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sabato, Giugno 29, 2024

ISOLANO DELL’ANNO Giovanni Legnini: «Porto Ischia nel cuore»

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Il Commissario isolano dell’anno parla della sua esperienza personale a Ischia. L’emergenza frana vissuta “in diretta”: «Dopo una catastrofe naturale, gli elementi che concorrono a creare quel moto di impegno condito da sofferenza e dolore per le vittime e per i danni agli edifici, alle cose, sono molteplici. È stata un'esperienza straordinaria, difficile ma anche densa di risultati, se pensiamo a quella settimana, quei mesi così dolorosi. Un'esperienza umana prima ancora che istituzionale e professionale, molto, molto intensa»

L’On. Giovanni Legnini isolano dell’anno 2023 de Il Dispari
Giovanni Legnini, nato 64 anni fa a Roccamontepiano in provincia di Chieti, è l’Ischitano dell’anno per il 2023.Legnini, già vice presidente del CSM e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri del governo Letta dal 2013 al 2014 e sottosegretario di Stato del Ministero dell’economia e delle finanze nel governo Renzi nel 2014 è arrivato sulla nostra isola per sostituire Schilardi nel ruolo di Commissario straordinario di Governo per gli interventi post sisma del 2017 ed è stato nominato Commissario Delegato all’emergenza post frana.

Ed è con questo incarico che Legnini ha assunto un ruolo centrale ad Ischia, come “settimo sindaco” come lo ha definiti qualcuno dei primi cittadini isolani: grazie alla sua esperienza, autorevolezza e risolutezza ha saputo mettere in moto la macchina della ricostruzione post calamità che, specie nel caso della frana, aveva urgenze indifferibili.Dopo il 26 novembre scorso Ischia si è svegliata ferita, confusa, in mezzo ad un guado pieno di fango ed incertezze dal quale ha contribuito in maniera determinante a tirarci progressivamente fuori grazie al grande lavoro portato avanti negli ultimi 12 mesi insieme al personale della sua struttura.Nel nostro annus horribilis Legnini ha saputo infondere fiducia e speranza negli ischitani verso le istituzioni, ha detto le parole giuste al momento giusto accorciando al minino le distanze con i cittadini senza comunque perdere un briciolo del suo prestigio e senza farsi tirare per la giacchetta da chicchessia.

Per rimettere Casamicciola al riparo dalla spada di Damocle del rischio idrogeologico e per neutralizzarlo nel resto dei comuni isolani serviranno anni di lavori, fondi ingentissimi ed una authority per la ricostruzione efficace, efficiente ed in grado di poter navigare nel mare monstrum della politica italiana in cui è sin troppo facile naufragare, specie infrangendosi contro lo spoil system ed i veti incrociati: per quanto sin qui dimostrato vorremmo che al timone ci restasse Giovanni Legnini.
iSCHIA, 13 DICEMBRE 2023

L’INTERVISTA

Gaetano Di Meglio | Il 2023 si conclude con la nomina del Commissario Giovanni Legnini a isolano dell’anno, e sicuramente non poteva esserci decisione più appropriata, per quanto fatto in questi mesi post frana, ma anche per gli interventi post sisma. E in questa intervista Legnini ripercorre quella che è stata fin qui la sua esperienza personale sull’isola.

Volevo iniziare partendo dalla differenza tra le due date: 21 agosto 2017 e 26 novembre 2022. Immagino, anche rispetto a quello che è stato il terremoto nel Centro Italia, che il 26 novembre sia stata l’emergenza vissuta direttamente. Una situazione che cambia la routine. Una cosa è arrivare a fare il commissario alla ricostruzione quando ormai il dolore e la paura, i primi momenti di confusione sono passati, sono stati in qualche modo archiviati, e si deve analizzare il quadro. Altra cosa, invece, è quando la vivi e sei parte attiva di questa emergenza. Come cambia l’atteggiamento, Come sono stati i mesi che hanno rivoluzionato anche la gestione del post-terremoto?
«Non c’è alcun dubbio che vivere la fase emergenziale acuta dopo una catastrofe naturale e governare una ricostruzione siano due attività molto diverse tra loro. Dopo una catastrofe naturale, gli elementi che concorrono a creare quel moto di impegno condito da sofferenza e dolore per le vittime e per i danni agli edifici, alle cose, sono molteplici. Appunto la necessità di intervenire subito, di eliminare gli effetti della catastrofe, l’assistenza alla popolazione, la creazione delle condizioni per una ripartenza, il ripristino dei servizi pubblici e degli spazi pubblici. E mettere nelle condizioni i cittadini di tornare a una condizione di normalità. Tutte queste cose io le ho vissute per la prima volta nel mentre ho avuto più di una esperienza, come è noto, in materia di ricostruzione, a partire da quella abruzzese aquilana fino al Centro Italia.
La vicenda di Ischia per me ha rappresentato la prima volta ad affrontare un’emergenza come quella che avete voi, che abbiamo noi. Mi permetto di dire noi perché io dal primo giorno ero qui, ho vissuto la tragedia. È stata un’esperienza straordinaria, difficile ma anche densa di risultati, se pensiamo a quella settimana, quei mesi così dolorosi che lei citava. Anche se ho gestito sicuramente il cratere più grande che abbiamo in Italia, che è quello del Centro Italia».

