La POLPA E L’OSSO di Francesco Rispoli. È il 9 novembre: 35 anni dalla caduta del muro di Berlino. Quante speranze! E quante disillusioni! Col muro caddero le ideologie. Perlomeno così si disse. Alcune però restarono in piedi e godono ancora di ottima salute: il capitalismo, le religioni fondamentaliste, le ventate tecnocratiche che soffiano nelle vele della competitività.
Pensavamo di aver abbandonato quest’ultimo termine quando la strategia di Lisbona nel 2000 mirò a fare dell’Europa “l’economia della conoscenza più competitiva e più dinamica del mondo entro il 2010, capace di una crescita economica sostenibile, accompagnata da un miglioramento quantitativo e qualitativo dell’occupazione e da una maggiore coesione sociale”. E quando a Göteborg poco dopo le questioni della sostenibilità apparvero -non per chi si occupava di ambiente, di economia e di società- nella loro drammatica urgenza e ci resero consapevoli di una svolta epocale. “Lasciare alle future generazioni un mondo non peggiore di quello che abbiamo trovato” è il primo punto del protocollo licenziato in quella sede. E se da una parte esso rappresenta un imperativo etico non più eludibile, dall’altra è un vero e proprio “understatement” rispetto a quando speravamo con fiducia e passione di poter costruire “un mondo migliore”!
Una condizione oggi del tutto diversa da allora e che ci costringe a tracciare sempre di nuovo la rotta – come titola un bel libro di Bruno Latour – in una sfida più difficile oggi che ieri, soprattutto per i più giovani!
È il 9 novembre … è sera. A Piazza degli Eroi mi sovrasta un enorme albero di Natale! Mi sono perso un mese? Una volta si scoprivano i presepi all’Immacolata (8 dicembre) quando gli zampognari finivano la sua Novena! Cosa è successo? Alle ideologie è subentrato il “mercato”, che ha sue leggi ferree: favorire commerci e presenze turistiche, anche con un albero che più che “di Natale” sembra “della cuccagna”.
Nel silenzio canticchio “La notte dei miracoli” di Lucio Dalla:
“Si muove la città
Con le piazze e i giardini e la gente nei bar
Galleggia e se ne va
Anche senza corrente camminerà
Ma questa sera vola
Le sue vele sulle case sono mille lenzuola
Ci sono anche i delinquenti
Non bisogna avere paura ma stare un poco attenti
(…) Lontano una luce diventa sempre più grande
Nella notte che sta per finire
È la nave che fa ritorno
Per portarci a dormire”.
Così Gesù Bambino qui nascerà, come ogni anno e di nuovo in una “mangiatoia”: non quella di Betlemme!