giovedì, Novembre 21, 2024

La POLPA E L’OSSO di Francesco Rispoli. Ischia: archeologia del piano 2

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Nel Documento conclusivo dell’Incontro si legge, tra l’altro:
«I processi di pianificazione ai livelli nazionali, regionali e locali, dovranno essere tra loro interrelati: essi dovranno comprendere i programmi per lo sviluppo economico, per i servizi sociali e per il riordinamento sociale, come pure gli interventi per l’assetto territoriale delle attrezzature e delle opere pubbliche.

Nessuno di questi singoli interventi, sia esso un programma economico o una progettazione di opere, dovrà essere intrapreso come un fatto a sé stante. (…) La pianificazione regionale per una saggia conservazione e utilizzazione di tutte le risorse di un territorio è stata riconosciuta come il più importante mezzo per innalzare il livello di vita della popolazione, specialmente nelle aree depresse. La discussione ha dimostrato che lo sviluppo di tutte le risorse di una regione secondo un concetto unitario, con l’attiva partecipazione della popolazione direttamente interessata allo scopo di attuare “non una regione pianificata ma una regione pianificante” è un metodo di pianificazione che può condurre a felici risultati».

Tra le tecniche di pianificazione specifiche assumono rilievo «l’anticipata acquisizione delle aree per le attrezzature collettive e per le opere pubbliche (…); la preparazione dei programmi principali e dei bilanci preventivi sulla base di studi dettagliati».

La nota conclusiva appare, in retrospettiva, “esilarante”: «in Italia ogni studente di architettura riceve una istruzione urbanistica. Molte scuole di ingegneria civile hanno corsi di urbanistica. Ciò ha prodotto un alto livello nella progettazione di quartieri di case popolari, livello che non è stato generalmente raggiunto negli Stati Uniti dove l’insegnamento dell’urbanistica non esiste in tutte le scuole di architettura. Da questo punto di vista gli Stati Uniti possono imitare l’Italia».
Good for them che non l’abbiano fatto!
Per l’Italia il discorso sarebbe lungo. Per l’Isola d’Ischia gli studi sull’ “archeologia del piano” non hanno portato niente alla luce dal dopoguerra.

I PIANI QUI – COME DICE UN MIO AMICO – “HANNO UN GRANDE AVVENIRE DIETRO LE SPALLE”! E UN GRANDE CARICO DI LAVORO PER MAGISTRATI, AVVOCATI, NOTAI E ALCUNE (RARE) VOLTE … QUALCHE SINDACO!

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