Gianni Vuoso | Elezioni amministrative ad Ischia e Barano. Oggi scocca l’ora X per la presentazione delle liste. Mentre a Barano è sempre viva la sfida fra i Gaudioso e i Di Meglio, ad Ischia la situazione vede assurgere Enzo Ferrandino a zar (ormai il titolo è di moda) del Comune capoluogo. Si presenta alle elezioni sorretto da ben sette liste (se non aumentano nelle ultime ore) composte da amici, avversari divenuti momentaneamente amici e tanti altri ancora uniti, tanto per parafrasare Berlinguer il quale auspicava un’Italia sotto l’ombrello della Nato, sotto l’ombrello di Enzo. Che dovrebbe essere un ombrellone, visto il numero di quelli che cercheranno di ripararsi dalla pioggia, aspirando a ricevere poi, il cadeau che si promette ai partecipanti.
A fronteggiare l’ombrellone di Enzo pare sia rimasta solo la corazzata Potemkin di Gennaro Savio, che aspira a dare in consiglio comunale, la voce a chi non ha voce…ma per quei pochi minuti che vengono concessi durante un intervento in consiglio, siamo convinti che la voce è più forte quando riecheggia da una piazza o da un incontro pubblico. Ma non andiamo oltre, rispettiamo le scelte.
Le critiche alla situazione ischitana non mancano e c’è chi appare dispiaciuto del fallimento del gruppetto che avrebbe dovuto presentare Gino di Meglio candidato a sindaco. Molti ritengono che in questo modo viene ridotta la democrazia, che solo lo zar al comando non garantirebbe trasparenza e partecipazione, dissenso e confronto.
A parte il fatto che chi scrive, è ideologicamente convinto che non serve partecipare al confronto elettorale perché l’eventuale partecipazione costringerebbe ad utilizzare queste istituzioni che sono invece fallite e che vanno quindi, combattute attraverso altre forme di presenza politica come la creazione di assemblee popolari e comitati popolari. Ma su queste tematiche interverremo successivamente, per spiegare perché la proposta è quella dell’astensionismo, di esprimere cioè un voto nullo, in bianco o attraverso la diserzione dalle urne.
Ci preme invece far notare che chi si dispera per la presenza dell’unico ombrellone di Enzo, può stare tranquillo. Sotto quell’ombrellone si prevede di tutto: c’è chi spingerà per occupare un posto più sicuro, non ai margini dove potrebbe bagnarsi; c’è chi non accetterà di subire gli spintoni di chi gli sta accanto; c’è chi non è soddisfatto del cadeau ricevuto, che non è uguale (ed è assurdo) a quello offerto ad altri; c’è chi non se la sente di aspettare mesi o anni prima di ricevere l’incarico o il posto a tempo indeterminato, per sé o propri familiari; e così via. I malumori non mancheranno ed ecco che sotto l’ombrellone abbiamo tutti e il contrario di tutti, avremo la partecipazione e il dissenso, l’accordo e l’insoddisfazione.
A questo punto, chi si disperava per la mancanza di liste di opposizione sarà accontentato. Tra l’altro, non dimentichiamo che siamo ad Ischia, una zona che primeggia a livello nazionale, per le sue controversie legali, soprattutto fra parenti. E allora, sotto l’ombrellone non si troveranno amici e parenti? Il rischio pesante che si corre a stare tutti insieme, sarà proprio il contrario di ciò che è successo quando gli avversari si sono uniti in una fraterna (o fratricida) ammucchiata. Lungo il percorso, se i conti non torneranno per molti, si adotteranno scelte “per il bene del paese” per costringere lo zar a rispettare i patti preelettorali.
Nella migliore delle soluzioni qualcuno obietta: ma ci saranno molti volti nuovi, giovani che dovranno dare una sterzata alle vecchie regole del fare politica. Ma qui il discorso diventa più problematico: ben vengano i giovani, ma avremmo tanto gradito conoscere giovani impegnati in associazioni, battaglie di vario tipo, già presenti in occasioni politiche, civili, culturali per esporre idee alternative. Invece abbiamo l’impressione di trovare sparsi nelle varie liste, tanti figli di…vecchi esponenti di una o un’altra corrente politica o peggio, clientelare. E’ vero che non ci sono più le sezioni politiche pronte a forgiare i politici del futuro, ma è pur vero che non abbiamo mai notato questi giovani pronti a far sentire la propria voce con un “io penso che…”. Tanto che vien voglia di chiedere ad alcuni dove sia stato fino ad oggi.
Non è pessimismo, non è voler negare la possibilità di ”farsi le ossa durante il cammino”. Ma il paese è ben diverso da un’aula scolastica, non ha bisogno di insegnare. Ha bisogno di competenze e di idee per costruire una società migliore.
Sempre stato molto distante dalle idee politiche ed ideologiche del Professore Vuoso, ma non posso che approvare il suo punto di vista su questo articolo soprattutto quando dice “ed ecco che sotto l’ombrellone abbiamo tutti e il contrario di tutti”. Tutti sullo stesso carro quello sicuramente vincente ma quando ci saranno da spartire le fette di torta (per il bene del paese…), qualcuno rimarra’ “con la candela in mano”