venerdì, Settembre 20, 2024

La nota a sindaco, segretario e Anac. L’opposizione di Lacco Ameno chiede la “testa” di D’Andrea

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Per i sei esponenti della minoranza è inconcepibile che il responsabile dei Lavori Pubblici, imputato di turbativa d’asta e abuso d’ufficio per l’affidamento della gestione del porto, resti al suo posto. Altrettanto grave che il Comune non si sia costituito parte civile

Il rinvio a giudizio dell’arch. Vincenzo D’Andrea fa addensare nuvoloni ancora più scuri sull’Amministrazione di Giacomo Pascale, in un momento già tutt’altro che sereno. Il procedimento penale che vede coinvolto il responsabile del III Settore Lavori Pubblici del Comune di Lacco Ameno, imputato di turbativa d’asta e abuso d’ufficio per aver “manipolato” la gara per il porto turistico, favorendo secondo l’accusa la società concorrente alla “Marina di Capitello”, resta agli onori delle cronache e sta suscitando forti polemiche; anche a seguito delle ultime iniziative di Giuseppe Perrella e del suo difensore avv. Michele Calise. E adesso l’opposizione scende apertamente in campo, chiedendo a Pascale la “testa” di D’Andrea, ovvero che venga rimosso dal ruolo di responsabile dell’ufficio lavori pubblici. E imputando al sindaco la mancata costituzione di parte civile del Comune, sebbene il pubblico ministero Luigi Landolfi, come è prassi in questi casi, avesse indicato come persona offesa l’Ente, nella persona del sindaco pro tempore. Invece a costituirsi parte civile è solo la “Marina di Capitello”.
La dura nota dei consiglieri di minoranza Domenico De Siano, Antonio Di Meglio, Giacinto Calise, Pietro Monti, William Vespoli e Aniello Silvio, che stigmatizza il comportamento di Giacomo Pascale, è indirizzata appunto al sindaco, al segretario comunale, quale responsabile Anticorruzione, e all’Anac.

Oggetto: «Gravi condotte poste in essere dal Responsabile del III Settore».
De Siano e company, «nella qualità di Consiglieri Comunali, nella funzione del proprio ufficio, avendo appreso dagli organi di stampa la notizia di un procedimento penale a carico di un funzionario di codesto Ente per fatti commessi nella sua qualità di pubblico ufficiale, quale responsabile di settore, chiedono alle SS.LL. di adottare tutti i provvedimenti necessari a rimuovere ogni pericolo per il buon andamento e l’imparzialità della pubblica amministrazione.
In particolare, il dott. Vincenzo D’Andrea, responsabile del III Settore – Lavori Pubblici – del Comune di Lacco Ameno, a seguito dell’udienza preliminare celebrata in data 17.05.2023 dinanzi il Gup del Tribunale di Napoli – dott. Vinciguerra – è stato rinviato a giudizio dinanzi il Tribunale di Napoli – I Sezione Penale – con prima udienza fissata il 12.09.2023 per i reati di abuso d’ufficio e turbativa d’asta, per aver assegnato il servizio di gestione del porto turistico del Comune di Lacco Ameno contravvenendo alle regole d’imparzialità e buon andamento della p.a. e con abuso di potere».
Quindi arriva l’attacco frontale e senza mezzi termini a Pascale: «Addirittura si è appreso che il Comune di Lacco Ameno, nella persona del Sindaco pro tempore, nel procedimento a carico del suo funzionario, non abbia esercitato il diritto di costituzione di parte civile, nonostante fosse individuato come persone offesa dai gravi reati contestati al responsabile dell’ufficio lavori pubblici».

Una situazione lesiva per il Comune, evidenziano i firmatari della nota. Di qui la richiesta perentoria: «Poiché il protrarsi della responsabilità di un settore così importante ad un soggetto accusato di avere commesso azioni delittuose approfittando della funzione pubblica espone il Comune di Lacco Ameno al pericolo di azioni recidivanti, gettando in ogni caso ombre su ogni atto assunto dal predetto funzionario, con il presente atto gli scriventi chiedono che le SS.LL., ognuno per quanto di propria competenza, assumano le iniziative più idonee ad impedire che codesto Ente venga pregiudicato, stigmatizzando la posizione passiva del Sindaco, il quale non ha posto in essere azioni a tutela della P.A. e non ha avviato il procedimento disciplinare ai sensi dell’art. 55 e ss. D.lgs. n. 165 del 30 marzo 2001, anzi, ha confermato fiducia nel dott. D’Andrea, demandandogli le attività più importanti e nevralgiche per lo sviluppo della nostra comunità».
Cosa farà adesso Pascale?

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