giovedì, Febbraio 6, 2025

La mega-biblioteca del prof. Runcini emigra in Umbria

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Poteva essere procidana, ischitana o napoletana, ma è stata snobbata

Massimo Coppa | Ormai è ufficiale. L’isola di Procida, ma anche Ischia e tutta la Campania perdono una grande opportunità: quella di ospitare la oramai leggendaria biblioteca del prof. Romolo Runcini, scomparso alcuni mesi fa.
Originario della Basilicata, grande amante di Procida, nella sua vita di studioso e di appassionato Runcini aveva messo insieme dai ventimila ai trentamila libri: in attesa di un sistematico inventario dobbiamo accontentarci di una stima.
Sono libri che vertono specialmente sul principale oggetto di studio di Runcini: il mondo del fantastico, visto attraverso la sociologia della letteratura (che ha insegnato all’Istituto Orientale di Napoli ed alla “Sapienza” di Roma), la comunicazione e la semiologia.
Poi ci sono alcune centinaia di sofisticati giochi che lo studioso aveva collezionato in tanti anni.
Ebbene, riferisce il “Mattino” che la collezione di libri e giochi sono state acquisite dal Comune di Ferentillo, in provincia di Terni.
Un piccolissimo centro, con meno di duemila abitanti, si è impegnato ad organizzare una struttura che ospiterà il patrimonio culturale di Runcini. Il figlio Pierre ha accettato l’offerta, dichiarandosi stufo di essere “preso in giro dalle istituzioni napoletane” (testuale).
Procida, dove il professore ha vissuto per dieci anni, ha perso una grande occasione per accettare un impegno culturale che le avrebbe dato lustro mondiale; e l’ha persa anche Ischia, dove nessun amministratore, di ogni ordine e grado, ha pensato nemmeno per un istante di almeno provare ad intercettare questa opportunità, che avrebbe potuto costituire un tassello importante per costruire un turismo culturale.
Ma nemmeno Napoli ha mostrato interesse: eppure Napoli è ricca di cultura, anche se ben sappiamo con quali carenze il settore venga gestito.
Nel 2008 ci fu la partenza, dall’isola di Procida, del prof. Runcini. Questi aveva scelto l’isola di Arturo quale buen retiro nel 1998.
Lì aveva preso casa, vi aveva trasferito la sua biblioteca ed aveva vissuto, riposato e lavorato, pubblicando quattro studi. Quindi se ne era andato a vivere a Roma, impacchettando di nuovo armi, libri e bagagli.
Il sottinteso del gesto dello studioso era: “Procida non mi merita”?
Runcini aveva il desiderio di creare una struttura di studio, un centro, a cui associare la sua biblioteca. Il problema è che tutto questo impianto doveva essere finanziato dal Comune di Procida. Il sindaco dell’epoca, Luigi Muro, diede la sua disponibilità.
Purtroppo, alle asserite volontà non sono seguiti i fatti, alimentando una polemica che è durata anni.
Resta l’amaro in bocca perché un simile patrimonio librario, per il quale all’estero le istituzioni avrebbero fatto a pugni, è stato totalmente snobbato dalla patria adottiva del professore, cioè Procida e dintorni, ed è dovuto emigrare in Umbria, per ottenere quell’asilo che qui gli abbiamo negato.

www.massimocoppa.it

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