Decorosa. Ischitana. Orgogliosa. Fiera. Dolorante. Ferita. E’ così Adele Monti, il volto che vince nella violenza ischitana di un popolo che ha smarrito la sua vera identità.
Non siamo il popolo di Peppe Silvitelli che picchia i giornalisti. Non siamo il popolo di Enzo Ferrandino che si fa togliere il microfono in diretta TV. Non siamo il popolo di “ischitani” che cercano l’attimo di visibilità. Siamo il popolo di Adele Monti.
Un popolo dignitoso che vuole essere rispettato come tale e che vuole essere messo nelle condizioni di poter rialzarsi. Con dignità. Come ha già fatto.
Non abbiamo bisogno di gridare “non siamo abusivi”. Abbiamo bisogno di riacquistare i veri valori che abbiamo perso: solidarietà (quella che non c’è stata tra sindaci e comuni), partecipazione (che non c’è stata tra i cittadini di un comune e di un altro) e fratellanza (che non c’è tra ischitani che hanno i danari e chi, invece, no).
Ora dobbiamo ripartire. 8 giorni di tempo non hanno rovinato la vita a nessuno, ma hanno solo dato il tempo al rispetto di prendere forma. Ora possiamo guardare avanti. Anzi, dobbiamo farlo!