CONCENTRAZIONE DI CRITICITA’

Poi ad un certo punto è stato catapultato nel più piccolo, perché alla fine nel cratere di Ischia, nonostante i sei comuni, cambia proprio il modo di agire, di pensare, di vivere. Le problematiche del piccolo cratere non sono simili a quelle della regione, della provincia, della grande città.
«Cambia moltissimo, perché il ruolo di commissario della ricostruzione in Italia Centrale era un ruolo di indirizzo, di regolazione, di programmazione finanziaria e di coordinamento. Dopodiché ai livelli di governo territoriale, comunale e regionale c’è un apparato molto esteso. Basti pensare al fatto che lì eravamo in presenza di 140 comuni del cratere, 350 fuori cratere, quattro regioni. Cifre e numeri molto distanti da quelli del cratere di Ischia, tanto più dopo l’evento catastrofico del 26 di novembre. È vero che è piccolo, non il più piccolo in Italia, ma è il più denso di problematicità, di complessità. Mi è capitato di verificarlo più di una volta. Non lo dico per precostituire motivazioni giustificatrici, ma perché è un dato di fatto.

Il dato di fatto è che qui sull’isola, a Casamicciola e negli altri comuni colpiti in misura inferiore, si concentrano tutti gli elementi di criticità complessi e le difficoltà propri di una gestione post catastrofe, di una ricostruzione post terremoto e post frana. Al rischio sismico si è aggiunto il dissesto idrogeologico, quindi sono molteplici i fattori di rischio.
La vicenda delle sanatorie edilizie è ben nota a tutti, i lacci e lacciuoli vissuti che hanno bloccato la ricostruzione in questi anni sono noti a tutti. Tuttavia, nonostante queste molteplici difficoltà, io mostro un cauto ma deciso ottimismo. Innanzitutto perché constato sempre più una forte coesione istituzionale, con i sindaci vi è un’intesa quotidiana, un dialogo quotidiano e questo costituisce un elemento di forza. Il ruolo dei sindaci ha un ruolo primario. Con la Regione vi è un’intesa assolutamente forte e anche con la Città metropolitana, nonostante alcune difficoltà che abbiamo registrato con la Sovrintendenza, che stiamo superando. Siamo alla vigilia di uno snodo molto importante, nel quale dovremo migliorare anche il rapporto con l’Autorità di Bacino, che è forse il tema dei temi.
Quindi, per tornare alla domanda principale, le differenze sono molteplici. Però non per la estensione territoriale, ma per la complessità territoriale. A Ischia si verifica la concentrazione di tutti i fattori che caratterizzano la gestione della ricostruzione post catastrofe naturale. Per davvero è un caso unico in Italia. E’ con questa forte motivazione che dobbiamo affrontare le prossime sfide».

