IDA TROFA | Nessuna approvazione in vista per il bilancio preventivo di Lacco Ameno. Anzi, il documento che ha scoperchiato il vaso di Pandora non sarà mai consegnato alla storia nei modi e nei termini soliti. Ovvero in positivo. Il commissario prefettizio Giovanna Cerni, dopo settimane di studio e di lavoro sui conti pubblici lacchesi, ha fatto le sue valutazioni optando per il dissesto economico finanziario. Una decisone drastica, ma ormai inevitabile, che inciderà profondamente sulla comunità abituata a ben altro. Una situazione che dovrebbe far riflettere chi ha prodotto tali scempi lasciando poi il paese senza rappresentanti democraticamente eletti.
Dovrebbe anche far riflettere chi, nella vicina Casamicciola, critica le scelte dei predecessori che hanno puntato sul risanamento ed il predissesto, l’istituzione della tassa di soggiorno consentendo oggi nuovi sperperi attingendo a piene mani nei soldi accantonati. Chiacchiere e tabacchiere di legno il Banco di Napoli non ne impegna. Lo sanno bene, ora, i lacchesi.
Lacco Ameno è giunta, cosi, ai titoli di coda. Dopo il fallimento politico la comunità si troverà ad affrontare da sola uno dei periodi più bui della sua storia.
E’ già stato dato mandato agli uffici ed al sub commissario D’Angelo di predisporre tutti gli atti affinché tutto sia pronto entro il prossimo 27 dicembre, data in cui grosso modo è stato deciso che sarà ufficializzata la delibera di dissesto.
La Cerni ed il sub D’Angelo hanno ritardano e atteso fino ad ora prima di intraprendere la strada della dichiarazione di dissesto dell’Ente sperando in indicazioni alternative della magistratura contabile, che ha incontrato solo pochi giorni fa il funzionario di Stato attualmente al governo del Comune. Così non è stato e sfruttando il nodo del conto consuntivo è stata decretata la fine. Sarà la fine da cui intraprendere un nuovo inizio nel tentativo della ottimizzazione, della migliore utilizzazione possibile delle risorse disponibili, ridotte all’osso da uno scellerato modo di fare politica ed amministrare. The end, il default, il fallimento per consentire l’effettiva osservanza del principio costituzionale di buon andamento della pubblica amministrazione.
Tutto è ruotato e ruota, infatti, intorno alla mancata approvazione dei famigerati 5 milioni di euro di debito che tengono in ostaggio i conti pubblici ed impediscono l’approvazione dei vari documenti contabili. In ultimo il bilancio preventivo. Lo stesso commissario si era arenato, come il sindaco Carmine Monti, sulla approvazione dei 5 milioni di euro di debiti causati dalla gestione delle partecipate e non solo.
Al termine delle audizioni di lunedì a Napoli il commissario prefettizio Giovanna Cerni, ascoltate le valutazioni della Corte dei Conti, ha dovuto prendere così la sua decisone. I giudici contabili hanno, infatti, chiarito che non c’è altra strada, nonché come inserire e trattare tale debito e sopratutto di dichiarare lo stato di dissesto dell’Ente proprio in funzione di esso entro la fine dell’anno.
Per definire la procedura con la deliberazione di dissesto manca, neppure a dirlo, solo la trattazione del nodo dei 5 milioni di euro di debito che il funzionario di governo dovrebbe risolvere oggi. Proprio oggi infatti ci sarà per questo un nuovo incontro con il revisore dei Conti Catalano per chiarire alcuni passaggi.
Al momento ogni azione pare indirizzata verso quello che di fatto è il tracollo economico del comune di Lacco Ameno, causa sperperi e malagestio. Si tratta solo dell’ufficializzazione di una situazione economica drammatica già nota da tempo e che solo gli entusiastici creduloni della politica del “me la vedo io” credevano impossibile.
ma chi ha fatto questi 5 milioni di debiti ?
Paga sempre Pantalone o chi ha fatto i debiti ?
Dovrebbe anche far riflettere, la mobilità d’ufficio che attuò il comunello di Lacco Ameno nel lontano 1995. Si sa che l’ente pubblico o privato che sia, attua la così detta mobilità d’ufficio, se è in dissesto finanziario, ma dal momento che il comunello de quo era in attivo di £ 4.000.000.000 ( £ quattro miliardi ), come ha fatto ad attuare la sopracitata mobilità d’ufficio, frà cui 5 vigili urbani di ruolo ( unico comune in Italia ), e, poi successi-vamente assumerne altri a loro piacimento, naturalmente è stato del tutto inutile il ricorso al T.A.R. Campania, dato che quei giudici amministrativi, si pronunciarono in nome del popolo italiano, e, che dipendevano solo dalla legge ( che interpretarono secondo loro discrezione ); ( Art. 101 Costituzione Italiana ). Per quanto concerne il dissesto del paesino di S. Ilario pardon Lacco Ameno, sicuramente, ci sarà un colpetto di bacchetta magica che risolverà la situazione. A proposito nel detto paesino hanno imparato la parola “paventato” chi sa da dove l’hanno sentita, forse da Radio Kiss Kiss Napoli Show ? Dalle 5 alle 7 fulmini e saette, con Radio Kiss Kiss Napoli Show. E nel comunello di cui sopra THE SHOW MUST GO.