Le lacrime di Maria Grazia Buono, la prossima vittima delle ruspe di stato ad Ischia sono il vero senso del corteo di protesta che si è svolto ieri ad Ischia. In oltre 500, hanno sfilato dallo spazio antistante la sezione distaccata di Ischia del Tribunale di Napoli (l’immaginaria sede dove è stata emessa, negli anni, la sentenza che oggi è passata in giudicato e viene eseguita dalla Procura della Repubblica di Napoli) lungo Via Michele Mazzella e Via Alfredo De Luca per gridare al governo Italiano (l’unico che può, davvero, intervenire) il grido di aiuto e di soccorso affinché si stoppino le demolizione delle prime case di necessità.
E’ questo il vero dramma che, da anni, non si riesce a far comprendere all’opinione pubblica italiana. Un’opinione pubblica che si sente sensibile alla parola “condono” e non riesce a vedere il dramma umano che c’è dietro. Non vede le storie dei singoli e il dramma di chi, dall’oggi al domani, si trova in mezzo ad una strada senza soluzione ed è costretto a contare le pietre che compongono le macerie e dargli il significato di una vita di stenti e di sacrifici.
Foto di Antonello De Rosa

























Certo, sulla base di un reato (questo nessuno lo nega) tuttavia dettato da una congiuntura di effetti concatenati come la passività dell’intero mondo politico, come l’intervento della magistratura che arriva anche dopo 30 anni e, per dirla in breve, in alcuni casi, anche con una norma che non prevede la prescrizione. Tutto questo in una nazione, l’Italia, dove nel nome della prescrizione si coprono reati sicuramente più gravi.
La battaglia degli isolani, e in particolare dei campani che vivono con l’incubo delle ordinanze di demolizione, nei mesi scorsi ha visto sia un nuovo sit-in di protesta sempre a Ischia, sia un incontro con il presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, il sindaco metropolitano e di Napoli, Gaetano Manfredi, per presentare una proposta di legge che possa mitigare l’impatto delle demolizioni e garantire una gradualità negli interventi, privilegiando prima alcuni tipi di abusi e lasciando per ultimi quelli che rappresentano la prima e unica casa di necessità per i cittadini coinvolti in questa tragedia umana. Tuttavia, la situazione continua a rimanere intrappolata in un cono d’ombra che non sembra avere fine.
Ischia è tornata è in piazza e ha gridato, ancora una volta: “Stop alle demolizioni” durante la manifestazione organizzata dal Coordinamento dei Comitati a Difesa del Diritto alla Casa della Regione Campania al termine della quale si è tenuto un nuovo incontro con i sindaci Enzo Ferrandino, Dionigi Gaudioso e Irene Iacono.
“In Campania – ha gridato al microfono Gennaro Savio, da sempre impegnato in questa battaglia – la tragedia degli abbattimenti delle case abitate continua a gettare nello sconforto centinaia di migliaia di famiglie oneste e lavoratrici.
E sull’isola d’Ischia, dove dovrebbero essere diecimila gli immobili da demolire riferiti alle domande del condono 2003 il che provocherebbe migliaia di senza tetto, la problematica assume persino una maggiore tragicità visto che siamo circondati dal mare e che a migliaia di famiglie non resterebbe altro da fare che emigrare, considerata l’impressionante crisi abitativa per cui sono pochissime le case che si affittano e non a caso per l’alluvione che ha colpito Casamicciola negli anni scorsi, ci sono ancora nuclei familiari di sfollati che sono alloggiati in albergo. In questa situazione di paurosa emergenza abitativa – ha continuato Savio – come si può pensare di creare migliaia di sfollati senza che prima di demolire si programmino piani di evacuazione e di realizzazione degli alloggi necessari per garantire il diritto alla casa a chi se la vedrà abbattere? Lo abbiamo detto e lo ripetiamo. Il fenomeno dell’abusivismo edilizio degli ultimi quarant’anni non è stato voluto dai cittadini, ma è stato generato dalle inadempienze delle istituzioni locali che non approvando i necessari piani regolatori e paesaggistici non hanno dato a nessuno la possibilità di costruire nella legalità. Ecco perché oggi sarebbe innanzitutto il caso di processare e condannare con un maxiprocesso i responsabili politici che hanno generato questo fenomeno di massa. E invece si abbattono le case della povera gente e giammai, però, gli ecomostri della grossa speculazione edilizia e affaristica, compreso ville lussuose e strutture ricettive, che hanno distrutto coste e colline della nostra Isola e della nostra Regione.
La Magistratura, di cui da sempre abbiamo il massimo rispetto, applica la Legge, quella Legge che continuerà ad essere applicata e a far piangere le famiglie campane sino a quando non verrà modificata dal Parlamento.
Ed intanto che il Parlamento approvi una nuova Legge, c’è l’immediato bisogno dell’emanazione di un Decreto-legge del Governo che blocchi le ruspe affinché a bocce ferme si possa trovare una soluzione – conclude il figlio ed erede politico di un altro paladino della causa demolizioni, Domenico Savio – a questa tragedia. Ecco perché lo slogan della manifestazione di domani sarà “Il governo fermi subito gli abbattimenti”.
