Sandra Malatesta | LA VOSTRA ANSIA È LA MIA ANSIA. E finché si sta tutti insieme, fino a che la famiglia si guarda a tavola e la sera le mamme vedono i figli dormire, sembra che tutto si affronti meglio. Non è così per migliaia di famiglie ucraine, non è così.
Tanti cittadini di quel paese non ci sono in patria, stanno in giro per il mondo a lavorare, a fare tanti lavori diversi perché lì non riuscivano a tirare avanti. Personalmente devo ringraziare alcune ragazze ucraine che hanno dato una mano alla mia famiglia e a quella di mio marito. Ragazze semplici che mi hanno insegnato tanto. Molte di loro sanno cucire, ricamare, sanno addobbare la casa con poco, amano i fiori e risparmiano per mandare i soldi a casa.
Molte e molti di loro hanno un diploma, una laurea e tante sono infermieri specializzate che durante la pandemia qui a Ischia hanno veramente aiutato tanto. Ricordo che una, in particolare, mi disse che era meglio dare un poco d’acqua ai fiori ogni giorno, che non tanta ogni quattro giorni e aggiunse che era così con tutto.
Voleva dire che la costanza nella cura delle cose che si amano rende più belle quelle cose. E adesso? I potenti organizzano, minacciano, cominciano attacchi, il popolo è spaventato. Questa guerra, che in modo silenzioso è iniziata otto anni fa, non è una guerra di religione o di ideali contrastanti, no è una guerra per il potere e per i soldi, una guerra dispettosa. Questi soldi che insieme al potere sembrano migliorare la qualità della vita di pochi. Ma allora non faccio bene io a essere nostalgica di un periodo in cui mia nonna mi diceva che la carne si comprava solo il giovedì? …ed era una festa in casa? E ieri ho telefonato a tre amiche ucraine per dar loro la mia solidarietà. Sono preoccupate per figli, fratelli, parenti tutti e si sentono in colpa di stare qui al sicuro e di non poter fare niente.
Qualsiasi guerra significa morte, sofferenza, atrocità, ma non per tutti, e io nel 2022 non avrei mai immaginato di dover pensare alla guerra. Uno strano silenzio in giro, ancora pacifisti che non scendono in piazza, poche proteste. L’Italia sta ferma e noi comuni mortali non sappiamo che accordi hanno preso sottobanco i grandi.
Chi appoggia chi, o meglio ho sentito ieri al TG che l’Italia (Italia come potere e governo non intendo tutti gli italiani) è con Biden e che stranamente questa guerra ha rafforzato la Nato il cui ruolo ora è centrale. Mi chiedo spesso che chissà se è vero che siamo tutti uguali come diciamo spesso, che chissà se quell’inclusione e ascolto che stiamo cercando di attuare non siano in fondo dei palliativi per spostare l’attenzione.
Ma poi i potenti con le case di cento stanze i rubinetti d’oro i parchi i lussi, a livello interiore sono davvero più felici di chi ha poco e niente e quella rara volta che va a mangiare una pizza è felice e sembra di aver avuto chissà che? Io sono triste e quelle ansie sono le mie ansie. Penso alle mie ragazze ucraine rientrate in patria dopo aver lavorato anni qui da noi, e spero che invece no, la guerra non ci sarà. Il gas che serve non può essere un ricatto ma lo è. Ecco il progresso ed ecco i soldi. E mentre la medicina fa passi da gigante e salva vite umane, la guerra ne distrugge tante.
Ci siamo abituati tutti ad avere le comodità e io, se va via la luce, non so che fare e mi preoccupo di perdere i surgelati conservati con amore. E se fa freddo come facciamo, io ho freddo soffro il freddo. Cosi questo cerchio gira e la sua circonferenza non trova un punto per aprirsi e diventare una retta della stessa lunghezza della circonferenza. E girando girando ora però per una parte di umanità la circonferenza si rettificherà e gli equilibri verranno meno. Vorrei tanto aver sognato una guerra che sta facendo male e vorrei essermi appena svegliata, sudata, spaventata, ma nella mia stanza e dirmi: “Era un sogno meno male, era un sogno ora mi passa questa paura”.