In questo lungo post 21 agosto, c’è chi ha trovato l’occasione per dare sfogo al proprio io. Usare e interpretare il terremoto come valvola di sfogo di vite represse può essere terapeutico per alcuni ma diventa dannoso per molti altri. E dobbiamo preoccuparci dei “molti altri”.
Ieri vi abbiamo raccontato di come Casamicciola si sia spaccata sulla questione voto. Da una parte c’è Arnaldo Ferrandino che strumentalizza il terremoto animando un comitato al centro di polemiche fin dalla sua nascita, dall’altra, invece, gli altri consiglieri comunali.
Una condizione caotica che penalizza, soprattutto, i terremotati di Casamicciola e Lacco Ameno che, oltre ai danni che hanno subito, vengono strumentalizzati e venduti al miglior offerente da chi, in maniera del tutto abusiva e autoreferenziale sembra si sia autonominato rappresentate di non si capisce chi.
Un modo abusivo di fare che non è altro che la giusta proiezione in avanti di quanto realizzato e fatto nel passato. Costruttori abusivi, violentatori del nostro territorio, collusi con il potere che comanda Casamicciola e Lacco Ameno che, con una immaginaria ricostruzione dell’imene, rivendicano una verginità persa tanto tempo fa.
Ieri pomeriggio è stato diffuso questo comunicato stampa.
“Con riferimento all’articolo apparso in data odierna su Il Dispari il comitato “1883-2017 risorgeremo nuovamente” precisa quanto segue: Va anzitutto evidenziato che Il contenuto dell’articolo è chiaramente lesivo dell’onorabilità di tutti i cittadini partecipanti alla riunione svoltasi in data 1 marzo 2018 presso l’Hotel Regina Isabella. In particolare appare fortemente pregiudizievole per l’immagine dei partecipanti ogni riferimento ad una non meglio precisata abusività della riunione (viceversa del tutto legittima e rispettosa della Costituzione e delle leggi vigenti), così come arreca nocumento al buon nome ed ai diritti dei partecipanti il riferimento ad una situazione di “voto di scambio” che rappresenta davvero un fuor d’opera ed una tematica che si respinge e restituisce all’autore di tali concetti. Il comitato, pertanto, si riserva di sporgere esposto sia per la suddette notizie non vere, sia per la stessa smisurata e non richiesta presenza delle forze dell’ordine. Non resta che aggiungere che il comitato continua a svolgere con impegno ma anche senza alcuna paura – in quanto composto da brave persone – il proprio lavoro nell’interesse esclusivo dei cittadini danneggiati dal terremoto, augurando a tutti di ritrovare presto la serenità e la gioia di vivere che meritano”.
Lasciamo ai singoli la propria farneticazione, ma ci sono almeno due aspetti che meritano un commento.
Trovo assurdo che si possa scrivere la “smisurata e non richiesta presenza delle forze dell’ordine”. Ma come? Come si fa a lamentarsi che le forze dell’ordine siano presenti? Ma non eravate in una riunione “legittima e rispettosa della Costituzione e delle leggi vigenti”?
La verità è un’altra: l’abusivo resta sempre abusivo. E se occlude alvei e costruisce su zone demaniali ignorerà anche l’articolo 18 del TULPS.
Secondo la norma, infatti, “I promotori di una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico, devono darne avviso, almeno tre giorni prima, al Questore. È considerata pubblica anche una riunione, che, sebbene indetta in forma privata, tuttavia per il luogo in cui sarà tenuta, o per il numero delle persone che dovranno intervenirvi, o per lo scopo o l’oggetto di essa, ha carattere di riunione non privata. I contravventori sono puniti con l’arresto fino a sei mesi e con l’ammenda da euro 103 (lire 200.000)(2) a euro 413 (800.000)(2). Con le stesse pene sono puniti coloro che nelle riunioni predette prendono la parola(3)”. E mi fermo qua.
Ultimo ma non ultimo, il farneticante comunicato emesso dal comitato contiene un altro passaggio che merita giustizia. Ho paventato il rischio di un vero e proprio “voto di scambio”. E lo ripeto: “voto di scambio”. Quando datori di lavoro e dipendenti sono dalla stessa parte della barricata è sempre voto di scambio. Anche quando si predica il non voto.
Mi piacerebbe rispondere a tutte le contumelie, le offese, le ingiurie e le infamie che mi sono state rivolte, ma evito. Per decenza.