La tragedia degli abbattimenti delle prime case di necessità continua a gettare nella disperazione e nello sconforto migliaia di famiglie oneste e lavoratrici sul cui capo pende come una spada di Damocle, la pala delle ruspe di Stato pronte ad entrare in azione e demolire, oltre alle abitazioni, anche la vita di interi nuclei familiari. Donne, uomini, anziani, bambini ed invalidi che vengono cacciati di casa dopo aver vissuto in quell’abitazione per 25, 30 anni e la cui colpa, molte volte, è solo quella di averla ereditato da genitori e nonni ormai deceduti.
Solo sull’isola d’Ischia riferite alle pratiche di condono del 2003 sono circa 10.000 le abitazioni che presentano difformità urbanistiche e che per questo saranno demolite lasciando sul lastrico dalle 25.000 alle 30.000 persone. Una tragedia sociale senza precedenti per Ischia e per la Campania.
Enzo Ferrandino: “Senza un intervento normativo, la crisi sociale sarà devastante”
Il sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino, come i colleghi di Barano e Serrara Fontana, ha preso parte al corteo per chiedere la sospensione delle demolizioni delle abitazioni considerate di prima necessità. Un problema che, come ha sottolineato il primo cittadino, rappresenta un dramma sociale ma che si intreccia inevitabilmente con gli obblighi di legge.
“Per risolvere questa piaga sociale – ha dichiarato Ferrandino – è necessario un intervento normativo che permetta di graduare le demolizioni, distinguendo tra le costruzioni frutto di attività criminose, quelle edificate in zone ad alto rischio idrogeologico e gli abusi legati alla speculazione edilizia. Chi ha costruito la propria unica casa con sacrifici non può essere lasciato per strada senza alternative.”
Ferrandino ha ricordato che nei mesi scorsi c’è stata anche la firma di un protocollo tra la Regione Campania e la Procura, volto a fare chiarezza sulla situazione. Tuttavia, ha ribadito che serve un’azione più incisiva da parte del Governo centrale.
“L’isola di Ischia è già stata colpita da altri drammi, con famiglie che hanno perso la casa o che rischiano di perderla – ha aggiunto il sindaco –. La ricollocazione di queste persone non è scontata, e se a loro si sommano coloro che perderanno la loro unica abitazione a causa delle demolizioni, ci troviamo di fronte a una vera emergenza sociale.”
Il primo cittadino ha concluso con un appello alle istituzioni: “È necessario un intervento concreto che aiuti noi sindaci a supportare i cittadini in difficoltà. La politica deve farsi carico di questo problema e trovare soluzioni per chi rischia di restare senza un tetto.”
Dionigi Gaudioso: “Non possiamo lasciare le famiglie senza alternative”
Il sindaco di Barano d’Ischia e consigliere metropolitano, Dionigi Gaudioso, ha partecipato al corteo organizzato sull’isola per chiedere la sospensione delle demolizioni degli immobili abusivi. Una questione particolarmente sentita dalla comunità locale, che necessita di un intervento legislativo adeguato.
“È evidente che a Ischia abbiamo un problema specifico rispetto alla terraferma – ha dichiarato Gaudioso –. Ho spesso modo di confrontarmi con gli altri sindaci e il nostro è un problema amplificato, perché non esistono alternative abitative per i cittadini colpiti. Dopo i disastri che hanno colpito Casamicciola e Lacco Ameno, tra terremoti e frane, la situazione è diventata ancora più critica: sull’isola le abitazioni scarseggiano.” Il primo cittadino ha sottolineato il dramma di molte famiglie che, dopo anni di sacrifici, vedono abbattere le proprie case senza un’alternativa concreta. “Mi auguro che il Governo ascolti le richieste della popolazione e che almeno si possa rallentare il processo di demolizione, per sedersi a un tavolo e valutare una soluzione che permetta di salvare il salvabile”, ha concluso Gaudioso.
Irene Iacono: “Il caos normativo va risolto, la politica non può restare a guardare”
Alla manifestazione contro le demolizioni c’era anche il sindaco di Serra La Fontana, Irene Iacono, che ha sottolineato la necessità di un intervento legislativo per risolvere il caos normativo che colpisce numerose famiglie.
“La questione è certamente umana – ha dichiarato Iacono – ma si intreccia inevitabilmente con le leggi e le normative vigenti. Per uscire da questa situazione serve l’impegno di tutti, dai livelli governativi a quelli regionali e locali. È fondamentale fare chiarezza per affrontare un dramma sociale che coinvolge molte famiglie e al quale la politica non può restare indifferente.” Il sindaco ha ribadito che la protesta non chiede un condono indiscriminato, ma una soluzione per sanare le situazioni più critiche, in particolare quelle relative alle prime abitazioni. “Lo Stato ha il dovere di stare vicino ai cittadini e di guidarli in un percorso di regolarizzazione, laddove possibile. La giustizia deve fare il suo corso, ma occorre evitare che intere famiglie si ritrovino senza una casa dall’oggi al domani.” Iacono ha infine espresso la speranza che i disegni di legge già depositati possano aprire la strada a un confronto più ampio e approfondito: “Affrontare seriamente questo problema è una responsabilità della politica. Ci auguriamo che le istituzioni superiori ascoltino le richieste della popolazione e trovino una soluzione equa per tutti.”