giovedì, Gennaio 2, 2025

La sfida di Giosi: Un milione di euro in meno di tasse

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«Certo. Ambizioso. Ma preso pubblicamente in consiglio comunale dovrà essere per forza rispettato. Altrimenti, ne va della credibilità del sindaco e dell'amministrazione».

Mentre lo attendono due poliziotti, il branco degli “acchiattilli” e i soliti del codazzo, Giosi Ferrandino si ferma e accetta di commentare a caldo il consiglio comunale.

Sindaco, quelli dell’opposizione sono scappati dal consiglio oppure hanno cambiato strategia?
«Non lo so. Bisogna chiederlo a loro. Quello di oggi, certo, era un argomento importantissimo, perché è uno degli atti fondamentali che esprime il consiglio comunale. Sarebbe stato dunque auspicabile un serio confronto, non mi sembra giusto mancare all’appello. Sulle motivazioni non so che dire: ripeto, un sano confronto è sempre auspicabile, anche dalla maggioranza. Certo, la loro assenza ha agevolato i lavori del consiglio, ma avremmo preferito un dialogo, non strumentale e non demagogico. Vedremo. Ci saranno altri momenti per confrontarsi».

E’ mancata l’opposizione ufficiale, ma è comparso un asse tra la tua opposizione interna e i dirigenti che ti volevano un po’ far scivolare sulla buccia di banana dei 100 mila euro delle pinete…
«Vero, ma questo fa capire come siamo trasparenti. Quando ci sono da fare degli appunti anche ai nostri uffici, li facciamo e li facciamo in pubblico, proprio perché non abbiamo nulla da nascondere e crediamo che determinati atti siano da portare all’esterno, soprattutto quando vanno ad incidere sulla nostra vita quotidiana. In questo caso si trattava delle pinete, che sono un cruccio per tutti, soprattutto per questa amministrazione: quando furono espropriate si assunsero 40 persone per tenerle in ordine. Di quelle quaranta persone, oggi non ne è rimasta nemmeno una. Quindi solo con una bacchetta magica si potrebbe fare altrettanto. E’ chiaro che ci sono delle grosse defaillance nell’ordine delle pinete, nella pulizia, dovuta – ripeto –  alla mancanza delle risorse umane. Poter destinare dei fondi, magari per fare dei contratti esterni per poter chiamare delle ditte che costantemente ne facciano la manutenzione farebbe comodo a tutti. Presentare degli emendamenti puramente demagogici e prestare il fianco a questi emendamenti da parte dei nostri uffici, che invece sono i nostri censori in ogni occasione, con un parere favorevole fittizio che non porterà nella concretezza a risolvere il problema, ci è sembrato quantomeno strano. Di qui, l’esigenza di sottolinearlo all’ufficio che aveva posto il parere, il quale ha immediatamente corretto il tiro perché si è reso conto che era un emendamento non attuabile».

L’hanno fatto apposta?
«Non voglio crederlo, perché significherebbe il venir meno fiducia tra l’amministrazione, il sindaco ed i propri dirigenti, un rapporto che si basa prevalentemente sulla fiducia».

Quindi ti è sembrato strano o era già successo?
«Probabilmente è un atto di superficialità»

Quello che dovevi dire lo hai fatto in consiglio. E Ischia Ambiente?
«Noi abbiamo la grande responsabilità di porci il problema della pressione tributaria. Siccome il costo di Ischia Ambiente viene catapultato direttamente sulle tasche dei cittadini e delle imprese abbiamo, in questo momento storico nel quale chiaramente c’è un peso fortissimo sulle imprese e sulle famiglie del carico tributario di valutare ogni possibilità per far in modo che questa pressione tributaria diminuisca. Prima di tutte la TARI che quest’anno si chiama TARI, l’anno scorso TARES due anni fa TARSU ma è sempre la tassa che occorre per pagare il servizio della raccolta dei rifiuti: non siamo riusciti a diminuire un granché negli ultimi due anni, ancorchè ci sia stata una inversione di tendenza e, contrariamente a tutte le altre amministrazioni, l’abbiamo diminuita credo del 7 o 8 % negli ultimi due anni. Certo, pensiamo sia insufficiente. Pensiamo di dover abbattere questo costo del servizio per altre 6-700 mila euro, che non sono pochi e che andranno ad alleggerire il carico, negli anni prossimi, sulle tasche dei cittadini. Per fare questo ci siamo resi conto che finché la società resta pubblica con tutte le storture che questo comporta, soprattutto nei rapporti tra la dirigenza e dipendenti molto sindacalizzati le degenerazioni possono esserci e causare inefficienza ma anche aggravi di costi».

Si va verso la privatizzazione?
«Beh, non potendo più tollerare tutto questo, l’amministrazione sta seriamente valutando, e lo vedremo nel consiglio del 17 ottobre, di privatizzare l’azienda. Ma questo verrà fatto solo se ci sarà un beneficio vistoso, quindi un cospicuo abbassamento della tassa sulla nettezza urbana. Altrimenti questo non accadrà. Ripeto: verrà fatto solo se ne beneficeranno i cittadini e non altri».

Previsioni?
«Beh, crediamo di raggiungere questo scopo e quindi è molto facile che nel prossimo consiglio comunale verrà deliberato l’affidamento di cinque anni ad Ischia Ambiente e la vendita delle quote. Analogo discorso verrà fatto per le altre società partecipate. Insomma, contiamo di presentare un ordine del giorno già nel prossimo consiglio comunale nel quale prevediamo un riassetto delle nostre società partecipate e delle privatizzazioni che ci consentano già da ora di prendere impegno per l’anno prossimo di abbassare la pressione tributaria di un milione di euro».

Un impegno forte.
«Certo. Ambizioso. Ma preso pubblicamente in consiglio comunale dovrà essere per forza rispettato. Altrimenti, ne va della credibilità del sindaco e dell’amministrazione».

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