Augusto Coppola | Lo sanno in pochi, che nella piazza di Citara si sta consumando da sempre una guerra incivile, tra alcuni gestori dei chioschi, che occupano il suolo pubblico e tra questi e le proprietà confinanti, tra le quali, quella di Teresa Del Deo, una operatrice storica della piazza, che dopo grossi investimenti di ristrutturazione, vuole nuovamente scendere in campo.
Minacce pesanti, atteggiamenti da bulli di quartiere, tanta arroganza e prepotenza è lo sfondo su cui si svolge questa triste vicenda. L’ennesima a Forio.
Sarebbe anche tutto “normale”, di gente così, se ne incontra tanta, ma….. c’è ben altro… c’è la politica, quella con la p minuscola, fatta di pacchetti di voti, parentele e soprattutto coperture, che interviene con mano pesante e lorda di ingiustizia, per favorire il proprio “suddito elettore”. Ecco perché anche un galletto si trasforma in pavone aggressivo, del quale molti hanno paura. Anche io, prima di scrivere, sono stato messo in guardia, con tentativi di dissuasione…, per me un invito a capire, se veramente esiste questa “gomorra foriana”, tanto per citare qualcuno…
La storia è complessa, ve la semplifico, certo che poi dovrò entrare nel dettaglio alla prima occasione e posso farlo, carte alla mano. Tanto tempo fa, c’era la guerra del sale, qualcosa di pittoresco, tra superstizione e cretinaggine, quando esistevano piccoli chioschetti, avanti ai quali, ogni mattina, le signore proprietarie posizionavano i propri ombrelloni, lanciando sale verso il nemico confinante, qualche urlo e qualche improperio, ma finiva li.
Oggi, gli eredi, sono più “evoluti” e dalla clava si è passati alla denuncia alle autorità o alla minaccia esplicita, a seconda dell’occorrenza, con i referenti politici, che si precipitano in zona, per prendere posizione, dare consigli e produrre carte utili. L’evoluzione di mezzo secolo, ha fatto crescere smisuratamente in dimensione i chioschi, in larghezza, profondità e altezza.
Uno sconfinò addirittura nella proprietà retrostante, dove, dopo tanti litigi, il proprietario del terreno, giustamente, se lo riprese, scavando sotto il chiosco, fino al suo confine, rischiando di farlo ribaltare…. effetti secondari dell’esercizio del proprio diritto…
Oggi il tutto appare come un tutt’uno, dove ognuno ha il proprio spazio, ampliato da “tende movibili”, che in realtà sono diventate delle strutture fisse, fino a 60 metri quadri, per salvaguardare le quali, con il rifacimento della piazza, è stata spostata anche l’ubicazione delle fioriere fisse in pietra… 80 cm più in avanti! E nessuno interviene… Il piazzale, con le belle giornate, il fine settimana, si trasforma in un immenso parcheggio, dove regna l’anarchia e l’ingorgo è la regola… e nessuno interviene..
Veniamo al dunque, Teresa ultima circa due anni fa, la ristrutturazione del suo locale, di circa 130 metri quadrati, che ha il suo frontale nella piazza, nell’angolo della stessa, un locale che nel 2006 aveva ottenuto il titolo edilizio in sanatoria, per il quale fa richiesta di agibilita… e nasce il primo problema. Il 24 novembre 2015, dopo tanto penare, viene incomprensibilmente rilasciata un’agibilità a titolo provvisorio ed in via temporanea, della durata di un anno, al quale la stessa si “oppone”, spettandogli un titolo definitivo! Comunque Teresa, va avanti e chiede la licenza, per riprendere il suo lavoro di sempre, per intenderci, quello esercitato dai chioschi, ma in prima battuta riceve un diniego dall’ufficio competente, perché “non è previsto parametro” per l’attività di Bar Ristorante…. Nulla di vero, in quanto i parametri furono fatti nel 2003 (epoca Franco Monti) e Teresa, con il locale aperto, operava in piazza…
Chiarito questo, Teresa oggi attende la licenza quanto prima…, in un clima acceso, visto, che per aprire, Teresa vuole il rispetto della sua proprietà e delle distanze dal suo confine, cosa che fino ad oggi è stata ignorata, grazie alle sporche coperture di cui sopra. I cessi del locale adiacente, addirittura poggiano contro la struttura di Teresa e sono stati posizionati dei vasi, con una siepe a ridosso del suo confine, mentre dovrebbero trovarsi a tre metri dallo stesso. Il suo locale è praticamente chiuso da quello adiacente ad angolo, tanto da essere nascosto alla vista, anzi sepolto dalle finte strutture movibili, chiuse sui lati. Praticamente, dal suo locale, non si vede più la piazza, bensì i cessi, la siepe e la tenda del suo confinante. Alle sue reiterate rimostranze in Comune, il confinante ha risposto denunciando il figlio di Teresa, per fantomatiche minacce e sfruttandone una certificata problematica comportamentale, attraverso il suo avvocato, pressa le autorità, per ottenere un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) dello stesso.
