Ci sarà da soffrire, e tanto. In casa Ischia Isolaverde è tutto pronto (o quasi) per una coda di stagione che si preannuncia a dir poco complicata. Con una gara della regular season da giocare domani a Cosenza e un play-out al cardiopalma contro un avversario ancora avvolto dal mistero (probabilmente il Catania), i gialloblu vivranno queste ultime settimane con qualche pensiero di troppo e senza l’appoggio del pubblico locale. Succede, insomma, che nel momento più importante del campionato la società gialloblu si ritrovi a pagare (e con gli interessi) un’annata ricca di contraddizioni, pressappochismo e dietrofront clamorosi. Insomma, se in campo la squadra non è ancora riuscita a mettersi alle spalle un filotto di sconfitte ai limiti dell’impossibile (siamo a quota 7), fuori dal campo i colori gialloblu non hanno più l’appeal degli anni passati. All’orizzonte, così, si prospetta un Mazzella ancora una volta semideserto, e questo nonostante l’ultimo appuntamento stagionale in quel di Fondo Bosso sarà la gara d’andata dei play-out, mica un match qualunque.
Uno stadio pressoché vuoto in un momento così importante della stagione, roba impensabile fino all’anno scorso: vero, nemmeno nelle scorse stagioni – tranne quando c’era da festeggiare – i numeri erano paragonabili con quelli del periodo d’oro (anni ’80 e ’90), ma nonostante questo la media spettatori era sempre intorno al migliaio. Niente a che vedere, insomma, con gli scenari desolanti soprattutto del recente girone di ritorno, con uno stadio quasi sempre in religioso silenzio, circostanza che chiaramente non ha favorito una squadra con chiarissimi limiti caratteriali. Non è un caso che, al termine del match con il Catanzaro, il presidente Rapullino abbia ammesso senza mezze misure che questa Ischia ha assoluto bisogno dei suoi tifosi. Da allora, però, non sembra esserci stata alcuna iniziativa concreta per il ritorno della squadra sull’isola e, soprattutto, nessuna iniziativa per cercare di ricucire un rapporto con i supporters gialloblu che si è fatto turbolento dopo le promesse non mantenute del febbraio scorso. Niente di concreto e produttivo, ma qualche tentativo – non da parte del presidente – c’è stato: nella giornata di ieri un personaggio che da anni gravita intorno alla società gialloblu ha provato un approccio con un volto storico del tifo gialloblu, recentemente tra i promotori dell’iniziativa, poi naufragata, che puntava al ritorno della squadra sull’isola. Niente da fare, però, perché la linea dei tifosi più intransigenti rimane sempre la stessa: non c’è alcuna intenzione di tornare allo stadio dopo le recenti vicende che hanno portato la squadra lontana dall’isola, come e più di prima (ricordiamo, infatti, che ai tempi di Bitetto i gialloblu tenevano almeno due allenamenti tra il Mazzella e il Rispoli). Mettici, insomma, il rapporto con la società, l’idiosincrasia verso Antonio Porta e si capisce perché buona parte del tifo organizzato rimanga sulla propria posizione: vero, su queste pagine abbiamo a più riprese sostenuto che il tifoso deve esserci per la maglia, per dare manforte alla squadra e magari criticare la società; allo stesso tempo, però, la linea dei supporter gialloblu è comprensibile se si pensa ad una società che per due mesi e mezzo non ha sentito l’esigenza di riallacciare i rapporti con il territorio. Farlo adesso, quando mancano poco più di venti giorni al termine del campionato, appare assolutamente fuori tempo massimo.
ASPETTO TECNICO. Non solo problemi di tipo ambientale e societario. Anche guardando alla sfera tecnica l’Ischia non può certamente dormire sonni tranquilli: la squadra viene da sette sconfitte consecutive, non ha un’identità di gioco e, a due settimane dai play-out, si ritrova a sperare nel recupero di giocatori in ritardo di condizione o letteralmente da recuperare come i vari Filosa, Vandam, Spezzani, Pepe e Rubino. Troppe incognite, insomma, per una squadra che affronterà gli spareggi senza il pubblico delle grandi occasioni e in condizioni psicologiche certamente non perfette.
Tra tanti dubbi, di certo rimane che sulla panchina gialloblu siederà il tecnico Antonio Porta, che appena una manciata di giorni fa ha incassato, ufficialmente, la fiducia della società. Una decisione che, visto il momento, è comunque arrivata dopo una gestazione tutt’altro che breve, come testimoniano qualche lecito malumore e l’idea, avanzata durante il conclave gialloblu, che portava al nome di Giuseppe Fusaro, tecnico in ascesa della selezione Allievi. La scelta, poi, è ricaduta ancora una volta su Porta, tecnico capace di racimolare un solo punto nelle ultime quindici gare sulla panchina gialloblu. Numeri che fanno paura, come a fare paura è il futuro dell’Ischia Isolaverde, oggi come non mai avvolto da nubi sempre più scure.