venerdì, Gennaio 17, 2025

Ischia nella black list della camorra, un atto “dovuto” dal Prefetto

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Ieri, con un titolo forte e giustamente calibrato con la notizia, abbiamo ripreso la notizia dell’iscrizione del Comune di Ischia nella lista dei comuni campani sotto la lente di ingrandimento della Procura Antimafia della Procura di Napoli. Un’iscrizione seria che proietta il nostro comune nel gruppo di ben altre realtà e storie politiche che, ad essere onesti, sono ben lontani dalla nostra Ischia. Certo, sarebbe il caso di interrogarci su molte gestioni “napoletane” di diverse attività locali, ma questa è una storia che racconteremo in un altro momento.
Il focus attuale è la presenza di Ischia nella lista dei 27 comuni attenzionati e della sue motivazioni ma per capire bene la vicenda, bisogna fare un salto ai mesi di giugno e luglio 2015.
Dopo l’arresto di Giosi Ferrandino e la relativa sospensione dalla carica di Sindaco, la legge Severino ha previsto anche l’iscrizione del comune nella lista prefettizia. Il comma 7 dell’articolo 59 del Decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 trasformato poi nel comma 8 dell’articolo 11 del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità (cd Legge Severino) recita: «Quando, in relazione a fatti o attività comunque riguardanti gli enti di cui all’articolo 10, l’autorità giudiziaria ha emesso provvedimenti che comportano la sospensione o la decadenza dei pubblici ufficiali degli enti medesimi e vi è la necessità di verificare che non ricorrano pericoli di infiltrazione di tipo mafioso nei servizi degli stessi enti, il prefetto può accedere presso gli enti interessati per acquisire dati e documenti ed accertare notizie concernenti i servizi stessi».
Un semplice atto dovuto. Una formalità. Se proprio vogliamo provare a sminizzare il fastidio e la gravità dell’iscrizione. Ma credo che ci sia un aspetto ancora più grave dell’iscrizione: l’incapacità di un’intera classe dirigente. E’ assurdo, infatti, che l’intera amministrazione di Ischia non abbia saputo far luce su un aspetto del genere? Possibile che nessuno di questi luminari al governo non abbiano saputo chiedere informazioni ad un legale o un esperto di loro fiducia? Essendo non adatti a reggere le sorti di un comune (tant’è tutti loro hanno avuto sempre bisogno di qualche altro che li guidasse) hanno preferito abbandonarsi a bugie, a interviste pilotate, a smentite varie e, la cosa peggiore, hanno ceduto il passo all’offesa personale e allo squallido tentativo di sminuire il ruolo della stampa. La cosa bella è che lo hanno fatto anche ieri mattina. “Tutte stronzate” è questo il commento comune a una massa e di personaggi che affollano inutilmente le aule dei vari consigli comunali sulla nostra isola.
Che la notizia sia grave non c’è nessun dubbio. Certo, oggi dobbiamo anche dire che l’inchiesta che vede coinvolto il sindaco di Ischia ha preso una strada parallela a quella che lega la CPL Concordia con i fatti di Casal di Principe e tutte le altre cose che abbiamo saputo dall’inchiesta.

BARILE CONVOCATO IN PROCURA
Era il 24 giugno 2015 quando raccontammo che “Il sindaco facente funzioni di Ischia, Carmine Barile, è stato convocato di prima mattina in Procura per un colloquio “informale” con uno dei massimi vertici dell’ufficio giudiziario napoletano. L’incontro è durato il tempo strettamente necessario per discutere di problematiche che sono rimaste “segretate”. Una convocazione “improvvisa” e inaspettata. Qualcuno avrebbe riferito che l’incontro era del tutto “informale”. Molto probabilmente (ma sono solo ipotesi) gli investigatori avrebbero voluto chiedere direttamente al capo dell’Amministrazione comunale quale fosse l’assetto e come venisse gestito l’Ente. Con la conferma esplicita che il sindaco eletto, tuttora agli arresti domiciliari, avesse ufficialmente ritirato le dimissioni creando una situazione di impasse. Una situazione che non passerebbe inosservata. Si vorrebbe, insomma, che si andasse verso l’azzeramento (e questa è un’altra ipotesi o diceria che si vuole) per escludere a priori che in caso di remissione in libertà Giosi Ferrandino possa nuovamente sedere sulla poltrona più importante del comune d’Ischia. Intanto da ambienti giudiziari si sussurra che il prefetto di Napoli potrebbe inviare a Ischia la Commissione di accesso, un organismo che il rappresentante del governo nella provincia utilizza il più delle volte per quei comuni dove vi registrano determinanti infiltrazioni della criminalità organizzata. E sempre restando nel campo delle ipotesi, l’iniziativa sarebbe legata alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonio Iovine sulla scelta dell’impresa per i lavori della metanizzazione”.
Oggi il calendario segna 26 marzo 2016. E forse, siamo riusciti a fare un po’ di chiarezza.

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