GAETANO DI MEGLIO | Il chiacchiericcio social che si legge e le parole che si sentono in giro sull’isola sono, per lo più, ferme sulla riflessione “a perdere”. Il livello iniziale mi sembra sempre quello dei filoni alla Pagoda quando si giocava a “tre sette a perdere”. Dopo le prime osservazioni, tuttavia, quando il tuo interlocutore è un imprenditore e ti rendi conto che ha consapevolezza dei suoi incassi, riesci ad elevare il dibattito il contenuto della conversazione cambia. E lo fa in positivo.
Per motivi vari ho trascorso qualche ora in compagnia di Roberto Albano all’Alibar di Ischia, con qualche altro imprenditore a Forio e stando un po’ in giro la sensazione è che, ancora una volta, ci troviamo in una posizione favorita ma senza saperlo. Un po’ come gli asini in mezzo ai suoni. Spesso suoni anglofoni o americani.
Siamo davvero in crisi? Qual è la situazione ischitana? Come sta andando l’estate? Cosa è successo fino al 6 di agosto?
E’ cambiato tutto. O, almeno, sta cambiando tutto.
Napoli vola con il suo successo del centro storico, con i suoi imprenditori che hanno scoperto la bellezza dei social e del web. Sorrento si preoccupa del calo attuale ma guarda a settembre e Ischia?
Ischia ha iniziato a cambiare sistema turistico. Ancora una volta, in maniera del tutto casuale e non voluta da noi (le iniziative di Ischia e Forio sono ancora troppo in modalità start up per essere valutate) ci siamo ritrovati con tanti turisti diversi. Il mercato italiano resta quello di riferimento e, nonostante tutto, abbiamo un aumento esponenziale di un turismo diverso e di qualità. Molti stranieri, molti americani, a Forio c’è un ottimo sentimento con i nord europei.
Tutti fenomeni isolati che, però, incidono sul sistema. Un sistema che da una parte registra un calo di numeri (le presenze) e dall’altro lato, invece, un pareggio di bilancio. O quasi. Quelli che non hanno bisogno di mentire e che, soprattutto, hanno gli strumenti per valutare, per fare i confronti e usano la tecnologia per gestire le proprie imprese ti parlano di piccole flessioni percentuali.
Questo cosa significa? Vi porto l’esempio di un albergo quattro stelle di cui sono testimone oculare. Significa lavoratori meno stressati, brigata di cucina meno stressate, piatti più curati, materie prime migliori e quel giusto equilibrio tra calma e programmazione che fa sperare. E parlo di realtà vittime di una narrazione da bar, di luoghi comuni e di quel tipico ischitanesimo che tanto ci fa male dentro.
Nel frattempo, e lo dico con un pizzico di gioia per i miei amici, sono diversi quelli che hanno scoperto il lato bello dei fitti brevi facilitati da una normativa ancora un po’ distante e che raccontano di turismo di qualità relativa. Relativa perché favorisce la selezione e la profilazione di un target diverso. Perchè? Perché per chi ha costi di gestione zero o quasi e può basare la propria vita sulla propria professione o su altri introiti, non vive con l’incubo dell’occupazione e può anche azzardare politiche di selezione più rigide. Anche al costo di restare una settimana con l’appartamento vuoto.
Sono trascorsi già i primi 6 giorni di agosto e siamo ancora liberi da certe scene. Napoli in piena attività ci ha privato di alcune frequentazioni. Napoli in piena attività ha anche scoraggiato la vacanza ad Ischia.
Ma qual è il side b di tutto ciò? È che questo switch turistico ci ha colti impreparati, ci ha fatto felici, ma sarà, per molti, un cambio di regole del gioco a cui non tutti potranno reggere. Come per il covid, chi già traballava non resterà in piedi. Chi aveva la spalle larghe o non se ne accorgerà o, al massimo, avrà piccole oscillazioni.
Da questa ampissima premessa, però, dovremmo tirare fuori qualche punto da fissare e sui quali iniziare a ragionare.
Parlare di presenze e di numeri serve ancora? Davvero dobbiamo prendere come riferimento il trasportato da aliscafi e traghetti? Davvero dobbiamo convincerci che quei numeri di aiutano a ragionare? Conosco chi da 52 camere ha scelto di averne 26. Chi ha chiuso il piano intero di un hotel e procede solo con quello ammodernato.
Dovremmo iniziare ad affrontare il tema con una consapevolezza maggiore, con dati diversi e, soprattutto con una visione e un punto di vista nuovo. Magari ancora non definito ma sicuramente non adatto a quello che è stato.
Continuare con la paragonite rispetto al passato, con il pensare di dover ri-avere quei posti o quei luoghi, di voler rimpiangere la cagate dei muli in strada (per citare l’ultima cazzata sparata sui social media) è l’errore più grande che possiamo commettere. Un anno fa si parlava di blitz di Carabinieri, Polizia e Vigili Urbani sulle affittanze estive. Un anno fa era già stato un agosto da dimenticare.
Forse, e per fortuna per alcuni, abbiamo ancora un po’ di giorni per recuperare ma è importante dirci che Ischia ha cambiato (a sua insaputa) turismo. Ha switcciato verso la qualità. Forse è ancora poco e ancora presto. Già, forse.
Smetterla di “dare i numeri” è l’unica cosa sensata da fare e itornare a parlare, con poche parole però!
Per la serie: Il meno è più.
E’ da augurarsi! Più attenzione anche alle esigenze dei turisti che ci scelgono, meno superficialità. Educazione sempre e gentilezza sono i punti primi da osservare, il resto viene da sè.