lunedì, Dicembre 23, 2024

Ischia, prova a pungere le vespe

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Ora, davvero, non si scherza. Messa alle spalle la brutta prestazione di Monopoli, l’Ischia Isolaverde è chiamata all’impresa sul campo dei cugini della Juve Stabia. Ormai in piena zona play-out e con il fiato sul collo di due big come Matera e Catania, gli uomini di Mister Bitetto devono giocoforza riprendere il percorso interrotto dal match con il Benevento e tornare ad essere la squadra che ha stupito tifosi e addetti ai lavori ad inizio campionato. In questo senso, rincuora il ritorno dei gialloblu al collaudato 4-3-1-2, modulo che valorizza appieno le qualità di Armeno e compagni, a differenza del 3-4-3 visto nella difficile gara di Monopoli, gara condizionata chiaramente da un inizio (il gol a freddo) che peggiore non poteva essere. Ora si torna all’antico, agli schemi e alle combinazioni che hanno messo in difficoltà squadre come Catania e Lecce, squadre che avranno anche battuto l’Ischia ma che certamente hanno una marcia in più rispetto alla Juve Stabia di Zavettieri.

Si torna all’antico, dicevamo, e non si può che ripartire dall’estremo difensore Rino Iuliano: protagonista di un inizio stagione da 10 e lode, l’ex Salernitana è chiamato a ripetere le prestazioni mostruose messe in campo contro Monopoli e Benevento. Davanti al “Giaguaro” si torna dunque alla classica difesa a quattro: la buona notizia è rappresentata dal recupero lampo di Filippo Florio, colpito in settimana dalla febbre ma abile e arruolabile per la delicata sfida del Romeo Menti. Il giovane ischitano – classe ’96, ma sembra già un veterano – avrà voglia di riscattarsi dopo la prova in chiaroscuro di domenica scorsa, forse per lui la prima sufficienza striminzita di stagione. Se a destra c’è una certezza come Florio, sulla fascia opposta è tutto nelle mani di Francesco Bruno: l’ex Casertana si troverà con tutta probabilità a fronteggiare un osso duro come Arcidiacono oppure, in alternativa, il rientrante Bombagi. Clienti scomodi, questi, ma l’esterno scuola Napoli ci ha abituati a prove importanti soprattutto in ottica difensiva. A completare (e a guidare) il reparto ci saranno ancora una volta Moracci e Patti, centrali esperti che nelle prossime tre gare saranno nuovamente chiamati a sostituire un leader come Liberato Filosa, out fino a gennaio per problemi al menisco.

Se la difesa vede una novità (Patti) rispetto alla formazione-tipo di inizio stagione, il centrocampo si presenta, invece, come quello che ha fatto sognare per geometrie ed intraprendenza: Nicolas Izzillo, talento assoluto ma a cui si richiede maggiore continuità, tornerà ad agire al centro della mediana, con il compito di smistare palloni e mettere ordine; ai suoi lati capitan Gennaro Armeno – uno dei pochi a meritarsi con costanza la sufficienza, ci aspettiamo da lui la solita prova gagliarda – e Matteo Calamai, quest’ultimo in fase calante dopo un inizio campionato scoppiettante in cui si è dimostrato centrocampista di quantità ma anche dai piedi buoni e molto abile negli inserimenti.

L’attacco, infine, il reparto forse più atteso quest’oggi. Nelle ultime settimane i gialloblu si sono dimostrati poco incisivi dalle parti della porta avversaria, adesso è arrivato il momento del riscatto. Riscatto che passa dai piedi di Nicola Mancino, trequartista dotato di abilità tecniche sconfinate ma che negli ultimi turni è sembrato la brutta copia di sé stesso: in questo senso, però, non va dimenticato che le recenti, difficili sfide hanno costretto l’ex Casertana a sacrificarsi per la squadra, tanto che ha palesato discrete doti in fase di interdizione. Ora, però, è arrivato il momento di pungere, di pungere le vespe per il numero 10 gialloblu, nella speranza che oggi riesca ad avanzare il suo raggio d’azione facilitato da una squadra (la Juve Stabia) che rispetto al Monopoli ama giocare al calcio. Proprio come l’Ischia. Se Mancino dovrà inventare, Luca Orlando e Yaye Kanoute sono chiamati a metterla dentro, senza se e senza ma. Orlando è chiamato a dimostrare che non ha dimenticato come si mettono a segno 20 reti in una stagione; Kanoute, invece, deve fare quello che sa fare, deve correre, puntare la difesa avversaria, fortissima fisicamente ma anche lenta. Che sia la gara del senegalese?

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