Mi ha fatto veramente piacere constatare che di tanto in tanto la mia non sia rimasta l’unica voce a denunciare le inadempienze e, perché no, l’assoluta inezia della quasi totalità della cosiddetta classe dirigente dell’isola d’Ischia. Ci ha pensato Gino Di Meglio, stavolta, a porre in evidenza pubblicamente la cosa, scrivendo su Facebook: “Ma davvero credono che abbiamo portato il cervello all’ammasso? Stanno facendo passare, gli “amministratori “ dei vari Comuni dell’isola, ma in particolare quelli del Comune di Ischia, come se chissà quale grande ed importante valore possa avere questa triste operazione della raccolta delle firme per la legge di iniziativa popolare, quando invece sarebbe stata sufficiente una delibera dei vari consigli comunali. E ciò è ancor più grave ove si consideri che i promotori si riconoscono nella stessa parte politica che governa la Regione Campania, e cioè il PD. Ed invece di fare pressione sui propri riferimenti politici la esercitano sui cittadini spesso ignari e male informati! Vergognoso. Ma per cortesia risparmiateci almeno questo battage pubblicitario. Dedicatevi alle cose serie. Fare politica significa svegliarsi al mattino e pensare a come risolvere i problemi dei consociati, non a come prenderli per culo!”
In effetti l’unico risvolto positivo della raccolta firme in corso per ottenere il riconoscimento delle isole del Golfo di Napoli quali zone disagiate è la collegialità della stessa in tutti i nove comuni interessati. Ma come giustamente faceva notare Gino, al di là degli obiettivi a quattro zeri (peraltro facilmente raggiungibili, a mio giudizio) con la raccolta firme, i consigli comunali rappresentano l’espressione più completa e solenne dell’intera cittadinanza. Ecco perché è legittimo chiedersi come mai si ricorra ad una raccolta firme e non a una delibera “a reti unificate” da parte dei nove consigli comunali, in modo da rivendicare con immediatezza e completezza quanto ci spetta di diritto e non certo l’ennesima gentile concessione di una amministrazione regionale sempre più sorda e lontana dalle esigenze di tutti noi.
Altro che “l’occasione giusta per dimostrare un po’ di unione” o, come diceva alla sua intervistatrice televisiva la consigliera comunale di Ischia Giustina Mattera, “siamo bravi a urlare i nostri disagi”. Proprio come nel caso del Comune Unico, il cui disegno di legge è fermo nel cassetto del presidente De Luca per accontentare quei sindaci dell’isola d’Ischia che non sono d’accordo perché perderebbero il loro sempiterno “cerasiello”, bisognerebbe assumersi la responsabilità di mettere da parte la propria appartenenza e spenderci la faccia con atti seri e ufficiali, anche a costo di incrinare quegli equilibri tanto cari a chi, magari, guarda alle prossime elezioni regionali come una ghiotta occasione per la propria carriera politica personale.
E il “gregge elettorale” farebbe bene a cominciare a capirlo!
Daily 4ward di Davide Conte del 5 febbraio 2025