Mi dispiace molto che per poter ricevere il giusto rispetto da certi mancati politici/opinion leader filo-socialisti, che in anzianità hanno trovato rifugio su Facebook dopo aver inutilmente bazzicato sui quotidiani locali, a un certo punto di un confronto è indispensabile mostrare i denti e chiarire di non essere fesso e neppure troppo smemorato.
Fare “palla corta” da pseudo-offesi dopo aver -loro sì- tentato di offendere anche con l’inutile snobismo del “senza far nome”, anziché esser grati di aver ricevuto un tantino di gratuita attenzione all’ennesimo post-sproloquio illeggibile per quanto prolisso e fazioso e, come al solito e in quanto tale, ignorato praticamente da tutti, è proprio della più capricciosa e bambinesca età pensionata.
Altrettanto brutto è, poi, sfidare l’intelligenza e la pazienza altrui nel tollerare lezioni di morale impartite da chi, prima di additare i destinatari di grane giudiziarie, farebbe bene ad essere maggiormente rispettoso del proprio passato e, perché no, delle proprie sentenze di condanna passate in giudicato.
Una volta, parlando con il mio grande Sindaco Peppino Brandi (parlo di una ventina d’anni fa), commentavamo il comportamento di un ultrasessantenne dell’epoca, inguaribile rompiscatole, anch’egli -guarda un po’- socialista della prima ora. Fui proprio io a chiedere a Peppino cosa pensasse di quel modo di porsi e, come quasi sempre accadeva, mi arrivò una risposta tanto saggia quanto lapidaria: “Figlio mio, ricorda che nella vita bisogna anche saper invecchiare”, spiegandomi che molto spesso l’incapacità di ritagliarsi un ruolo e una visibilità o, quanto meno, un diversivo dopo essere usciti di scena -ad esempio- dal mondo del lavoro o della politica, porta ad una rincorsa inutile della felicità che sfiora o addirittura raggiunge l’esaurimento nervoso. Aveva perfettamente ragione!
Ischia, come e più delle realtà della terraferma, ha bisogno di ritrovare la serenità dei rapporti interpersonali, un valore smarrito all’insegna di ritmi frenetici, interessi divergenti e insoddisfazioni proprie di un’umanità ormai quasi del tutto perduta, specialmente sui canali social, che acuiscono tale smarrimento fomentando istinti di primordiale violenza verbale e privi di rispetto e riflessione. Proprio come in un ring, dove al pari degli schiavi dell’Impero Romano, se incapaci di difendersi adeguatamente, ci si può ritrovare inconsapevoli lottatori e carne da macello.
Io, ovviamente, non ci sto: chi ci prova, si fa male!