Ugo De Rosa | E chi l’avrebbe mai detto che nella terra litigiosa per eccellenza, finanche il coniglio ischitano poteva diventare un oggetto del contendere… Eppure ad Ischia sta accadendo anche questo. L’un contro l’altro armato, i produttori/allevatori cunicoli stanno dandosi da fare a suon di carte bollate per rivendicare primogeniture, diritti, requisiti e, in altre parole, aggiudicarsi quote di mercato con il criterio mors tua vita mea. Ma probabilmente questo non basta a voi lettori, per cui proveremo a ricostruirvi la vicenda nel migliore dei modi.
Giannino Calise, storico rivenditore dei polli Cafar sull’isola d’Ischia, ebbe molti anni fa l’intuizione di realizzare il primo mattatoio per conigli dell’isola, registrando il marchio “Coniglio ischitano”. Nella sua proprietà di Via Montetignuso, supportato dai figli, ecco quindi nascere una struttura decisamente all’avanguardia e rispettosa delle scrupolosissime leggi in materia di trattamento di animali vivi destinati al mercato alimentare. Per molti anni il business fiorente dei Calise è rimasto in assoluta esclusiva sull’isola ed i suoi camion con centinaia di gabbiette gialle si vedono ancora oggi sovente sui traghetti di linea per Pozzuoli, quando si recano a caricare in terraferma per poi procedere alla macellazione in loco.
Qualche tempo dopo Michele Scotti e sua moglie, lasciata l’attività di autoriparazioni, cominciarono ad impiantare in località Fiaiano un allevamento di conigli allo stato semibrado, quindi con gabbie a terra dotate di scaletta e di uno spazio esterno recintato. Una novità che avvicinava l’allevamento dei coniugi Scotti a quello dei più famosi conigli di fosso, con tutte le diversità che facilmente possono emergere tra le due modalità di allevamento. Col tempo e con non pochi sacrifici, l’attività degli Scotti si espande e abbandona per larga parte il semibrado, per allevare invece in gabbie di legno sollevate dal suolo con un numero decisamente elevato di fattrici.
Più o meno contemporaneamente, emerge sull’isola un altro marchio cunicolo, “L’Eccellente”, che altro non è che un’impresa di cui i Calise sono parte integrante e che, insieme ad un socio, punta a conquistare nuove quote di mercato differenziando tipologia di prodotto ed immagine. Intanto, con gli Scotti subentrano nuovi soci (e quindi capitali freschi), tra cui sembrerebbero esserci esponenti della famiglia Di Meglio (Dimhotels) ed altre componenti napoletane. Improvvisamente il business familiare degli Scotti diventa “Ischia Conigli”, con tanto di pagina Facebook spesso narrante la destinazione delle molteplici consegne effettuate dagli imprenditori fiaianesi. Va ricordato, nel contempo, quanto narrato in passato dal nostro Giornale sulla creazione di un container-mattatoio all’interno dell’impianto degli Scotti, inizialmente sequestrato dalle Autorità competenti e successivamente riabilitato per via amministrativa.
Ma veniamo ai giorni nostri: da quanto ci è stato riferito, in pieno mese d’agosto (anche se il post riporta la data del 4 settembre), sembra che le attività della Ischia Conigli siano state sospese. La motivazione ufficiale, riportata su Facebook, recitò testualmente: “Informiamo la nostra clientela che fino al 15 Settembre saremo in ferie , anche per dare la possibilità di riprodursi e crescere al nostro allevamento unico sull’isola d’Ischia . Vi terremo aggiornati e ringraziamo tutti coloro che scelgono sempre la nostra qualità e genuinità !!!!!!!!!!!!”. Contemporaneamente o giù di lì, ecco arrivare ad Ischia una task force del servizio veterinario dell’Asl Napoli 2 direttamente da Napoli, pronta ad effettuare un accuratissimo controllo all’impianto di macellazione dei Calise. Una coincidenza che non è passata inosservata agli occhi dei diretti interessati, i quali pur uscendo praticamente indenni da tale controllo, hanno subodorato che i loro concorrenti potevano avergli riservato un tiro mancino, venendo a conoscenza (ripetiamo, per quanto ci è dato sapere) di una ben articolata denuncia presentata all’ASL, alla Procura ed all’Autorità anticorruzione (l’organismo presieduto da Cantone, per capirci) contro il medico veterinario ischitano Massimo Barbato, accusato di favorire in lungo e in largo i Calise sottacendo le loro inadempienze nella tenuta del mattatoio e della commercializzazione dei conigli, in virtù di un rapporto di storica quanto “illecita” vicinanza.
La replica non si è fatta attendere: i Calise sarebbero passati al contrattacco, provvedendo anch’essi a denunciare gli Scotti e lo stesso Barbato, con un esposto estremamente articolato che metterebbe a nudo, a loro giudizio, tutte le incongruenze di Ischia Conigli: dall’elevatissimo numero di fattrici (ben superiore secondo loro a quello consentito) fino all’utilizzo tutt’altro che legale del mattatoio prima sequestrato e poi liberato. In questa guerra tra bande cunicole, i registi sul piano giuridico pare siano gli avvocati Bruno Molinaro (per Ischia Conigli) e Stefano Pettorino (per i Calise). E non va dimenticato che, secondo quanto ci hanno riferito, l’allevamento Ischia Conigli insisterebbe in tutto o in parte su di un fondo appartenente alla famiglia Gaudioso. E chi certamente subirà dei danni (fermo restando che in tutte le guerre i morti si contano da entrambe le parti), sarà senz’altro l’immagine del povero coniglio ischitano, un’eccellenza che in tanti dovrebbero tutelare e che invece, oltre a finire presto nelle aule di tribunale (magari anche con qualche azione clamorosa da parte della Magistratura), è già oggetto delle attenzioni di politicanti pseudo-ambientalisti come la parlamentare Michela Vittoria Brambilla, che come tutti ricorderanno ha proposto di recente il ritiro dal mercato dei conigli riconoscendoli come animali da compagnia.
Come scrive bene l’autore dell’articolo “il business fiorente dei Calise è rimasto in assoluta esclusiva sull’isola ed i suoi camion con centinaia di gabbiette gialle si vedono ancora oggi sovente sui traghetti di linea per Pozzuoli, quando si recano a caricare in terraferma per poi procedere alla macellazione in loco” poi arrivati sull’isola diventano e si vendono come “Coniglio ischitano”.
Come fa un coniglio solo macellato ad Ischia ad essere venduto per “coniglio ischitano”?
Per le virtù del marchio registrato la bestiola acquisisce la residenza? Se non è pubblicità ingannevole questa…
Barbato dell’ASL un nome una garanzia (di onestà). tutti quelli che lo conoscono possono testimoniarlo.