Il gruppo della Parrocchia di Fontana torna ad esibirsi con una esilarante commedia ambientata in un’agenzia di pompe funebri: un contrasto particolarmente intrigante! Non è la prima volta, infatti, che mette in scena uno spettacolo teatrale. A marzo 2019, ad esempio aveva proposto “Il Natale di Martin”, da un racconto di Leone Tolstoj.
Quest’ultima iniziativa è nata dall’idea del parroco don Pasquale Mattera di adattare questa “particolare” storia nella parrocchia isolana, prendendo spunto da uno spettacolo teatrale della Parrocchia di Praia a Mare, in Calabria, dove degli amici di don Pasquale l’hanno messa in scena. Don Pasquale, entusiasta dell’idea, ha assegnato a Francesco Mendella il compito di scrivere il copione adattando la storia al dialetto napoletano.
Don Pasquale ha sempre mostrato una grande passione per il teatro, anche in seminario e questa non è altro che l’ennesima occasione che regala alla Parrocchia di Fontana di creare qualcosa di bello, dando vita ad una iniziativa allegra e spensierata. Perché a mettere in scena gli spettacoli non è una compagnia teatrale, ma un gruppo di amici che si vogliono bene e che insieme, come è solito dire don Pasquale, hanno creato questo “gioco serio”. Tutto è nato come un gioco, ma l’organizzazione, i costumi, le prove, la scenografia hanno permesso di far diventare questo gioco un lavoro serio che per fortuna è riuscito, grazie a don Pasquale Mattera e Teresa Di Costanzo.
LA TRAMA
Siamo nell’ufficio di un’agenzia di onoranze funebri, l’agenzia Mancomorto, gestita dai coniugi Crisantemo Lapide e Agata Wathson. E’ una normale giornata di lavoro quando Crisantemo riceve una telefonata da sua suocera, che gli riferisce che il gas si è spento, è praticamente morto. Crisantemo va a controllare la situazione di persona. In ufficio resta Agata che accoglie una coppia di nobili, la Baronessa Salma Pronta e il Marchese Lefu La Bara. La Baronessa è sconvolta per la perdita del suo caro Tommaso, tanto che sviene all’improvviso e Agata per “precauzione” inizia a prendere le misure del corpo della nobile. Ma per fortuna si riprende e insieme al Marchese e Agata va a scegliere la cassa e la lapide. Proprio in questo momento torna Crisantemo, che vede arrivare una coppia di vecchietti, il signor Felice Madepresso, anziano tremolante, e Mimina piangente, sua moglie. Il signor Felice ha perso il padre misteriosamente, aveva solo 102 anni! Ma il vero dolore nasce dal fatto che adesso non possono più percepire la pensione del padre! Nel frattempo si scopre che il caro e defunto Tommaso non era altro che il bassotto della Baronessa, un cane nobile, come dice il marchese. Allora Agata decide di seppellire il cane in una cassetta di frutta, ma sdegnata la coppia di nobili va via e così anche i due vecchietti.
Arrivata la sera Agata torna a casa, ma Crisantemo resta in ufficio ricevendo una visita inaspettata. Si tratta di una vedova che vorrebbe far dare una lucidata all’urna del suo povero marito Pasquale. Crisantemo, frustrato prende l’urna quando la vedova scoppia a piangere come una cavalla! Così la definisce Crisantemo. Raccontando di suo marito, che è morto da due anni, fa piangere (dalla disperazione) anche il povero Crisantemo. La vedova indossa una fascia con la scritta “soltanto lui” riferita a suo marito e il commendatore ribatte dicendo che soltanto lui poteva avere lo stomaco di sopportare una befana come lei! La vedova cacciata dal signor Lapide esce e poco dopo entra una figura tetra che trasporta un coperchio di bara sotto le braccia. Crisantemo sconvolto chiede chi sia questo mostro, si tratta di un cliente dell’agenzia, il cosiddetto Pino Sfigati, che era stato seppellito la settimana prima. E’ venuto a lamentarsi del fatto che nella bara si trova un chiodo sporgente che gli ha stracciato la giacca, per non parlare delle scarpe strette e la naftalina che puzza. E in ultimo il cellulare, che suona la sveglia alle 04.00! Comunque Crisantemo mortificato promette una maggiore attenzione per le prossime volte e saluta il morto che se ne va.
