Controcorrente di Peppino Mazzella, direttore “il continente” | É la prima volta in 54 anni di esistenza dell’ente Regione preposto per costituzione al governo del territorio su area vasta che ad Ischia viene ufficialmente presentato alla stampa ed alla pubblica opinione uno “strumento urbanistico” sia pure limitato a 3 comuni su 6 e determinato non da una gestione ordinata e ordinaria del territorio che doveva essere praticata almeno dal 1967 con la “legge ponte” la quale imponeva in un anno a tutti i comuni di darsi un piano regolatore “generale” per governare un territorio non solo da un punto di vista di “fabbricazione” ma di “crescita economica”. Questo non è avvenuto.
La storia della mancata pianificazione territoriale e della mancata programmazione economica dell’isola d’Ischia è lunga e tortuosa e chi scrive ne ha parlato e scritto migliaia di volte. C’è voluto un terremoto nel 2017 a Casamicciola anticipato da una alluvione nel 2009 e poi ancora una valanga nel 2022 sempre a Casamicciola per imporre una ferrea disciplina di difesa ambientale e di razionale espansione edilizia.
Il Piano di Ricostruzione della Regione Campania per Casamicciola Terme, Lacco Ameno e Forio ammette osservazioni di cittadini entro 60 giorni dal 7 gennaio 2024. Poi sarà definitivo e dovrà mettersi in attuazione. Se è, come auspichiamo, una cosa seria ci vorranno 20 anni almeno e bisogna pensare ad un Ente pubblico per la Ricostruzione come abbiamo proposto fin dal marzo 2023 col “Manifesto per Casamicciola che è Ischia” apparso sul numero del 2023 de “il continente” e mai discusso, contestato, esaminato, respinto da un consiglio comunale dei sei comuni o sei campanili.
Il piano potrebbe essere una svolta. Attesa da 63 anni, dal 1962 da quel convegno su “paesaggio e turismo in Campania” di cui la sola memoria è quella del prof. Edoardo Malagoli contenuta nella intervista-documento del 1987 contenuta nel mio libro “Tempi d’Ischia”.
Iniziare un nuovo anno 2025 con questa speranza è un buon auspicio. Andiamo avanti.
Cartellone in ordine sparso, ma Lacco Ameno al centro
Non c’è stato un cartellone unitario dell’isola d’Ischia per le passate vacanze natalizie 2024, un anno duro e difficile che bisogna ricordare. Ci sono stati sei cartelloni di eventi dei sei comuni dell’isola nostra che hanno mostrato per quantità e qualità la vitalità culturale e civile delle singole municipalità.
Meglio sarebbe stato un cartellone unitario massimizzato nella promozione al tempo di internet. Ma non abbiamo più un Ente pubblico di promozione come è stato l’Ente per la valorizzazione dell’isola d’Ischia (EVI) dal 1952 al 1972. Non abbiamo più nemmeno una Azienda di Cura e Soggiorno – durata circa 40 anni e sempre in regime “commissariale” dalla Regione Campania – che almeno tentava un minimo di collegamento tra i sette comuni poiché inglobata nella competenza anche l’isola di Procida che, per fortuna, ha un sol comune e non sei come Ischia e due di Capri, tanto per limitarci alle isole partenopee.
Quello che purtroppo non è oggetto di polemica e lo dovrebbe è la legislazione turistica della Campania regolata da una leggina approvata circa 10 anni fa che ha abolito gli enti strumentali (ACST e EPT) ed ha costituito una sola “Agenzia regionale” rivelatasi un ente inutile perché il rapporto è solo tra Comune e Regione e la Regione non è altro che la grossa banca di finanziamento ai comuni che si trovano in una competizione di campanile ma anche di efficienza amministrative perché ha più fondi. Il comune più capace di presentare idee e progetti per la promozione turistica e culturale. Anche i sei comuni ischitani hanno partecipato a questa competizione che comunque aiuta al mantenimento dell’economia locale. I due comuni maggiori – Ischia e Forio – hanno fatto a gara per offrire il cartellone natalizio più ampio e denso per attrarre cittadini e turisti. Ma è stato – a mio giudizio – il piccolo comune di Lacco Ameno a presentare il cartellone più valido nel messaggio artistico e culturale da vivere nei giorni di vacanza.
Lo ha fatto non solo per la capacità dell’assessore delegato, l’arch. Carla Tufano, ma perché il comune di Lacco Ameno dispone del meraviglioso complesso museale e culturale di Villa Arbusto che per storia e geografia si presta magnificamente a polo culturale dell’intera İsola. Il cartellone in ordine sparso ha fatto emergere – a mio giudizio – l’importanza delle infrastrutture culturali esistenti sul territorio di natura “pubblica” oltre alle piazze ed a tutti i luoghi aperti anche caratteristici ed al patrimonio artistico e ricettivo delle antiche chiese dell’intera İsola.
Anche il comune di Serrara Fontana ha valorizzato la sua piazzetta di S. Angelo, le chiese, il Museo dell’Eremo di San Nicola. É emerso dal cartellone in ordine sparso che Casamicciola non ha un luogo chiuso per un evento culturale. Eppure, possedeva il Pio Monte della Misericordia con i due grandi saloni dove si tenevano i concerti e si presentava la “Cantata dei pastori” prima ancora che la scoprisse Peppe Barra con la compagnia teatrale di Rino Gamboni e di Gabriele “Cappello” Silvestri, il cinema Italia di Don Antonio Fraticelli ed il Capricho de Calise in Piazza Marina.
Nel 1999 era stata inaugurata la Villa Comunale della Bellavista ed il Museo Civico e recuperato l’Osservatorio Geofisico 1885 e fatto un centro culturale salvato dalla vendita all’asta decisa dal Demanio nel 2002. La ricostruzione dopo terremoto e alluvione doveva essere prioritaria nel ripristino delle infrastrutture scolastiche, culturali e di aggregazione civile se non si voleva far morire l’identità di una comunità civile plurisecolare. Su questo dovremmo batterci per una visione di coesione economica e sociale della nostra isola.