Non solo, dall’altro lato, tra i due giganteschi chioschi, ce ne è un terzo, piccolino… Il proprietario dello stesso, che noleggia scooter, per avere fatto minime rimostranze, per una siepe che trasbordava nel suo passaggio, è stato aggredito verbalmente e denunciato a sua volta… (parliamo di due giorni fa) e questo descrive bene il clima.
Tutti sotto lo schiaffo e spaventati! Intanto, i politicozzi locali, si sono recati a turno sul posto, facendo sfoggio di saccenza e cretinaggine, per come uno la voglia leggere, proponendo l’arretramento di un metro della siepe del vicino… e la legge? Eppure sono avvocati! … i metri sono tre e poi ci sono i cessi e la tenda fissa chiusa! Nel frattempo Teresa langue, non può lavorare, si becca le denunce, è osteggiata dalle autorità che proteggono e tutelano gli amici degli amici… e deve anche vedere che gli altri lavorano, invadendo con tavoli e sedie, il suolo pubblico ben oltre il consentito, senza che nessuno faccia nulla! Immaginate la frustrazione! Penso che qualcuno pagherà i danni, garantisco io e poi ci saranno le mie denunce specifiche contro questo sistema malato e chi dovrebbe far rispettare la legge.
Passiamo oltre… in sintesi, il 15 marzo 1995, l’ufficio tecnico Provinciale, relazionò sullo stato dei luoghi del Piazzale Citara (che era provinciale), rilevando diverse situazioni di occupazione abusiva di suolo pubblico, chiedendo alla amministrazione di relazionare in merito…. Citando ben 10 nominativi, “titolari di abuso” (praticamente tutti) e due con concessione scaduta… Concessioni decadute e non rinnovabili… ecc. chiedendo ampia documentazione al Comune. Mai ricevuto risposta, anzi, il 28 marzo successivo, presentano tutti istanza di condono, ovviamente subordinata alla disponibilità dell’ente proprietario a concedere l’uso del suolo dove insiste la costruzione…. Poi tutto cadde nel limbo, fino al colpo magistrale del 27 giugno 1997, quando la piazza diventò, da Provinciale, di competenza e proprietà Comunale… Tutti salvi, si gioca in casa. In effetti i chioschi sono poggiati sul marciapiede della piazza e oltre e all’epoca del sindaco Monti, fu stabilito il passaggio pedonale di fronte ai chioschi (mai rispettato), poi fu spostato più in avanti (idem) e poi, con le tende chiuse è sparito!
Si sono fatti il marciapiede!, oggi si passa oltre i chioschi, le tende e i tavoli che invadono la Piazza… E’ roba loro! Un altro particolare è quello delle tende amovibili su suolo pubblico, diverse da quelle stabilite nel regolamento approvato con Delibera di Consiglio Comunale n. 36 del 13 ottobre 2010 Regolamento per l’occupazione di suolo pubblico… Tende che hanno avuto il parere favorevole della Sovrintendenza, “salvo la verifica da parte del comune, della legittimità del volume esistente”… Tende amovibili un cavolo!
Nel frattempo venerdì notte il confinante, avvisato, è arretrato di circa un metro…. Come diceva il politico di riferimento. Non basta!
Si deve rilasciare la licenza a Teresa, occorre riordinare la piazza, rimuovere gli abusi, fare rispettare le distanze, rendere visibili tutti allo stesso modo, Teresa e il suo confinante, dare ad entrambi il suolo pubblico, con gli stessi diritti. Quelle strutture truffa, vanno rimosse senza esitazione!