martedì, Novembre 26, 2024

Karima Delli: «Abbiamo sentito la violenza dello shock. Come presidente della Commissione dovevo venire»

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Karima Delli: «Per evitare altre tragedie dobbiamo agire oggi e non domani». La presidente della Commissione Europea Trasporti e Turismo in visita sui luoghi della frana. «Ad ogni modo, io mi opporrò sempre a coloro che non vogliono fare nulla per contrastare il cambiamento climatico. La posta in gioco è il futuro dei nostri figli e io voglio che il futuro di tutti i bambini sia felice»

Gaetano Di Meglio | Turismo, guidata dalla presidente Karima Delli, è stata in visita ufficiale a Napoli ed Ischia per fare il punto sulle conseguenze della frana di Casamicciola dello scorso anno sul settore turistico isolano e per studiare nuove strade per implementare i trasporti a basso impatto ambientale.
Una visita importante, dal taglio storico e che, purtroppo, è passato un po’ sottogamba. La necessità di comprendere la vicinanza dell’Europa è la vera sfida che l’Europa deve affrontare.
Gli anni cambiano, gli equilibri politici anche e certi eventi, come quello di questi giorni, hanno un significato importante.
Dare per scontato che sette europarlamentari decidano di visitare Ischia ed essere “nostri portavoce al Parlamento Europeo” è un errore che non dobbiamo fare.
Gli eurodeputati sono stati accompagnati, durante i tre giorni di permanenza e visite nella nostra area, dall’europarlamentare e sindaco di Casamicciola Giosi Ferrandino, che ha voluto fortemente la loro visita caldeggiando anche quella ad Ischia, per il ruolo centrale che l’isola riveste nell’articolato sistema dei trasporti marittimi nel golfo di Napoli e che dopo la frana del 26 novembre scorso ha vissuto un delicato momento dal punto di vista turistico.
Ieri mattina, durante la conferenza stampa organizzata nella sala del consiglio comunale di Ischia, che ha indossato gli abiti della festa e della sede istituzionale (ed è sempre un buon motivo di soddisfazione sapere che ci siamo fatti trovare pronti cosa non per forza scontata) abbiamo avuto la sensazione che la visita abbia avuto il suo effetto. Non è stata una passeggiata. Era evidente che il fango del Celario aveva completato un racconto che, altrimenti, nessuna parola avrebbe potuto fare.

Presidente, ieri ha visitato la zona della tragedia. Ha visto quei luoghi e il fango che è venuto giù e che ha spazzato via 12 vite. Le parole non riescono a raccontare bene il dolore. Ci sono riusciti quei luoghi cancellati dalla violenza della natura?
«Innanzitutto, sulla nostra visita di ieri quello che posso raccontarvi è la grande emozione di una delegazione tutta al femminile. Ma quello che è profondamente rivelatore delle nostre emozioni, è che abbiamo visto una cosa che non deve più accadere. Le parole non possono arrivare a descrivere le emozioni e i sentimenti perché abbiamo perso delle persone e delle vite e non c’è modo di raccontare il dolore di chi ha perso dei membri della propria famiglia. Il nostro obiettivo è dire “non vogliamo più tutto questo”, ma non ci sono rimedi e soluzioni se non andiamo alla radice del problema, e la radice del problema è il rispetto per la natura con le sue dinamiche. Il crollo di questa montagna si è verificato perché ci sono dei fattori che sempre più lo hanno determinato. Non si è manutenuto, sono state realizzate costruzioni in maniera improvvisata, abusive, abbiamo lasciato fare, ma poi la natura ad un certo punto rivendica i propri diritti. Noi siamo qui per dire semplicemente a tutte queste famiglie sul primo punto che “non saranno dimenticate”. Le posso garantire che i sindaci che sono qui fanno un lavoro straordinario e incredibile con il Commissario per la ricostruzione in carica per aiutare queste famiglie, risarcirle e per garantire che abbiano una vita in abitazioni dignitose, corrette, perché non si può anche spazzare via il ricordo del luogo in cui si abita. La ricostruzione deve essere all’altezza, perché questo non si ripeta più in futuro, quindi dobbiamo essere vigili. Rispettare la natura vuol dire anche ripristinarla. Siamo in un luogo straordinario di biodiversità e dobbiamo fare molta attenzione a questo luogo».

RICOSTRUZIONE CON L’EUROPA

Presidente, in conferenza stampa le abbiamo sentito dire che “Ischia va coccolata”. Emerge tutta la sensibilità dell’Europa nei confronti della tragedia immensa che abbiamo provato.
«Assolutamente sì. Ischia ha vissuto una tragedia, ci sono degli sfollati e non possiamo abbandonarli. Li accompagneremo coinvolgendo anche il governo italiano, le autorità regionali e dimostreremo fino a che punto la ricostruzione deve essere fatta anche con l’Europa. Questa tragedia è dovuta anche a un cattivo trattamento della natura e dobbiamo essere vigili perché nella ricostruzione si garantisca che non si ripetano più errori di questo genere».

