettare le prossime. Necessarie e indispensabili.

Il titolo della prima pagina: “pienz ‘a salute” è offensivo verso Ischia. L’ho mutuato da quell’atteggiamento distaccato e saccente che spesso usiamo per minimizzare le cose.

3 COMMENTS

  1. La storia si ripete, la cittadinanza è lontana dai problemi…la stessa cosa è accaduta per I disservizi EAV e per l’annosa teagedia dei trasporti marittimi. Si è ignavi o si delega la protesta ad altri: stavolta agli studenti, che sono stati ben felici di saltare le lezioni. L’ischitano medio ha sempre la “pancia piena”.

  2. Purtroppo, e sottolineo purtroppo, non c’è che dire sull’articolo! Siamo diventati tante pecore che accettiamo tutto quello che ci viene detto. Poi siamo bravissimi a lamentarci ma solo all’interno delle “4 mura”. Non abbiamo il coraggio di esporci. A questo punto devo dire che ci meritiamo di essere trattati così! E così facendo andremo sempre peggio. È questa la triste realtà!

  3. Non sempre approvo gli articoli di questo giornale, ma stavolta devo condividere quello che dice. Ho notato le stesse identiche cose nulla più nulla meno. Io personalmente sono stata una mosca bianca che ha manifestato con al fianco mia figlia che ha saltato scuola per una motivazione valida. La giustifica a scuola nn l’ho fatta e nn mi è stata richiesta fin’ora dalla scuola. Ischitani la salute è anche la vostra. La prossima volta non vi lamentate.

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