giovedì, Dicembre 5, 2024

Ischitani, non abbiate paura!

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“Ogni effetto bello che produciamo ci crea un nemico; per essere popolari occorre essere una mediocrità.” (Oscar Wilde)

davide-188x80Quest’oggi ho avuto una piccola conversazione in chat su Facebook, a margine di un post che trattava di turismo. Ve la riproduco qui di seguito, naturalmente rispettando l’anonimato del mio interlocutore:

(Amico FB) “Comunque te lo dico in privato. Devo riconoscerti che sei stato il miglior assessore al turismo che ho visto. Anche non essendo del tuo orientamento politico. Per farti capire quanto ti ho apprezzato nel tuo operato. Ancora bestemmio per come sono stati capaci di buttare nel cesso tutte le tue conquiste. Delittuoso è stato non continuare sulla tua lotteria di sant’Anna, ma sembra che nessuno ne abbia memoria.”

(Io) “Ti ringrazio molto. Ma se questo paese non riesce ad andare avanti è anche per colpa dello scarso coraggio di molti nel manifestare pubblicamente questo tipo di pensieri, continuando ad appoggiare una classe dirigente che non merita nulla.”

(Amico FB) “Non l’ho espresso li sotto e solo in privato per non far pensare che fosse una ‘leccata’ nei tuoi confronti. Dopo lo scrivo senza fare nomi fingendo di non ricordare chi era l’assessore della lotteria.”

(Io) “Il coraggio sta proprio in quello: scrivere la verità e dimostrare che è tale e non una semplice “leccata”. L’assertività è dono di pochi.”

(Amico FB) “Hai perfettamente ragione, e riconosco di non esserne dotato.”

Questo scambio di battute ha provocato un’istintiva torsione alla sinistra della mia scrivania per rileggere la targa in ceramica regalatami anni fa dal mio amico Antonio D’Arco, riproducente l’aforisma di Oscar Wilde che trovate nell’occhiello. Lo spunto per il 4WARD di turno, ancora una volta, era puntualmente arrivato.

Il contesto sociale ischitano è sempre più pregno di ipocrisia e soffre la sudditanza verso i potenti di turno e la conseguente, fottutissima paura di dire liberamente ciò che pensa, anche nelle situazioni più innocenti ed elementari. Pur di non contraddire “l’autorità vigente”, le si ubbidisce pedissequamente cambiando fornitori abituali, licenziando un dipendente a vantaggio del raccomandato di turno, finanche disconoscendo amici storici o dimostrando totale accondiscendenza su qualsiasi argomento pur di non inimicarsela o comunque di apparirle fedele ad ogni costo.

Il concetto sociologico di status ascritto mi è molto caro e parla chiaro; come dire, puoi dismettere ruoli o sembianze quanto vuoi, ma anche dopo molto tempo difficilmente riuscirai ad essere visto diverso da come la gente è abituata a considerarti. Ciononostante, credo che ad Ischia questa condizione sia particolarmente amplificata pur non riuscendo a superare la validità della teoria di Oscar Wilde: meglio fai e più successo hai nelle tue cose, più sei invidiato, ignorato, addirittura schifato o odiato; a differenza di chi, invece, rimasto volontariamente o meno nell’ombra, signor nessuno, o meglio ancora palesemente inoffensivo ed ininfluente da sempre, gode senz’altro ottima considerazione diffusa, o semplicemente del classico giudizio popolare “quant è bbrav, è proprio ‘na bbrava perzon, nun facess mal a ‘na mosc”.

In altre parole (giusto per fare un esempio che non offenda nessuno), uno come me, che non ha alcun problema a pensare, dire e scrivere tutto ciò che gli passa per la testa, oggi come e più di sempre e subendone sovente le conseguenze, deve coesistere con una sorta di gradimento underground: ricordate lo sceriffo Burt in “Mezzogiorno e mezzo di fuoco” di Mel Brooks? Il neo sceriffo di colore del villaggio super razzista di Rockridge esce dal suo ufficio il primo giorno di lavoro e incontra una vecchina. Nel dirle “Buongiorno signora, non trova sia una splendida giornata oggi?” si sente rispondere con uno sprezzante “Vaffan…o, negro!” La stessa vecchina che, al calar dell’ora e lontana da occhi indiscreti, bussa alla sua porta regalandogli una torta per scusarsi, ma raccomandandogli di non riferire a nessuno di tale regalo.

Pur ritenendomi fortunato, se considero di essere etichettato da buona parte del “palazzo” come nemico nonostante non sia più in politica attiva da quattro anni, ma godendo ancora di tantissime care, sincere e disinteressate amicizie, sono fortemente preoccupato da questo comportamento più che usuale dei miei compaesani, che allo stesso modo preferiscono rimuginare o incavolarsi dei tanti problemi del sociale solo in camera caritatis, quasi mai avendo gli attributi di uscire allo scoperto con le proprie opinioni. E’ vero che, tanto per fare un esempio, il numero dei like totalizzati –ad esempio- dal post-pistolotto del 20 marzo su Facebook di Giosi Ferrandino sull’argomento lavori pubblici è a dir poco esiguo, quando in passato le tre cifre le raggiungeva in grande scioltezza anche su peggiori futilità, ma ciò non toglie che questo genere di considerazione social non basta ad attenuare l’omertosa contribuzione ad un sistema ormai marcio ed incancrenito nel non disturbare conducenti totalmente privi di navigatore ma, forse, anche della stessa patente.

