Gaetano Di Meglio | Prima di continuare la lettura di questo editoriale è necessario fare una premessa. La mia non è, assolutamente, una critica al grande concerto organizzato sulla Spiaggia di San Pietro ad Ischia dall’amministrazione Ferrandino. Un evento riuscitissimo, una location perfetta e da riutilizzare e, finalmente, una bella cosa. Tuttavia, però, per restare onesti (soprattutto con me stesso), va fatta una riflessione più larga. Una riflessione pacata, sobria, reale e che non si faccia prendere dalla frenesia di raccontare un evento.
Rispetto al passato, va sottolineato, il Comune di Ischia esce dalla tana del coniglio e mette sul tavolo degli eventi che non siano solo la one-night di Sant’Anna e il corteo storico di Sant’Alessandro. Una piega triste che negli ultimi anni ha caratterizzato il cartellone degli eventi del comune di Ischia. Un cartello striminzito e ridotto all’incendio del Castello e ai fuochi dopo Sant’Anna. Anche il falso mito delle barche allegoriche è un fantoccio che non richiama più nessuno (e la prova è che bisogna stare con il lanternino e il rosario in mano per trovare qualcuno che le realizzi!).
Il problema di Ischia, tuttavia resta. E questi eventi rappresentano, come dice bene l’adagio napoletano: acqua che non leva sete. Ovvero “un qualcosa che non soddisfa in pieno un bisogno, anzi per nulla”.
Il problema del comune di Ischia è complesso. Nel ragionamento rientrano i trend del momento, la qualità della classe imprenditoriale, le scelte politiche e le abitudini dei residenti.
Venerdì sera Alex Britti alla Spiaggia di San Pietro, ieri sera Franco Ricciardi ai Maronti. Forio naviga in acque tranquille, senza eventi estivi, sull’abbrivio del giovedì sera e sulla freschezza di una classe imprenditoriale motivata, agguerrita e sul pezzo.
Ischia continua a vivere la sua fase down. Nonostante l’immensa disponibilità di posti letto, tra offerta alberghiera ed extra alberghiera, resta di poco appeal. Resta ferma ai fasti degli anni scorsi, ferma alla stessa offerta di 20 o 30 anni fa e, soprattutto, ancora con la puzza sotto al naso di essere “Ischia”. Un concetto che non ha più alcun valore e che vive solo nell’autocompiacimento di chi ci crede ancora.
La politica deve fare qualcosa? Sì! La classe imprenditoriale deve fare qualcosa? Sì! I residenti devono fare qualcosa? Sì! Cosa? Bella domanda e senza una risposta unica.
La politica dovrebbe osare. Potrebbe essere facile proporre di provare a replicare quello che ha fatto Dionigi Gaudioso ha fatto ai Maronti. Ma dovremmo dimenticarci che grand parte dei residenti chiede il silenzio notturno ed è pronto ad armarsi di ricorso al TAR contro ogni nuova iniziativa. Da Piazzetta dei Pini alla Baia di Cartaromana. La politica dovrebbe aprire e coinvolgere! Ma ci vorrebbe una classe imprenditoriale che si sentisse unita, coinvolta nell’affrontare la crisi e non sfilacciata, su singole posizioni o, in alcuni casi, pronta con la bottiglia di spumante in mano da stappare appena il vicino/collega va in difficoltà.
La politica dovrebbe aiutare. Magari autoalimentandosi dello stesso mercato ischitano. La verità è che l’ischitano (inteso del comune di Ischia e parlo anche in prima persona) non ha alcun piacere a vivere Ischia. Sono onesto, non sceglierei mai il comune di Ischia per il mio tempo libero. Non ci trovo nulla di interessante. Non ci trovo nulla di nuovo. Preferisco più una zingara sul muretto della Rotonda del Fortino, dal food truck di Paolo a Forio che una serata tra Ischia Ponte o la Riva Destra. Ma resta un’opinione personale.
Venerdì sera, oltre al concerto di Alex Britti Ischia non offriva nulla. Una notte bianca? Un pre-serata di festa condiviso da Via Roma a Corso Vittoria Colonna? Non dico un post concerto visto l’ora, ma non possiamo limitarci all’evento spot del comune.
La politica dovrebbe aiutare il cambio di passo. Ma chi deve cambiare passo? Chi deve intervenire o, meglio ancora, chiedere di intervenire? Il mio amico Patalano, fa i conti con giugno 2023 e si trova con un “meno qualcosa” a doppia cifra e sente ancora la sete che il concerto non leva!
Sono convinto che la “vecchia signora” Ischia non riesca più a reggere il passo e che abbia bisogno di rendersene conto e ho la forte sensazione che questa consapevolezza sia ancora lontana dall’essere concreta. Preferiamo guardare più a quello che eravamo e abbiamo smesso di considerare quello che potremmo essere. Non c’è nessuna ricetta facile da scrivere e nessuna bacchetta magica da agitare ma resta l’esigenza di dircelo.
Caro direttore potevi risparmiarti questo encomiabile sforzo di ragionamento e sintetizzare tutto in una frase: A ISCHIA MANCA UNA VISIONE DEL TERRITORIO !
E questo è un compito esclusivo della c.d. classe dirigente.
Ora il problema è che ai vari componenti della c.d. classe dirigente io e te non affideremmo nemmeno il portierato del palazzo.
Buona serata direttore!