Quali sono state le sensazioni che ha provato in quei luoghi, calpestando quel fango che purtroppo ha ucciso 12 persone?
«È molto commovente perché non c’è più nulla. Sono storie di vita che sono state spazzate via e il luogo stesso mostra la violenza dello shock. Io sono una donna d’azione e in quanto presidente della Commissione Trasporti dovevo venire. Voglio ribadire la mia solidarietà alle persone che hanno perso un parente, alla comunità locale e alle autorità di Ischia».

LA CRISI DEL TURISMO: VOGLIAMO QUALITA’. E LA LOTTA AI B&B

Sta tenendo molto banco in questi in questi mesi il dibattito sul turismo di massa e su come il turismo di massa stravolga l’identità delle nostre città d’arte in Italia in particolare, ma anche nei piccoli centri.
«Su quest’isola c’è la volontà di gestire e controllare il turismo. Per esempio, su come arrivano i turisti sull’isola e il divieto di sbarco. Ecco, questa è una responsabilità locale che diventerà sempre più rilevante. Sarà necessario inquadrare il turismo del domani e informare i turisti per spiegare loro che cos’è questa isola con un patrimonio culturale così straordinario. In Europa abbiamo delle regole che entreranno sempre più in vigore e qui con noi c’è una delle più grandi relatrici sul tema degli Air B&B e locazioni a breve termine. Tutto questo, presto, non sarà più possibile. Non sarà più la giungla che c’è ora e l’Europa inquadrerà questo comparto. Noi vogliamo qualità e non quantità. Vogliamo un turismo che sia vincente per tutti, per gli abitanti, ma anche per la sfera economica. Sappiamo che il turismo è il più grande settore economico a livello europeo con dieci punti di Pil e 23 milioni di posti di lavoro e quindi sarà necessario fare attenzione in questo comparto che va in quadrato. Per fortuna, in Europa ci sono delle buone prassi.

In Italia ci sono dei grandi picchi di turismo di massa. Bisogna fare attenzione, però, perché quello che è successo in Italia, in particolar modo a Venezia, è stato incredibile per gli abitanti. A un certo punto gli abitanti hanno ho detto basta. Noi dobbiamo mostrare che il turismo in Italia dove abbiamo tanti europei e tanti stranieri è un turismo che vede coinvolti molti italiani. Dobbiamo essere capaci di mettere in campo misure che non promuovono il volume e la quantità perché, se si punta solo su questo gli abitanti non staranno bene a casa loro. Noi vogliamo che il benessere degli abitanti sia la priorità affinché traggano beneficio dal turismo proprio come lo fanno i turisti. Solo così siano tutti vincenti».

IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Il cambiamento climatico è una cosa seria. La politica, con le sue posizioni spesso ideologiche, ce lo fa sembrare solo una guerra tra parti e non ci fa comprendere che c’è un’emergenza.
«Le politiche di diniego del cambiamento climatico sono inaccettabili. Se non facciamo nulla ora, le catastrofi naturali si amplificheranno e dietro una catastrofe ecologica ci sono sempre drammi umani. I primi responsabili del cambiamento climatico sono coloro che non vogliono fare niente. Qui gli abitanti sono toccati nel vivo dal cambiamento climatico. Tutti i politici di oggi che non vogliono attuare delle politiche di contrasto al cambiamento climatico saranno responsabili di quanto accadrà. Il cambiamento climatico non è uno slogan, è la vita delle persone; quindi non abbiamo il tempo di mettere in pausa la normativa, dobbiamo agire oggi e non domani. Prendersi cura della natura vuol dire prendersi cura delle persone. Ad ogni modo, io mi opporrò sempre a coloro che non vogliono fare nulla per contrastare il cambiamento climatico. La posta in gioco è il futuro dei nostri figli e io voglio che il futuro di tutti i bambini sia felice. Essere felici si esprime dalla riconciliazione con la natura. Il messaggio migliore è essere qui su questa splendida isola».

LE ELEZIONI EUROPEE

Il 6 giugno 2024 si vota per le europee e l’Europa è sempre più donna. Lei è una donna, diciamo dal colore verde. Tuttavia c’è un’altra donna, Giorgia, che forse preferisce più il nero…
«Lei ricorda che ci saranno elezioni. Si, io sono molto fiera di essere la prima donna a presiedere la Commissione Trasporti e Turismo, ma vedrà che ci sono altre donne altrettanto forti. Non condivido le idee del vostro primo ministro perché amo l’Europa. Il cambiamento climatico non ha frontiere, la volontà della nostra commissione è risolvere i problemi di dumping sociale, ma soprattutto dimostrare fino a che punto la solidarietà e l’umanesimo facciano parte non solo dei nostri diritti, ma anche dei nostri doveri.
Il 6 giugno prossimo queste elezioni europee saranno un motivo per garantire un’Europa che sia ferma, ma che sappia guardare al futuro, perché noi guardiamo al futuro e sappiamo cosa significhi guardare al futuro e alle generazioni future e apriamo i nostri occhi.

Non faremo dei piccoli calcoli rispetto ai gruppi politici che sono qui, per noi è importante difendere la vita delle persone. E il singolo Paese non riuscirà a garantirla. Ogni Paese membro non ci riuscirà e lo potrà fare solo l’Europa, che deve parlare con una voce unica. Voglio che l’Europa di domani sia ecologica, più femminile, che rimanga veramente giovane e che sappia rispondere alle dinamiche della gioventù».

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