TRAGEDIA CONDIVISA

Vorrei ancora soffermarmi sull’aspetto tra virgolette personale. Guardando indietro a questo breve tempo ischitano ho imparato a conoscerla. Anzi, ormai Ischia è diventata la sua seconda casa. Ora guardando un po’ indietro, qual è la valutazione che fa Giovanni Legnini su tutta questa vicenda, questo grande polverone? Noi abbiamo in qualche modo vissuto insieme la ricostruzione, condotta mettendoci tutti una riflessione personale su questo percorso. È soddisfatto? Si aspettava una reazione diversa? Credeva che le cose fossero più semplici o più facili? Magari sulla vicenda condono, per esempio, dove ha dovuto smuovere l’Avvocatura dello Stato per superare il rapporto istituzionale. Quindi diciamo che si allarga un po’ il ventaglio di quello che poteva essere il problema ricostruzione post-sisma. Qual è la valutazione personale che fa Giovanni Legnini?
«Innanzitutto una valutazione di fortissimo legame con questa splendida terra e con voi ischitani. Questo lo dico non per ragioni di circostanza, ma perché corrisponde ormai ai miei sentimenti. Quest’anno è stato davvero intensissimo. Aver condiviso con moltissime persone il dramma, la tragedia e anche le delusioni, le sofferenze, le aspettative deluse di aver tentato, come ho provato a fare fino a questo momento, insieme a tutti i miei collaboratori che voglio ringraziare tutti, per aver tentato di ricercare la soluzione. Questo determina una saldatura sentimentale, definiamola così. Se una famiglia o un’azienda risolve il problema, se un Comune o un sindaco risolve un problema, se un cittadino trova soluzione alla propria sofferenza, costituisce un motivo di soddisfazione. E questo alimenta il patrimonio di legami, quindi per me sotto questo profilo è un’esperienza umana prima ancora che istituzionale e professionale, molto, molto intensa.

Dopodiché c’è il tema più generale che riguarda l’andamento degli elementi di delusione, di insoddisfazione e quello di soddisfazione. Io parto da un dato, ma questa affermazione che sto per fare avrebbe necessità di essere dettagliata, declinata. Poi potrà farlo come riterrà. La mia personale opinione è che nel corso degli anni si sia ampiamente sottostimato e sottovalutato il tipo di impegno e di complessità a cui mi sono riferito prima: le soluzioni normative, quelle provvedimentali, quelle organizzative e quelle operative concrete sono risultate sottostimate, sottodimensionate rispetto al grado di difficoltà. Infatti non si è mosso moltissimo, almeno fino a qualche tempo fa.

Adesso siamo su un tornante decisivo, nel senso che se sei bravo, e lo dico sempre senza nessuna enfasi ma al solo scopo di trasmettere un messaggio a chi ci ascolta e a chi ci legge, sembra che alcune caselle stiano andando al loro posto. Si stanno determinando le condizioni per una ripartenza molto robusta sul punto della sicurezza del territorio. La messa in sicurezza del territorio è una priorità, lo è per il territorio, lo è per i cittadini e per la loro vita. Lo è per l’economia di questa isola, sia per la messa in sicurezza che per la ricostruzione. Forse lo snodo che ha fatto lievitare anche decisioni pregresse che non stavano dando i frutti che io speravo è stato rappresentato dalla ordinanza molto avanzata, innovativa sulle delocalizzazioni. Non la punizione al cittadino, non una concessione di concezione punitiva, ma un’opportunità. Vuoi, tu cittadino, coltivare un programma di vita o di lavoro in una condizione di maggiore sicurezza? Ti diamo una possibilità non per concessione ma per soddisfare un diritto. Storie che stiamo registrando. Le stanno registrando i Comuni, le stiamo registrando noi. Un certo interesse di fronte anche alla robustezza sia procedimentale che economico finanziaria dell’ordinanza sulle delocalizzazioni. Su questo, però, circolano molte versioni della decisione assunta e non corrette e quindi dobbiamo fare chiarezza».

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2 COMMENTS

  1. si continua a dare calci in faccia ALLA POLITICA ISOLANA CHE FA PARTE DI QUESTO SISTEMA E AGLI ISOLANI TUTTI-MI DISPIACE DIRETTORE -NON CONDIVIDO I N MODI ASSOLUTO IL SUO GIUDIZIO-PRONTO A CONTROBBATTERVI E CONTINUO A DICHIARARE CHE LO STATO E CHI LO RAPPRESENTA PEGGIORE DEI MIGLIORI CASALESI CAMORRISTICI-

  2. CERTO –ISCHIA NEL CUORE-MA CON UN PORTAFOGLIO STRACOLMO-CERTAMENTE NON è COLPA SUA-MA IL SISTEMA E LA POLITICA -SENZA COLORI O PARTITI-LO VUOLE

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