Il giorno seguente Crisantemo e Agata ricevono in ufficio Gennaro e Anna, una coppia che ha dovuto subire una grave perdita. Anna è sconvolta per la morte della madre, mentre Gennaro è contento e soddisfatto per essersi liberato della suocera. Gennaro dice che le suocere vanno trattate come le stelle: ammirate da lontano! Alla fine decidono di seppellire la defunta con una bara contenente dei buchi causati dai tarli, così se la defunta dovesse riprendersi potrebbe respirare, ma sempre sottoterra rimarrebbe! I due se ne vanno quando arriva un ubriacone che chiede ad Agata due tipi di casse: una di birra e una di Biancolella! Crisantemo decide di cacciarlo, quando l’ubriaco chiede di recitare una preghiera per tutti i defunti, l’Eterno Riposo. La preghiere fa: “Col terno riposo… dona il cloro al signore… dona un po’ di oro al signore… spendo adesso… la luce per bene e liberaci dal male amen”. E con un’Ave Maria di Schumacher lascia l’ufficio, mentre l’impresario di pompe funebri resta sconvolto della surreale scena!
Dopo un po’ arriva la loro adorata e cara figlia Bianca Lapide, dato che oggi dovranno conoscere il suo quinto fidanzato, Carlo: Carlo Quinto! Agata si raccomanda con Crisantemo di non parlare del suo lavoro davanti al ragazzo, poiché i fidanzati precedenti se ne sono scappati e hanno fatto le corna! Inoltre gli dice di mettersi una macchia di colore! Crisantemo offeso va a cambiarsi quando arriva il cosiddetto e atteso Carlo, un ragazzo acceso con una cresta e una giacca rosa con tanto di occhiali da sole. Si presenta Crisantemo con una corona di fiori addosso (la macchia di colore) e inizia a parlare con Carlo del matrimonio. All’improvviso arriva un signore bianco, gobbo e incappucciato, il ragioniere dell’agenzia, Felice La Gioia. Tremante avverte il commendatore che hanno inchiodato il barone e gli mostra le ceneri del povero colonnello. Per non far allarmare il ragazzo, Crisantemo caccia via il ragioniere e prende per mano Bianca Lapide e Carlo, che in realtà di cognome fa Cipresso. Carlo confessa che ha un piccolo neo che potrebbe offuscare il loro rapporto, a quel punto Crisantemo chiede dove abbia questo neo e Carlo risponde dicendo che per neo intende che ha un lavoro “difficile”. Carlo Cipresso è il guardiano di un cimitero! Crisantemo lo accoglie a braccia aperte dandogli il benvenuto in famiglia. “Cose che succedono in un’agenzia di pompe funebri”!
PERSONAGGI E INTERPRETI
Crisantemo Lapide: FRANCESCO MENDELLA
Agata Wathson: SABRINA BUONO
Baronessa Salma Pronta: LUISA DI MEGLIO
Marchese Lefu La Bara: NICOLO’ DI MEGLIO
Felice Madepresso: GIOVANNI ESPOSITO
Mimina Piangente: FORTUNA SCOTTI
Vedova: MARIANNA BATTIMIELLO
Pino Sfigati: GIOVANNI DI MEGLIO
Gennaro: FILIPPO SCOTTI
Anna: GILDA SCOTTI
Ubriacone: PASQUALE SCOTTI
Bianca Lapide: ALESSANDRA IACONO
Carlo Cipresso: STEFANO DUTA
Ragioniere Felice La Gioia: CIRO ESPOSITO