Se Ischia, come amo ripetere quasi a mo’ di nenia, intende crescere sul serio, uno dei punti di partenza è quello che fu tanto caro a San Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura!” Bisogna vincere, da cittadini, la paura di rappresentare ciò che è veramente importante per l’Isola e per la nostra Comunità, sapendo dire NO –se necessario- a chi ci chiede immeritatamente il nostro consenso; allo stesso modo in cui da Sindaco, Assessore o Consigliere Comunale, anche se a meno di un anno dalle elezioni, bisognerebbe superare la logica del voto clientelare, sapendo dire NO a chi ci chiede privilegi o provvedimenti che contrastano gli obiettivi utili a tutti e non solo al singolo. E se vogliamo, anche la capacità di ammirare i risultati altrui, riconoscendone i meriti senza quella malvagità o quel qualunquismo tipicamente provinciale da cui spesso ci si lascia pervadere, rappresenterebbe un segnale di notevole maturità comunitaria in un piccolo centro come il nostro.

E’ il momento di farcela, Ischitani, ma sul serio. “Non abbiate paura!”

 

2 COMMENTS

  1. Caro de magistris,e che parliamo a fare? questo e’ il paese in cui un fiore all’occhiello (unico e raro) come un lido per disabili ,
    ,eccezione su tutto il territorio del golfo di napoli,viene demolito per le velleita’ politiche e personali di un sincacozzo qualunque…

  2. QUALE FUTURO PER ISCHIA?
    ISCHITANI NON ABBIATE PAURA?
    Caro Davide, hai impiegato tre quarti del tuo scritto per fare autopresentazione per poi approdare, in analogia con lo scritto che precede a firma della Dr.ssa Fermo, all’affermazione che è nel potere degli elettori cambiare la realtà. Forse sia a Te che alla gentile Fermo sfuggono alcune dinamiche, operanti nella nostra realtà, che è bene ribadire:
    1) Il consenso è costruito a tavolino dalle fazioni politiche, per cui spesso si realizza un “falso consenso” intorno ad un Sindaco “portato” da più liste che, coalizzate, hanno il compito di portare acqua al mulino. In queste liste di appoggio o “liste civetta” si cerca di aggregare i leader d’opinione e i “capi branco” per accaparrarsi i serbatoi di voto. I serbatoi di voto sono la parte “stabile” (zoccolo duro) costituito da clientes che hanno usufruito, molto spesso, di diritti passati per favori.
    2) Il consenso viene polverizzato dalla sistematica utilizzazione di teste di legno aggregate massivamente nelle predette liste d’appoggio (più candidati in lista equivalgono a più possibilità di annullare il voto d’opinione a favore del voto familiare-gentilizio). La multi-etnicità delle nostre comunità e le nuove leggi europee hanno aperto la possibilità di accaparrarsi altri serbatoi. I politici scaltri avranno cura di avere in lista un candidato di ogni etnia.
    3) Ovviamente le teste di legno esauriscono la loro funzione all’indomani delle consultazioni avendo portato a termine il disegno del loro mentore. Da quel momento contano meno dello zero.
    4) L’influenza della maggioranza e la spirale del silenzio , due concetti che Ti dovrebbero essere noti, visto che parli di teorie sociologiche, completano il quadro.
    Fatta questa premessa mi chiedo e Vi chiedo che senso abbiano i vostri scritti se non quello di imbonire o persuadere, una volta di più, qualche sprovveduto che non ha ancora assunto lo status di “cittadino attivo” ancorchè libero da qualcuno dei lacciuoli suddetti.
    Abbiate Voi il coraggio di dare inizio al cambiamento, formando liste libere da queste strategie, ricche di programmi seri e di gente volenterosa e ansiosa di un nuovo processo culturale. Abbiate il coraggio di crederci Voi che intendete fare politica. Non additate gli elettori. Perché gli elettori sono avanti nel processo di cambiamento, lo dimostrano i movimenti. Basti guardare il movimento arancione a Napoli e il movimento 5 stelle. Ma altri ne sorgeranno perché se il processo culturale deve avvenire attraverso l’elettorato, come voi dite, è già in itinere. E’ il presente e sarà il futuro. E la genesi dei movimenti è proprio nella insostenibilità delle vostre concezioni. Chi sta mancando è la politica più che l’elettore. Dopodichè dobbiamo, tutti, somigliare alle cose che diciamo e che vorremmo veder realizzate.
    Non abbiate paura!

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