IDA TROFA | Non si vede un operatore ecologico, uno spazzino, da tempo immemore, neppure a pagarlo a peso d’oro, così come di fatto avviene, vista la tassazione imposta dal comune di Lacco Ameno nel pieno del default economico e finanziario. Eppure, di pulire e tenere in ordine il paese non se ne parla. Non si parla di spazzare e tenere in modo decoroso i marciapiedi, neppure se si tratta di quelli posti davanti a note strutture commerciali, bar, ristoranti, anche questi divenuti, ormai, ricettacoli di rifiuti comuni ed ingombranti di ogni genere.
Una vergogna pubblica manifesta, al punto da divenire indecente e per la quale i governanti locali sembrano non avere nessuna attenzione, nessuna sensibilità.
La denuncia, l’ennesima, corre sul web con i turisti e i cittadini costretti a evidenziare lo scempio, il degrado e l’abbandono del paese, non solo nelle periferie, ma addirittura nel pieno centro, pubblicando le foto di una località nel pieno del suo decadimento. Ed è così che a Lacco Ameno il porto turistico, quello gestito dai compagni di merenda di chi gestisce la politica locale, è nell’abbandono più totale sporco e degradato persino nei suoi simboli istituzionali. Gestiscono gli introiti, ma non si preoccupano di dare un aspetto decente alle strutture, ai luoghi, proprio dove sbarcano i loro clienti, passeggeri ed ospiti di mega yacht. Parliamo del lato Marina di Capitello, alle spalle della storica fontana. Un porto, per giunta turistico, dovrebbe essere il bigliettino da visita, dalle nostre parti è una cartolina sul letame. La ex sede della Capitaneria oramai fatiscente e cadente, il molo sporco e ricolmo di rifiuti.
Questo davanti agli occhi di tutti, delle istituzioni, delle autorità, della malapolitica. Tutto mentre quella che fu la bomboniera del mediterraneo, Lacco Ameno, lentamente muore.