Con ordinanza emessa in data 7 aprile 2025, la Quinta Sezione Penale della Corte d’Appello di Napoli ha disposto la sospensione dell’ordine di demolizione emesso in riferimento a una sentenza risalente al 3 marzo 1993, originariamente pronunciata dalla Pretura Circondariale di Napoli. Alla base della decisione vi sono motivazioni di opportunità connesse alla pendenza di un incidente di esecuzione già fissato per l’udienza del 6 maggio 2025.
Nel provvedimento, la Corte ha preso atto dell’istanza presentata dai legali della parte interessata, gli avvocati Lorenzo Bruno Molinaro e Massimo Stilla, i quali hanno sottoposto all’attenzione del giudice una serie di argomentazioni fondate sulla presunta inefficacia dell’azione esecutiva intrapresa dalla Procura. I difensori, richiamando una precedente sentenza della stessa Corte di Appello del 28 ottobre 1997, divenuta definitiva nel gennaio 1998, hanno evidenziato l’intervenuta prescrizione dei reati originari e il vincolo di continuazione che legherebbe più episodi edilizi abusivi tra loro, con conseguente prevalenza della decisione più recente.
Gli avvocati hanno sostenuto che la demolizione dell’immobile interessato rappresenterebbe non solo una violazione del giudicato, ma anche un’azione incompatibile con l’orientamento giurisprudenziale della Corte Suprema di Cassazione in materia di esecuzione penale. In tal senso, hanno invocato l’intervento del giudice dell’esecuzione, segnalando anche il rischio di un danno grave e irreparabile in caso di prosecuzione dei lavori già avviati, come dimostrato da documentazione fotografica allegata all’istanza.
La Corte ha ritenuto meritevoli di accoglimento le richieste, disponendo la sospensione dell’intervento almeno fino alla discussione dell’udienza camerale già in calendario. La decisione risponde all’esigenza di garantire un corretto bilanciamento tra l’obbligo di dare esecuzione alle sentenze penali e la tutela dei diritti fondamentali coinvolti, tra cui il diritto all’abitazione e alla salute.
Il procedimento resta quindi sospeso in attesa della prossima udienza, che si preannuncia decisiva per l’esito finale della controversia.