CORRISPONDENZA ESCLUSIVA! Il muro di Via Giovanni Mazzella è caduto alla prima, vera, mareggiata. Una notizia che ha sorpreso poco. Un po’ tutti, noi de Il Dispari, Stani Verde e i cittadini come Augusto Coppola, fin dall’inizio abbiamo raccontato che quei lavori non potevano essere realizzati e regola d’arte e che alla prima mareggiata, appunto, sarebbe tutto finito a mare. E così è stato. E’ bastato attendere il ciclone Poppea per renderci conto di quello che era successo.
Il Sindaco Del Deo, nel suo comunicato parla di dubbi e di un intervento richiesto alla Città Metropolitana.
Noi, come un supplemento di indagine, vi raccontiamo una parte della corrispondenza tra la ditta che ha realizzato il muraglione, il Consorzio Stabile Egeco e la Città Metropolitana.
Due note datate rispettivamente 16 e 22 gennaio raccontano gli errori e la cattiva gestione della vicenda
Era il 16 gennaio 2018 quando, scrivendo al R.U.P., il geologo Mauro Zito, la ditta scrive in merito dell’affidamento delle “opere di contenimento del costone sottostante la strada costiera di Via Mazzella Comune di Forio”:.
“In relazione agli ultimi avvenimenti meteo marini verificatesi nei mesi di dicembre e gennaio, nell’Isola di Ischia, in particolare sulla costa occidentale, in relazione anche agli esiti delle lavorazioni eseguite a seguito della annotazione sul Giornale dei Lavori da parte della DL (getto di calcestruzzo atto a cementare i trovanti lapidei sotto fondazione), siamo a comunicare l’assoluta situazione di pericolo perdurante sui tratti 1 e 2. A nostro avviso, infatti la precarietà delle masse lapidee ubicate al di sotto della fondazione dei muri di contenimento dei tratti suindicati non viene adeguatamente contrastata dal getto di calcestruzzo che ci è stato ordinato di eseguire di conseguenza tutto il piano fondale dei succitati tratti di muro permangono in pericolo e necessitano a nostro avviso di, fondazioni approfondite ( pali ) così come, tra l’altro, la scrivente, nei numerosi incontri propedeutici all’inizio dei lavori, aveva largamente e diffusamente sollecitato. In virtù di tutto quanto sopra esposto, in mancanza di un documento progettuale nuovo derivante dalla evidente mutazione delle condizioni fisiche precedenti (vedi piano fondale fortemente danneggiato a seguito forte marea), non procederemo secondo il vecchio progetto.”
Risulta grave, ma vero, il passaggio “contrastata dal getto di calcestruzzo che ci è stato ordinato di eseguire”, ma tant’è.
Passano i giorni e il calendario segna la data del 22 gennaio e il Concosorzio scrive al direttore dei lavori, l’Ing. Anna Scotto di santolo, alla Città Metropolitana di Napoli, Dipartimento Procedure a Evidenza Pubblica Direzione Stazione Unica Appaltante e al RUP Dott. Mauro Zito.
“Il sottoscritto Ing. Emanuele Di Palo in qualità di amministratore unico del Consorzio Stabile Egeco scarl S.r.l., In considerazione dell’ Ordine di servizio n. 03 del 19/01/2018 atteso che, quanto annotato nel giornale dei lavori in data 05/01/18, è stato, nonostante le notevolissime avversità meteo marine, eseguito nei tratti 1 e 2 atteso che tale circostanza vi era già stata comunicata con n/s precedente nota allegando anche documenti fotografici precisa quanto segue 1) La realizzazione del tratto 4, è stata nuovamente vietata dall’ufficio tecnico e dal Sindaco del comune di Forio, allorquando le maestranze si sono accinte a preparare l’ area di cantiere, sono state fatte allontanare e ritirare tutto il materiale fin lì portato. Pertanto visto il perdurare della posizione assunta dall’ ufficio tecnico del comune di Forio, si invita il RUP e la DL a dare definitiva soluzione di tale problematica che si protrae, di fatto, fin da prima l’inizio dei lavori e che ingenti danni sta arrecando alla scrivente. 2) Il tratto 1 e il tratto 2 sono stato ancorati in fondazione così come da progetto, mentre le chiodature della parte in elevazione dei muri, non possono essere eseguite così come da progetto, in quanto le stesse condizioni di progetto non sono rappresentative dell’attuale stato di fatto.
Nella fattispecie, al tratto 1 i previsti 12 m di lunghezza di ancoraggio sono, di fatto, notevolmente ridotti perché, come ordinato dalla DL, il vuoto esistente tra il costone e la parte tergale del muro è rimasto tale, pertanto le barre di ancoraggio non avrebbero alcuna aderenza per un lungo tratto. 3) Per la quanto attiene il rivestimento, a seguito del sopralluogo congiunto tra i tecnici del comune di Forio , arch. Nicola Regine e ing. Luca De Girolamo, la D.L. Ing Anna Scotto Di Santolo, il R.U.P. dott. Mauro Zito ed il collaudatore ING . Tobia Giugliano e l’impresa esecutrice, è stato appurato che la pietra prevista nell’ elenco prezzi di contratto non è idonea all’ utilizzo di progetto. Da tutto quanto sopra esposto appare evidente che, nulla può essere più eseguito senza la redazione di una perizia di variante atta a superare e risolvere tutte le condizioni di progetto notevolmente modificate, e che quindi la sospensione dei lavori debba essere proseguita”.
Note ufficiali che sembrano andare in una direzione unica: il disastro è della Città Metropolitana! Con la complicità del comune di Forio. Se, davvero, il comune non era convinto della bontà del lavoro metropolitano, così come denunciato dal sindaco Del Deo, perché non si è intervenuti con gesti simbolici, con tempestività e quando si poteva ancora intervenire? L’atteggiamento pilatesco dell’amministrazione comunale non fa certo bene alla causa.