Ci sono delle figure che solo a Casamicciola (limitiamo la zona agli abusi sull’alveo con tanto di RESA) potevano trovare spazio e agibilità. La foto inquadra Matteo Renzi e una candidata isolana al Senato del mini-partito di Lupi che partecipa a queste elezioni con la Meloni, Salvini e Berlusconi. Con uno scatto agile come un vero roditore, alla fine della presentazione di Renzi e del direttore Di Maro, nello “stretto” del rialzo del giardino di Calise trasformato a piccolo palchetto fisso, ha bloccato il senatore Renzi e ha iniziato a conversare.
Immaginiamo che Renzi abbia ascoltato cosa la candidata di Lupi, Toti e della Meloni gli stesse dicendo e, per un po’, si è fatto anche toccare. Ma quale credibilità possiamo avere come territorio se permettiamo queste scene? In verità, dovremmo parlare al singolare e non al plurale. Con quale faccia e disinvoltura si passa da Lupi e Meloni a Renzi e Bonavitacola? Con quale rispetto per gli elettori ci si comporta con tanta sfacciataggine e tanta arroganza?
Quale narrativa politica permette ad un candidato di uno schieramento di interloquire e chiedere “qualcosa” al leader di un’altra parte politica impegnata politicamente? Ma quale senso ondivago si può arrivare ad avere? Qui siamo ben oltre la bandiera dello Spirito Santo. Fino ad oggi questi atteggiamenti li avevamo visti prima della campagna elettorale e si chiedeva conto del trasformismo e del salto della quaglia del protagonismo. Qui siamo oltre. Qui siamo al candidato di uno schieramento che chiede “cose” al leader di un altro schieramento. Non c’è più religione. Già, ci sono rimaste solo le maleparole…
Non c’è nulla da meravigliarsi… si tratta di un semplice confronto tra politici…
Stava chiedendo informazioni per il CAS..